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Notifica sentenza via PEC: quando scatta il termine breve

Un’Amministrazione Finanziaria ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione che aveva dato ragione a un contribuente in merito alla prescrizione di alcune cartelle di pagamento. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile perché tardivo. La tardività è derivata dalla notifica sentenza via PEC effettuata dal difensore del contribuente. Nonostante l’Amministrazione sostenesse l’invalidità di tale notifica, in quanto copia non autentica e allegata a una richiesta di pagamento spese, la Corte ha stabilito che essa era pienamente idonea a far decorrere il termine breve per l’impugnazione, consolidando un principio fondamentale del processo telematico.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Sentenza via PEC: la Cassazione conferma la decorrenza del termine breve

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio cruciale per il processo telematico: la notifica sentenza via PEC, anche se effettuata con una copia non autenticata del provvedimento, è pienamente valida e idonea a far scattare il termine breve per l’impugnazione. Questa decisione sottolinea l’importanza della diligenza nel monitorare le comunicazioni certificate e le sue profonde implicazioni procedurali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un contenzioso tra un contribuente e l’Amministrazione Finanziaria. Il contribuente aveva impugnato un’intimazione di pagamento relativa a diverse cartelle esattoriali, ottenendo ragione sia in primo grado (Commissione Tributaria Provinciale) che in appello (Commissione Tributaria Regionale). I giudici di merito avevano infatti accolto la tesi del contribuente, dichiarando la prescrizione dei crediti tributari.

L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo errata la decisione della CTR, proponeva ricorso per Cassazione. Tuttavia, il contribuente eccepiva l’inammissibilità del ricorso per tardività. Il difensore del contribuente, infatti, aveva notificato la sentenza della CTR all’Amministrazione Finanziaria tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) in data 22 luglio 2020. Il ricorso per Cassazione, invece, era stato notificato solo il 9 febbraio 2021, ben oltre il termine breve previsto dalla legge.

La Questione della validità della notifica sentenza via PEC

L’Amministrazione Finanziaria contestava la validità della notifica ai fini della decorrenza del termine breve, adducendo diverse ragioni:

1. Scopo della comunicazione: La PEC era primariamente finalizzata a richiedere il pagamento delle spese legali liquidate in primo grado e non a notificare la sentenza d’appello.
2. Mancanza di autenticità: La copia della sentenza allegata era una copia semplice, priva di attestazione di conformità all’originale.
3. Assenza di autorizzazione: Il difensore non avrebbe dimostrato di essere autorizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati a effettuare notifiche in proprio.

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte queste obiezioni, dichiarando il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati, adattandoli al contesto del processo tributario telematico.

In primo luogo, i giudici hanno chiarito che gli effetti di un atto giuridico come la notificazione non dipendono dalla volontà soggettiva della parte, ma sono regolati dalla legge. La notifica sentenza via PEC produce i suoi effetti, inclusa la decorrenza del termine breve, quando l’atto presenta i requisiti previsti dalla norma. La richiesta accessoria di pagamento delle spese non rende equivoca la funzione notificatoria della comunicazione, che ha l’obiettivo di portare legalmente a conoscenza della controparte il provvedimento.

In secondo luogo, e questo è il punto più rilevante, la Corte ha ribadito che la notifica di una sentenza in copia non autenticata è idonea a far decorrere il termine breve. Il principio del numerus clausus delle nullità di notificazione implica che, se la legge non prevede espressamente la nullità per tale vizio, la notifica è valida. Spetta al destinatario lamentare tempestivamente l’incompletezza o la difformità della copia rispetto all’originale. In assenza di tale contestazione, la copia si presume conforme e la notifica produce pienamente i suoi effetti.

Infine, la Corte ha precisato che l’obbligo di autorizzazione da parte del Consiglio dell’Ordine per le notifiche in proprio, previsto dalla L. 53/1994, non si applica alle notifiche effettuate a mezzo posta elettronica certificata, come specificato dalla normativa successiva (D.L. 90/2014).

Conclusioni

Questa ordinanza consolida l’affidabilità e la valenza legale della PEC come strumento di notificazione nel processo. La decisione serve da monito per tutte le parti processuali, in particolare per le amministrazioni pubbliche: una comunicazione ricevuta via PEC contenente una sentenza, anche se in copia semplice e accompagnata da altre richieste, non può essere ignorata o sottovalutata. Essa è sufficiente ad attivare i termini perentori per le impugnazioni. La mancata e tempestiva contestazione della conformità della copia preclude ogni successiva doglianza e può portare, come nel caso di specie, a una declaratoria di inammissibilità del ricorso, chiudendo definitivamente le porte a un ulteriore esame del merito della controversia.

La notifica di una sentenza tramite PEC, allegando una copia non autenticata, è valida per far decorrere il termine breve di impugnazione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la notifica è valida. La giurisprudenza consolidata stabilisce che la notifica di una sentenza in copia non autenticata è idonea a far decorrere il termine breve, a meno che il destinatario non contesti specificamente l’incompletezza della copia o la sua difformità dall’originale.

Una PEC che contiene la notifica di una sentenza e anche una richiesta di pagamento delle spese legali perde la sua efficacia notificatoria?
No, la richiesta di pagamento delle spese non esclude né rende equivoca la funzione notificatoria della comunicazione. Gli effetti della notificazione sono regolati dalla legge e si producono quando l’atto presenta i requisiti previsti, indipendentemente da altre finalità accessorie della comunicazione.

Per effettuare una notifica via PEC è necessaria una specifica autorizzazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati?
No. La Corte ha chiarito che le disposizioni che richiedono tale autorizzazione (previste dalla L. n. 53/1994) non si applicano alle notifiche effettuate a mezzo posta elettronica certificata, come specificato da interventi normativi successivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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