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Notifica irreperibilità relativa: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la nullità di una notifica di avvisi di liquidazione. La Corte ha stabilito che, in caso di momentanea assenza del destinatario dall’indirizzo conosciuto, si configura una notifica per irreperibilità relativa (ex art. 140 c.p.c.) e non assoluta. Quest’ultima richiede che il messo notificatore compia ricerche approfondite nel Comune prima di dichiarare il destinatario sconosciuto. La sentenza ha inoltre accolto il ricorso del contribuente sulla liquidazione delle spese legali, ribadendo che non possono essere ridotte oltre il 50% dei valori medi tabellari senza adeguata motivazione.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica per irreperibilità relativa: l’importanza delle ricerche del messo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di notificazioni tributarie, offrendo importanti tutele al contribuente. Il caso analizzato chiarisce la netta distinzione tra irreperibilità assoluta e la cosiddetta notifica per irreperibilità relativa, sottolineando come l’omissione di adeguate ricerche da parte del messo notificatore possa rendere nullo l’intero procedimento. Questa decisione non solo impatta la validità degli atti impositivi, ma affronta anche la questione della corretta liquidazione delle spese legali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione di alcune cartelle di pagamento da parte di un contribuente. Tali cartelle erano state emesse a seguito della revoca delle agevolazioni per l’acquisto della ‘prima casa’. Il contribuente sosteneva la nullità degli atti presupposti (gli avvisi di liquidazione) a causa di un vizio nella loro notificazione.

L’amministrazione finanziaria aveva infatti proceduto alla notifica secondo il rito degli ‘irreperibili assoluti’ (art. 60, lett. e, d.P.R. 600/1973), basandosi sull’attestazione del messo comunale che non aveva rinvenuto abitazioni, uffici o aziende riconducibili al contribuente all’indirizzo anagrafico. Tuttavia, i giudici di merito avevano già accertato che si trattava di una semplice irreperibilità temporanea, o relativa, per la quale sarebbe stata necessaria la procedura prevista dall’art. 140 c.p.c. (deposito dell’atto presso la casa comunale e invio di raccomandata informativa). Addirittura, un’altra sentenza del Tribunale aveva dichiarato la falsità delle attestazioni del messo, provando che il contribuente risiedeva stabilmente a quell’indirizzo da anni.

La Decisione della Cassazione sulla notifica per irreperibilità relativa

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno chiarito che si può parlare di irreperibilità assoluta solo quando il messo notificatore, dopo aver effettuato diligenti ricerche nel Comune di domicilio fiscale, non riesce a reperire il contribuente perché trasferito in luogo sconosciuto.

Al contrario, quando la residenza e l’indirizzo sono noti ma non è possibile consegnare l’atto per assenza temporanea del destinatario (o di altre persone abilitate a riceverlo), si versa in un’ipotesi di notifica per irreperibilità relativa. In questo scenario, la procedura corretta è quella descritta dall’art. 140 del codice di procedura civile, che garantisce al destinatario di venire a conoscenza dell’atto tramite l’invio di una raccomandata. Nel caso di specie, l’assenza di qualsiasi prova di ricerche effettuate dal messo ha reso illegittima la procedura seguita, determinando la nullità della notifica e, di conseguenza, degli atti impositivi.

La Corretta Liquidazione delle Spese Legali

La Corte ha invece accolto il ricorso incidentale del contribuente, che lamentava una liquidazione delle spese processuali inferiore ai minimi tariffari e priva di motivazione. Citando una giurisprudenza consolidata, la Cassazione ha ricordato che, con le modifiche introdotte dal D.M. 37/2018 al D.M. 55/2014, il giudice non può liquidare compensi professionali riducendoli di oltre il 50% rispetto ai valori medi previsti dalle tabelle forensi. Questo limite è inderogabile (‘in ogni caso’) e mira a tutelare il decoro della professione forense e a garantire l’uniformità delle liquidazioni. La decisione impugnata, avendo liquidato una somma irrisoria senza alcuna giustificazione, è stata cassata anche su questo punto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di garantire l’effettiva conoscenza degli atti da parte del contribuente, un principio cardine dello stato di diritto. La distinzione tra irreperibilità relativa e assoluta non è un mero formalismo, ma una garanzia sostanziale. La procedura per gli irreperibili assoluti è eccezionale e può essere attivata solo come extrema ratio, ovvero quando le ricerche per individuare il nuovo recapito del contribuente all’interno del Comune abbiano dato esito negativo. L’onere di provare l’esecuzione di tali ricerche spetta all’amministrazione finanziaria. La loro omissione vizia insanabilmente la notifica. Per quanto riguarda le spese legali, la motivazione risiede nella volontà del legislatore di porre un limite rigido al potere discrezionale del giudice, stabilendo una soglia minima (il 50% dei valori medi) sotto la quale non è possibile scendere, al fine di assicurare un compenso equo e prevedibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza la posizione del contribuente di fronte a notifiche eseguite con leggerezza. Obbliga gli enti impositori e i loro messi notificatori a una maggiore diligenza, imponendo l’effettuazione di ricerche concrete prima di dichiarare un cittadino ‘sconosciuto’. In pratica, non basta recarsi a un indirizzo e non trovare nessuno per attivare la procedura più penalizzante per il destinatario. Inoltre, la decisione consolida i principi in materia di equo compenso, stabilendo che i giudici devono attenersi ai parametri ministeriali, garantendo così ai professionisti una retribuzione adeguata e non meramente simbolica.

Qual è la differenza tra irreperibilità relativa e assoluta in una notifica fiscale?
Si ha irreperibilità relativa quando il destinatario non viene trovato al suo indirizzo conosciuto, ma si presume sia solo temporaneamente assente. Si ha irreperibilità assoluta solo dopo che il messo notificatore ha effettuato ricerche nel Comune di residenza e ha accertato che il destinatario si è trasferito in un luogo sconosciuto.

Quando una notifica di un atto fiscale è nulla per irreperibilità?
La notifica è nulla se viene effettuata con la procedura per l’irreperibilità assoluta (art. 60, lett. e, d.P.R. 600/1973) quando invece si tratta di irreperibilità relativa. Quest’ultima richiede il rito dell’art. 140 c.p.c. (deposito in Comune e raccomandata informativa), che non può essere omesso in assenza di prove di adeguate ricerche sul territorio comunale.

Un giudice può liquidare le spese legali al di sotto dei minimi previsti dalla legge?
No. Secondo la Corte, in base al D.M. 55/2014 come modificato dal D.M. 37/2018, i parametri medi possono essere diminuiti, ma in ogni caso non oltre il 50%. Una liquidazione inferiore a questa soglia minima è illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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