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Notifica irreperibilità assoluta: ricerche obbligatorie

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27080/2025, ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento per irreperibilità assoluta è invalida se il messo notificatore non dimostra di aver svolto concrete e specifiche ricerche nel Comune di domicilio fiscale del contribuente, incluse quelle anagrafiche, per accertarne l’effettivo trasferimento in luogo sconosciuto. Non è sufficiente la compilazione di un modello prestampato con attestazioni generiche.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica per Irreperibilità Assoluta: Quando è Nulla?

La Corte di Cassazione è intervenuta nuovamente su un tema cruciale del contenzioso tributario: i requisiti di validità della notifica per irreperibilità assoluta di un atto impositivo. Con una recente ordinanza, i giudici hanno ribadito che la procedura semplificata prevista dall’art. 60, lett. e), del d.P.R. 600/1973 può essere attivata solo dopo che il messo notificatore abbia svolto e documentato adeguate ricerche per accertare che il contribuente si sia effettivamente trasferito in un luogo sconosciuto. La semplice compilazione di un modulo prestampato non basta a rendere legittima la notifica.

I fatti di causa

Una società impugnava un’intimazione di pagamento, lamentando la mancata notifica delle cartelle esattoriali presupposte. L’agente della riscossione si difendeva sostenendo di aver correttamente notificato gli atti secondo la procedura per i soggetti “irreperibili assolutamente”, come previsto dalla normativa tributaria.

Mentre il giudice di primo grado accoglieva le ragioni della società, ritenendo illegittima la notifica, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, considerandola invece regolare. La società, non soddisfatta, proponeva ricorso per cassazione, contestando la violazione delle norme sulla notificazione e l’errata valutazione dei presupposti per l’applicazione del rito per l’irreperibilità assoluta.

L’obbligo di ricerca nella notifica per irreperibilità assoluta

Il nodo centrale della questione riguarda la distinzione tra “irreperibilità relativa” e “irreperibilità assoluta”. La prima si verifica quando il destinatario non viene trovato all’indirizzo noto, ma senza che si abbia motivo di ritenere che si sia trasferito altrove. In questo caso, la legge prevede una procedura garantista (ex art. 140 c.p.c.) che include l’invio di una raccomandata informativa.

La notifica per irreperibilità assoluta (art. 60, lett. e, d.P.R. 600/1973), invece, si applica quando il destinatario non ha più abitazione, ufficio o azienda nel Comune del proprio domicilio fiscale e si è trasferito in un luogo sconosciuto. Questa procedura è molto più snella (deposito dell’atto nella casa comunale e affissione dell’avviso all’albo), ma proprio per questo motivo i suoi presupposti devono essere accertati con rigore.

La Corte di Cassazione ha chiarito che il messo notificatore, prima di poter dichiarare l’irreperibilità assoluta, ha l’obbligo di effettuare tutte le ricerche necessarie all’interno del Comune per verificare la situazione. Queste ricerche non possono essere superficiali, ma devono includere, in primo luogo, la consultazione dei registri anagrafici, per accertare se il trasferimento sia avvenuto all’interno o all’esterno del Comune.

La decisione della Corte di Cassazione

Accogliendo il ricorso della società, la Suprema Corte ha stabilito che la Commissione Tributaria Regionale ha errato nel considerare legittima la notifica senza prima verificare che il messo avesse effettivamente svolto le dovute ricerche. I giudici hanno sottolineato un principio ormai consolidato: la notificazione risulta invalida qualora il messo notificatore si limiti a sottoscrivere un modello prestampato che riporta espressioni generiche, senza indicare in alcun modo le ricerche concrete svolte, in particolare quelle anagrafiche. Questo comportamento, infatti, impedisce qualsiasi controllo sull’operato del pubblico ufficiale e non fornisce la prova necessaria che i presupposti per l’irreperibilità assoluta sussistessero realmente.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di bilanciare l’efficienza dell’azione amministrativa con il diritto di difesa del contribuente. Il procedimento di notifica per irreperibilità assoluta è una deroga alle forme ordinarie e, come tale, deve essere applicato solo quando sia stata oggettivamente accertata l’impossibilità di reperire il destinatario. La prova di questo accertamento non può consistere in una mera attestazione formale e generica. Deve emergere chiaramente dalla relata di notifica, o da altri atti, che sono state compiute ricerche effettive e appropriate alla situazione, volte a escludere che il destinatario fosse semplicemente assente in via temporanea (irreperibilità relativa). L’assenza di una descrizione dettagliata di tali attività rende l’operato del messo incontrollabile e, di conseguenza, la notifica illegittima.

Le conclusioni

La sentenza rafforza le tutele per i contribuenti. Viene posto un onere probatorio stringente sull’agente della riscossione, il quale deve essere in grado di dimostrare, attraverso la documentazione prodotta dal messo, che la scelta del rito semplificato per la notifica è stata preceduta da un’attività di ricerca seria e concreta. I contribuenti che ricevono un atto la cui notifica si basa su una presunta irreperibilità assoluta hanno quindi il diritto di contestarne la validità se non viene fornita la prova delle ricerche anagrafiche e delle altre indagini svolte nel comune di domicilio fiscale.

Quando una notifica per irreperibilità assoluta è considerata nulla?
Una notifica per irreperibilità assoluta è considerata nulla quando il messo notificatore non indica nella relata di notifica, o in altro modo, le specifiche ricerche che ha svolto per accertare il trasferimento del contribuente in luogo sconosciuto, limitandosi a sottoscrivere un modello prestampato con espressioni generiche.

Quali ricerche deve compiere il messo notificatore prima di dichiarare l’irreperibilità assoluta?
Il messo notificatore deve effettuare ricerche effettive nel Comune del domicilio fiscale del contribuente per verificare la sussistenza dei presupposti dell’irreperibilità assoluta. Queste ricerche devono includere, in primo luogo, la consultazione dei registri anagrafici per accertare se il trasferimento sia avvenuto all’interno dello stesso Comune o altrove.

È sufficiente una dichiarazione generica su un modulo prestampato per provare le ricerche del messo notificatore?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sufficiente. La semplice sottoscrizione di un modello prestampato che riporta espressioni generiche, senza un dettaglio delle attività di ricerca svolte, non costituisce prova adeguata e impedisce il controllo sull’operato del pubblico ufficiale, rendendo la notifica invalida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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