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Notifica PEC: valida anche se il primo grado è cartaceo

L’Agenzia delle Entrate notificava un appello tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). La Commissione Tributaria Regionale dichiarava l’atto inammissibile, sostenendo l’impossibilità di passare da un processo cartaceo in primo grado a uno telematico in appello. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando la piena validità della notifica PEC. La Corte ha stabilito che, in base al principio ‘tempus regit actum’ e a una successiva norma di interpretazione autentica, le parti possono utilizzare le modalità telematiche in ogni grado di giudizio, indipendentemente dalla forma del grado precedente.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica PEC: Valida in Appello Anche se il Primo Grado era Cartaceo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31722/2024, ha stabilito un principio fondamentale per la modernizzazione del processo tributario: la notifica PEC di un atto di appello è pienamente legittima anche qualora il giudizio di primo grado si sia svolto interamente in modalità cartacea. Questa decisione chiarisce un importante dubbio procedurale, favorendo la flessibilità e l’efficienza consentite dagli strumenti telematici, in linea con l’evoluzione normativa.

I Fatti di Causa: Dal Processo Cartaceo all’Appello Digitale

Il caso trae origine da una controversia tributaria in cui l’Agenzia delle Entrate aveva proposto appello contro una sentenza della Commissione tributaria provinciale. L’atto di appello era stato notificato alla controparte, un contribuente, tramite Posta Elettronica Certificata (PEC).

La Commissione tributaria regionale della Toscana, tuttavia, aveva dichiarato l’appello inammissibile. Secondo i giudici di secondo grado, il passaggio da un processo gestito su carta nel primo grado a uno telematico in appello non era consentito. Essi ritenevano che la scelta della modalità processuale dovesse essere fatta ab origine (dall’inizio) e mantenuta per tutta la durata del contenzioso, considerando quindi la notifica via PEC come giuridicamente inesistente.

La Questione Giuridica e la Validità della Notifica PEC

L’Agenzia delle Entrate ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme che regolano il processo tributario telematico. La questione centrale era se un soggetto processuale avesse la facoltà di utilizzare la modalità telematica per notificare un atto d’appello, nonostante il primo grado si fosse svolto con modalità tradizionali cartacee.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza regionale e affermando la piena validità della notifica PEC. Le motivazioni si fondano su due pilastri argomentativi principali.

In primo luogo, la Corte ha richiamato il principio generale tempus regit actum (il tempo regola l’atto). Al momento della notifica dell’appello (agosto 2016), il processo tributario telematico era già entrato in vigore in via sperimentale nella regione Toscana (dal 1° dicembre 2015 e obbligatorio dal 1° gennaio 2016). Pertanto, la normativa applicabile era quella che consentiva l’utilizzo degli strumenti telematici, inclusa la notifica via PEC.

In secondo luogo, e in modo decisivo, la Corte ha fatto riferimento all’art. 16 del D.L. n. 119/2018, che ha fornito una norma di interpretazione autentica dell’art. 16-bis del D.Lgs. n. 546/1992. Questa norma ha chiarito in modo inequivocabile che “le parti possono utilizzare in ogni grado di giudizio la modalità prevista dal decreto […] indipendentemente dalla modalità prescelta da controparte nonché’ dall’avvenuto svolgimento del giudizio di primo grado con modalità analogiche”. Questa interpretazione legislativa ha eliminato ogni dubbio sulla possibilità di ‘ibridazione’ tra processo cartaceo e telematico tra i diversi gradi di giudizio.

Le Conclusioni della Corte

La Corte di Cassazione ha concluso che la scelta di utilizzare la modalità telematica, come la notifica PEC, è una facoltà della parte che introduce l’atto e non può essere preclusa dal fatto che il grado precedente si sia svolto in forma cartacea. L’opzione telematica può essere esercitata per la prima volta anche in appello, senza che ciò vincoli la modalità di costituzione della controparte. Di conseguenza, l’interpretazione fornita dalla Commissione regionale è stata ritenuta errata e contraria ai principi normativi.

La sentenza impugnata è stata quindi annullata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Toscana, in diversa composizione, che dovrà riesaminare l’appello nel merito e regolare le spese del giudizio di legittimità.

È valida una notifica di appello tramite PEC se il primo grado si è svolto in modalità cartacea?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che è pienamente valida. Le parti possono utilizzare le modalità telematiche in qualsiasi grado di giudizio, indipendentemente dalla forma utilizzata nel grado precedente.

Quale principio giuridico regola la scelta della modalità di notifica?
Il principio applicabile è ‘tempus regit actum’, secondo cui un atto è regolato dalla legge in vigore al momento del suo compimento. Se al momento della notifica la legge permette l’uso della PEC, questa è legittima.

La scelta di una parte di usare la modalità telematica obbliga anche la controparte a fare lo stesso?
No. La sentenza chiarisce che la scelta di una modalità processuale (cartacea o telematica) da parte di una parte non vincola la controparte, che resta libera di costituirsi secondo le modalità consentite dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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