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Notifica persona giuridica: chi può ricevere l’atto?

Una società impugna una cartella di pagamento sostenendo la nullità della notifica. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, stabilendo che la notifica a persona giuridica è valida se l’atto viene consegnato presso la sede a un soggetto lì presente, anche se non dipendente. Spetta alla società dimostrare l’estraneità totale del ricevente, una prova che in questo caso non è stata fornita, rendendo tardivo il ricorso originario.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Persona Giuridica: Quando è Valida Anche se Ricevuta da un Non Dipendente?

La validità della notifica a una persona giuridica è un pilastro fondamentale del diritto processuale, specialmente in ambito tributario, dove dal perfezionamento della notifica decorrono termini perentori per l’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna sul tema, chiarendo la portata della presunzione di validità quando l’atto viene consegnato presso la sede legale a una persona presente, anche se non legata da un rapporto di lavoro dipendente. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata riceveva una cartella di pagamento a seguito di un controllo automatizzato sulla dichiarazione dei redditi. La società decideva di impugnare tale atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP), che accoglieva il ricorso.

Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate proponeva appello dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale (CTR), sostenendo che il ricorso della società fosse tardivo. Secondo l’amministrazione finanziaria, la cartella era stata notificata in data 11.06.2010, mentre il ricorso era stato presentato solo il 1.10.2010, ben oltre il termine di legge. La CTR accoglieva l’appello dell’Agenzia, dichiarando inammissibile il ricorso originario. La società, ritenendo la notifica nulla o inesistente, decideva di ricorrere per cassazione.

La Questione dell’Onere della Prova nella Notifica a Persona Giuridica

Il cuore della controversia verteva sulla validità della procedura di notificazione. La società ricorrente sosteneva che la notifica fosse invalida perché la raccomandata informativa, prevista in caso di assenza temporanea del destinatario, era stata consegnata a un indirizzo diverso e ricevuta da una persona sconosciuta e non riconducibile all’azienda.

Di contro, la Cassazione ha esaminato la documentazione prodotta, rilevando che l’indirizzo a cui era stata spedita la raccomandata informativa corrispondeva al domicilio fiscale indicato dalla stessa società in una successiva dichiarazione dei redditi. Inoltre, la persona che aveva ricevuto l’atto si era qualificata come ‘segretaria’.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione della CTR. I giudici hanno ritenuto infondati i motivi di ricorso relativi alla violazione delle norme sulla notificazione e all’omesso esame di fatti decisivi.

La Corte ha stabilito che la notifica era da considerarsi rituale e, di conseguenza, il ricorso introduttivo della società era stato correttamente dichiarato inammissibile per tardività.

Le Motivazioni

La Cassazione fonda la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza riguardo la notifica a persona giuridica. Secondo l’orientamento della Corte, quando la notifica avviene presso la sede legale o effettiva della società, la presenza di una persona all’interno dei locali fa scattare una presunzione: si presume che tale persona sia addetta alla ricezione degli atti diretti alla società.

Questo non significa che debba essere necessariamente un dipendente o un amministratore. Il rapporto può essere anche di natura precaria o provvisoria. Di conseguenza, l’onere di vincere questa presunzione ricade sulla società destinataria dell’atto. Non è sufficiente, come tentato dalla società nel caso di specie, dimostrare che il ricevente non figura tra i dipendenti (producendo il modello 770). La società deve fornire una prova più rigorosa: deve dimostrare che la persona in questione non solo non era una dipendente, ma non era neppure addetta alla sede per non aver mai ricevuto alcun incarico, neanche informale o temporaneo, per la ricezione della corrispondenza.

Nel caso specifico, la società non ha fornito tale prova, limitandosi a contestare la qualifica della ricevente. Pertanto, la notifica della raccomandata informativa è stata considerata perfezionata in data 11.06.2010, rendendo tardivo e inammissibile il ricorso presentato mesi dopo.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per tutte le persone giuridiche: la gestione della corrispondenza e la presenza di persone presso la sede sociale sono aspetti di cruciale importanza. La presunzione di conoscenza degli atti notificati è molto forte e difficile da superare. Per contestare efficacemente una notifica, non basta negare il rapporto di lavoro con il ricevente, ma è necessario provare la sua totale estraneità a qualsiasi incarico, anche di fatto, relativo alla gestione della sede. Una gestione attenta degli accessi e della ricezione della posta può evitare spiacevoli conseguenze, come la decadenza dal diritto di impugnare atti fiscali e non solo.

Quando è valida la notifica di un atto a una persona giuridica?
Secondo la Corte, la notifica è valida quando l’atto viene consegnato presso la sede legale o effettiva a una persona che si trovi nei locali. Si presume che tale persona sia addetta alla ricezione, anche se non è una dipendente.

A chi spetta l’onere di provare che la persona che ha ricevuto l’atto non era autorizzata a farlo?
L’onere della prova spetta alla società destinataria dell’atto. È la società che deve dimostrare che il ricevente, oltre a non essere un dipendente, non aveva alcun incarico, neppure temporaneo o precario, per ricevere la corrispondenza.

È sufficiente dimostrare che il ricevente non è un dipendente per invalidare la notifica?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che la società deve provare non solo la mancanza di un rapporto di lavoro dipendente, ma anche la totale assenza di un qualsiasi legame o incarico che giustifichi la presenza della persona presso la sede e la sua funzione di ricezione degli atti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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