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Notifica per irreperibilità: quando è nulla la cartella

La Corte di Cassazione ha annullato una intimazione di pagamento, stabilendo che la notifica per irreperibilità delle cartelle presupposte era illegittima. L’ufficiale giudiziario non aveva condotto ricerche effettive, limitandosi a verificare l’assenza del nome su citofono e cassetta postale. Questa negligenza rende la notifica nulla, con conseguente prescrizione del credito.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica per Irreperibilità: Quando è Nulla e Come Difendersi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illumina i rigidi requisiti della notifica per irreperibilità, un tema cruciale per la validità degli atti di riscossione. Il caso riguarda un contribuente che si è visto recapitare un’intimazione di pagamento per cartelle esattoriali mai ricevute, notificate anni prima con una procedura per destinatari irreperibili. La Suprema Corte ha annullato l’atto, ribadendo che la semplice assenza del nome sul citofono non basta a giustificare tale procedura.

I Fatti del Caso: Un Percorso a Ostacoli

Un contribuente impugnava un’intimazione di pagamento emessa dall’Agente della Riscossione, sostenendo di non aver mai ricevuto le due cartelle di pagamento presupposte, relative a sanzioni amministrative elevate da un Ente Locale. Il contribuente eccepiva la nullità della notifica e la conseguente prescrizione dei crediti.

In primo grado, il Giudice di pace accoglieva la domanda, annullando l’intimazione per nullità delle notifiche originarie. Tuttavia, il Tribunale, in sede di appello, riformava la decisione, ritenendo regolari le notifiche eseguite ai sensi dell’art. 143 c.p.c. (notifica a persone di residenza, dimora e domicilio sconosciuti). Il contribuente, non arrendendosi, proponeva ricorso per cassazione.

La Notifica per Irreperibilità Sotto la Lente della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza del Tribunale. Il punto centrale della decisione riguarda la corretta interpretazione e applicazione dell’art. 143 c.p.c. La Corte ha chiarito che la notifica per irreperibilità è una procedura eccezionale, che può essere utilizzata solo quando sia impossibile eseguire la notifica nelle forme ordinarie.

Obblighi dell’Ufficiale Giudiziario

Perché la procedura sia valida, non è sufficiente basarsi sulle sole risultanze anagrafiche. L’ufficiale giudiziario ha il dovere di compiere effettive e concrete ricerche nel luogo di ultima residenza nota del destinatario. Queste ricerche devono essere documentate in modo dettagliato nella relata di notifica, per permettere al giudice di verificare che l’irreperibilità non sia stata accertata con eccessiva leggerezza.

L’Errore del Tribunale sulla validità della notifica per irreperibilità

Nel caso specifico, le relate di notifica delle cartelle presupposte indicavano unicamente che l’ufficiale non aveva trovato il nome del destinatario né sul citofono né sulla cassetta postale. Mancava qualsiasi riferimento ad altre ricerche effettuate, come chiedere informazioni ai vicini o al portiere. Inoltre, la visura anagrafica acquisita non proveniva dal Comune competente, ma da un’articolazione interna dell’Agente della Riscossione, risultando quindi priva di valore certificatorio.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in assenza di una documentata attività di ricerca, non si configura un’ipotesi di ‘irreperibilità assoluta’ che giustifichi il ricorso all’art. 143 c.p.c. L’ufficiale avrebbe dovuto, al più, procedere con le forme previste dall’art. 140 c.p.c. (irreperibilità relativa o rifiuto di ricevere la copia). L’errata applicazione della procedura di notifica ha determinato la nullità della stessa, rendendo inefficaci le cartelle di pagamento e, di conseguenza, illegittima l’intimazione successiva. L’accoglimento del primo motivo di ricorso ha reso assorbito il secondo, relativo al disconoscimento delle copie fotostatiche prodotte in giudizio.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale a tutela del contribuente: le procedure di notifica devono essere eseguite con la massima diligenza e trasparenza. Non si può presumere l’irreperibilità di un cittadino sulla base di verifiche superficiali. Gli ufficiali notificanti devono svolgere e documentare ricerche approfondite prima di ricorrere a procedure eccezionali. Per i cittadini, ciò significa che è sempre possibile contestare un atto di riscossione se la notifica dell’atto presupposto non è avvenuta nel pieno rispetto delle regole, potendo ottenere l’annullamento della pretesa e la declaratoria di prescrizione del credito.

Quando è valida una notifica per irreperibilità ai sensi dell’art. 143 c.p.c.?
È valida solo quando, oltre alla mera verifica delle risultanze anagrafiche, l’ufficiale giudiziario compie effettive ricerche nel luogo di ultima residenza nota e ne dà conto dettagliatamente nella relata di notifica.

Basta controllare il citofono e la cassetta postale per dichiarare una persona irreperibile?
No, secondo la Corte, la semplice constatazione che il nome del destinatario non appare sul citofono o sulla cassetta postale non è sufficiente. L’ufficiale deve condurre ulteriori ricerche concrete per accertare l’effettiva irreperibilità.

Qual è la conseguenza di una notifica per irreperibilità eseguita senza le dovute ricerche?
La notifica è considerata nulla. Di conseguenza, anche gli atti successivi, come l’intimazione di pagamento basata sulle cartelle notificate in modo irregolare, vengono annullati, e i crediti possono cadere in prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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