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Notifica esterovestizione: a chi va l’atto?

In un caso di presunta esterovestizione di una società con sede legale in Polonia, i giudici di merito avevano annullato un avviso di accertamento perché notificato all’amministratore di fatto in Italia anziché al legale rappresentante formale. La Corte di Cassazione, investita della questione, non ha emesso una decisione definitiva. Ha invece emesso un’ordinanza interlocutoria, ritenendo la questione di notifica per esterovestizione di particolare rilevanza e priva di precedenti specifici. Pertanto, ha disposto l’acquisizione dei fascicoli dei gradi precedenti per un esame completo prima di rinviare la causa a una nuova udienza pubblica per la decisione finale.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica per Esterovestizione: Amministratore di Fatto o Legale Rappresentante?

La Corte di Cassazione si trova di fronte a un dilemma cruciale in materia fiscale: in un caso di presunta esterovestizione, l’avviso di accertamento deve essere notificato al legale rappresentante formale, magari residente all’estero, o all’amministratore di fatto che opera in Italia? La questione sulla notifica per esterovestizione è al centro di una recente ordinanza interlocutoria che, anziché fornire una risposta, sceglie la via della prudenza, rinviando la decisione per approfondire il caso.

I Fatti di Causa

Una società, con sede legale dichiarata in Polonia, veniva accusata dall’Agenzia delle Entrate di esterovestizione. Secondo il Fisco, la società era di fatto gestita e amministrata in Italia, dove avrebbe dovuto presentare le dichiarazioni dei redditi e tenere le scritture contabili. Di conseguenza, l’Agenzia emetteva un avviso di accertamento per recuperare le imposte evase, notificandolo alla persona ritenuta l’amministratore di fatto della società.

Sia la società che l’amministratore di fatto impugnavano l’atto. I giudici di primo e secondo grado (Commissione Tributaria Provinciale e Regionale) accoglievano il ricorso, dichiarando la nullità dell’avviso. La motivazione era puramente procedurale: la notifica era stata effettuata a un soggetto privo della qualifica formale di legale rappresentante, carica che al momento della notifica era ricoperta da un’altra persona. Secondo i giudici di merito, l’atto impositivo doveva essere notificato al rappresentante legale pro tempore formalmente in carica, indipendentemente da chi gestisse effettivamente la società.

La questione della notifica per esterovestizione

L’Agenzia delle Entrate ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nell’invertire i termini della questione. Secondo la tesi del Fisco, la questione della validità della notifica per esterovestizione dipende proprio dall’accertamento preliminare dell’esterovestizione stessa.

Se si dimostra che la sede all’estero è fittizia, la società non è altro che una ‘società di fatto’ operante in Italia. In tale scenario, troverebbe applicazione l’articolo 62 del D.P.R. 600/73, che attribuisce la rappresentanza ai fini tributari, quando non è determinabile secondo la legge civile, alle persone che hanno l’amministrazione, anche di fatto. Di conseguenza, la notifica all’amministratore di fatto sarebbe non solo possibile, ma addirittura corretta. I giudici di merito, invece, avrebbero dovuto prima verificare l’effettiva residenza fiscale della società in Italia e solo dopo valutare la validità della notifica.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha ancora deciso nel merito. I giudici hanno riconosciuto la particolare rilevanza della questione, sottolineando l’assenza di precedenti specifici da parte della stessa Sezione. Il quesito riguardante le modalità di notifica dell’avviso di accertamento in un’ipotesi di esterovestizione è stato ritenuto complesso e meritevole di un approfondimento.

Per questo motivo, la Corte ha ritenuto necessario, prima di pronunciarsi, acquisire i fascicoli dei precedenti gradi di giudizio. L’obiettivo è verificare con esattezza chi ha proposto il ricorso originario e in quale veste. Solo dopo aver chiarito ogni aspetto procedurale, la causa sarà nuovamente calendarizzata per una trattazione in pubblica udienza e per la decisione finale.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione lascia in sospeso una questione fondamentale per la lotta all’evasione fiscale internazionale. La decisione finale avrà un impatto significativo, poiché stabilirà un principio fondamentale: in caso di esterovestizione, prevale la forma (la rappresentanza legale ufficiale) o la sostanza (la gestione effettiva)? La prudenza della Corte dimostra la delicatezza del bilanciamento tra il rispetto delle garanzie procedurali per il contribuente e la necessità di reprimere efficacemente fenomeni elusivi complessi. Per ora, gli operatori del settore restano in attesa di un verdetto che potrebbe ridisegnare le strategie di notifica degli atti impositivi in contesti transnazionali.

Perché l’avviso di accertamento è stato annullato nei primi due gradi di giudizio?
L’avviso è stato annullato perché notificato all’amministratore di fatto della società e non al suo legale rappresentante formalmente in carica al momento della notifica, come ritenuto necessario dai giudici di merito.

Qual è l’argomento principale dell’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate sostiene che, in un caso di esterovestizione, la società opera come un’entità di fatto in Italia. Pertanto, la notifica all’amministratore di fatto, ovvero colui che gestisce effettivamente l’impresa, dovrebbe essere considerata valida ai sensi della normativa tributaria.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della questione. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto l’acquisizione dei fascicoli dei precedenti gradi di giudizio per un’analisi più approfondita, rinviando la causa a una nuova udienza per la decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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