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Notifica ricorso cassazione: ecco dove va fatta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 314/2025, ha stabilito che la notifica del ricorso per cassazione in materia tributaria è nulla se eseguita presso il difensore non domiciliatario del primo grado. Aderendo al principio di ultrattività, la Corte ha chiarito che, in assenza di una nuova elezione di domicilio in appello, la notifica deve essere effettuata presso il domicilio eletto nel primo grado di giudizio. Invece di dichiarare l’inammissibilità del ricorso, la Corte ha ordinato la rinnovazione della notifica, concedendo un nuovo termine per sanare il vizio.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Ricorso Cassazione: Guida Pratica dopo l’Ordinanza della Suprema Corte

La corretta notifica del ricorso per cassazione rappresenta un passaggio cruciale per la validità stessa del giudizio di legittimità. Un errore in questa fase può compromettere irrimediabilmente l’esito di un contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina un aspetto fondamentale della procedura, in particolare nel processo tributario, chiarendo dove vada indirizzato l’atto quando la controparte non si è costituita nel grado di appello o non ha fornito nuove indicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato dall’Amministrazione Finanziaria avverso una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. L’Agenzia aveva proceduto a notificare il proprio ricorso per cassazione tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) a uno dei difensori che avevano assistito la società contribuente nel primo grado di giudizio. Tuttavia, questo difensore non era il cosiddetto ‘domiciliatario’, ovvero il legale presso cui la parte aveva formalmente eletto il proprio domicilio per le comunicazioni processuali.

La notifica del ricorso in Cassazione e la decisione della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato la nullità della notificazione eseguita. Secondo i giudici, inviare l’atto al co-difensore non domiciliatario, anche se nominato nel primo grado, non è sufficiente a instaurare correttamente il contraddittorio nel giudizio di legittimità.

Il punto centrale della decisione si fonda sul principio di ‘ultrattività’ dell’elezione di domicilio. La Corte ha stabilito che la scelta del domicilio effettuata per il primo grado di giudizio, ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 546/1992, conserva la sua efficacia anche per i gradi successivi, compreso il giudizio di Cassazione. Questo principio, previsto dall’art. 330 del codice di procedura civile, si applica quando la parte, pur essendosi costituita in appello, non ha fornito nuove indicazioni, o non si è costituita affatto.

Di conseguenza, la notifica sarebbe dovuta avvenire presso il difensore domiciliatario nominato in primo grado. Anziché dichiarare inammissibile il ricorso per il vizio di notifica, la Corte ha optato per una soluzione conservativa: ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, assegnando all’Amministrazione Finanziaria un termine perentorio di sessanta giorni per rinnovare la notifica in modo corretto, questa volta indirizzandola al contribuente presso il difensore domiciliatario del primo grado, al curatore fallimentare e all’agente della riscossione.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale, che include anche una pronuncia delle Sezioni Unite. L’elezione di domicilio è un atto fondamentale che garantisce la certezza delle comunicazioni processuali. Il principio di ultrattività serve a tutelare sia il notificante, che ha un riferimento certo per le sue comunicazioni, sia il notificato, che sa dove aspettarsi di ricevere gli atti. Ignorare il domicilio eletto e notificare a un altro difensore, seppur parte del collegio difensivo originario, introduce un elemento di incertezza che vizia la procedura. La decisione di concedere un termine per la rinnovazione della notifica, anziché sanzionare con l’inammissibilità, risponde a un principio di economia processuale e di tutela del diritto di difesa, permettendo di sanare un errore procedurale senza precludere l’esame nel merito del ricorso.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce una regola procedurale di fondamentale importanza pratica per gli avvocati. In materia tributaria, e non solo, la notifica del ricorso per cassazione deve essere eseguita con la massima attenzione. Se la controparte non ha eletto un nuovo domicilio in appello, è imperativo fare riferimento al domicilio eletto in primo grado. L’errore non è perdonabile, ma la giurisprudenza mostra una tendenza a concedere la possibilità di sanatoria attraverso la rinnovazione, a condizione che venga richiesta e disposta dal giudice. Ciò sottolinea l’importanza di una verifica scrupolosa dei fascicoli dei gradi precedenti prima di procedere con la notifica dell’atto di impugnazione.

Dove va notificato il ricorso per cassazione se la controparte non si è costituita in appello o non ha indicato un nuovo domicilio?
La notifica deve essere eseguita presso il domicilio che la parte aveva eletto per il primo grado di giudizio, in virtù del principio di ultrattività dell’elezione di domicilio sancito dall’art. 330 c.p.c. e dall’art. 17 del D.Lgs. 546/1992.

Cosa succede se la notifica del ricorso per cassazione viene eseguita a un indirizzo errato, come quello di un co-difensore non domiciliatario?
La notificazione è considerata nulla. Tuttavia, la Corte può concedere alla parte ricorrente un termine perentorio per rinnovare la notifica in modo corretto, sanando così il vizio e impedendo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Il principio dell’ultrattività del domicilio eletto in primo grado vale anche per il processo tributario?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che questo principio si applica pienamente anche ai ricorsi per cassazione avverso le sentenze delle commissioni tributarie regionali, garantendo stabilità e certezza nelle comunicazioni processuali tra i vari gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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