LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica ricorso cassazione: inammissibile senza C.A.D.

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell’Agenzia delle Entrate per un vizio di procedura. La causa riguarda la mancata prova della corretta notifica del ricorso alla contribuente. In particolare, è risultata mancante la produzione dell’avviso di ricevimento della raccomandata informativa (C.A.D.), documento essenziale per perfezionare la notifica per compiuta giacenza e tutelare il diritto di difesa. Di conseguenza, il ricorso non è stato esaminato nel merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Ricorso Cassazione: Quando la Mancanza della C.A.D. Rende l’Atto Inammissibile

La corretta notifica ricorso cassazione è un pilastro fondamentale del processo, poiché garantisce il diritto di difesa di ogni parte coinvolta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: senza la prova della ricezione della Comunicazione di Avvenuto Deposito (C.A.D.), la notifica per compiuta giacenza non è valida e il ricorso è inammissibile. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia tra una contribuente e l’Agenzia delle Entrate. La contribuente aveva impugnato una cartella di pagamento emessa a seguito del mancato perfezionamento di un accertamento con adesione, relativo a maggiori redditi per l’anno d’imposta 1998. La sua difesa si basava sul fatto di non aver versato i relativi contributi previdenziali poiché l’importo accertato, a suo dire, era inferiore alla soglia minima che fa scattare tale obbligo.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) avevano dato ragione alla contribuente. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, decideva di presentare ricorso per Cassazione.

La Questione sulla Notifica Ricorso Cassazione e il Diritto di Difesa

Il punto focale della decisione della Suprema Corte non è stato il merito della questione tributaria, ma un aspetto puramente procedurale: la notifica ricorso cassazione alla contribuente. L’Agenzia delle Entrate aveva prodotto l’avviso di ricevimento che attestava la notifica per “compiuta giacenza”, ovvero il meccanismo che scatta quando il destinatario non è presente e l’atto viene depositato in posta. Tuttavia, per perfezionare questo tipo di notifica, non basta il primo avviso. È indispensabile dimostrare che sia stata inviata e ricevuta anche la seconda comunicazione, la cosiddetta C.A.D. (Comunicazione di Avvenuto Deposito), che informa il destinatario del deposito dell’atto. Nel caso di specie, questa prova mancava.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, spiegando in modo inequivocabile le ragioni. Il collegio ha affermato che la prova della notifica per compiuta giacenza è subordinata alla produzione in giudizio dell’avviso di ricevimento della C.A.D. Solo l’esame di questo secondo avviso consente di verificare che il destinatario abbia avuto effettiva conoscenza del deposito dell’atto presso l’Ufficio Postale. Senza questa prova, il diritto di difesa del destinatario non può dirsi tutelato, poiché non vi è certezza che sia stato messo nelle condizioni di venire a conoscenza del ricorso e di potersi difendere adeguatamente.
La mancanza di questo documento essenziale ha reso la notifica proceduralmente nulla, impedendo alla Corte di esaminare le ragioni dell’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, la Corte ha chiarito che, nonostante l’esito sfavorevole, l’Agenzia delle Entrate non è tenuta al versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, previsto in caso di ricorsi inammissibili. Questo perché le Amministrazioni dello Stato sono esentate dal pagamento di tali imposte processuali, operando con il meccanismo della “prenotazione a debito”.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la validità degli atti processuali. La notifica ricorso cassazione, e più in generale di qualsiasi atto giudiziario, deve essere eseguita nel rigoroso rispetto delle norme per garantire il contraddittorio e il diritto di difesa. La mancata produzione della C.A.D. in caso di notifica per compiuta giacenza costituisce un vizio insanabile che porta all’inammissibilità del ricorso, a prescindere dalla fondatezza delle sue motivazioni. Per gli operatori del diritto, ciò rappresenta un monito a curare con la massima attenzione ogni fase della notificazione, conservando e producendo tutta la documentazione necessaria a provarne la regolarità.

Quando una notifica per compiuta giacenza è considerata valida nel processo?
Una notifica per compiuta giacenza è valida solo se la parte che notifica fornisce la prova sia dell’invio della prima raccomandata sia della seconda comunicazione, la cosiddetta C.A.D. (Comunicazione di Avvenuto Deposito), che informa il destinatario del deposito dell’atto. La prova di quest’ultima è essenziale.

Perché il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’Agenzia delle Entrate non ha prodotto in giudizio la prova della ricezione della C.A.D. da parte della contribuente. Questa mancanza ha reso la notifica del ricorso proceduralmente difettosa, violando il diritto di difesa della controparte.

L’Agenzia delle Entrate deve pagare un importo aggiuntivo a titolo di contributo unificato se il suo ricorso è inammissibile?
No. Secondo quanto stabilito nell’ordinanza, le Amministrazioni dello Stato, come l’Agenzia delle Entrate, sono esentate dal pagamento delle imposte e tasse processuali, incluso il contributo unificato aggiuntivo, poiché operano tramite il meccanismo della “prenotazione a debito”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati