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Notifica e irreperibilità assoluta: sede inesistente

Una società ha contestato una cartella di pagamento sostenendo la mancata notifica dell’atto preliminare. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il messo notificatore attesta l’inesistenza della sede legale all’indirizzo registrato, si configura un caso di irreperibilità assoluta, rendendo valida la notifica eseguita con tale rito, anche se la società ha successivamente cambiato indirizzo.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Irreperibilità Assoluta: Quando la Notifica Fiscale è Valida Anche se la Sede è Inesistente

La notifica degli atti fiscali è un momento cruciale nel rapporto tra Fisco e contribuente. Una notifica errata può invalidare l’intero procedimento di riscossione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione sulla differenza tra irreperibilità relativa e irreperibilità assoluta, stabilendo un principio chiaro sulla validità della notifica quando la sede legale di una società risulta inesistente.

I Fatti di Causa

Una società contribuente si vedeva recapitare una cartella di pagamento per un importo di oltre 44.000 euro. L’azienda decideva di impugnare la cartella, sostenendo che l’atto presupposto (un avviso di liquidazione) non le era mai stato notificato correttamente. Secondo la società, la notifica avrebbe dovuto seguire la procedura per l’irreperibilità relativa (art. 140 c.p.c.), poiché era stata tentata presso la sede legale.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) dava torto al contribuente. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) ribaltava la decisione, accogliendo l’appello della società. La CTR riteneva che si trattasse di irreperibilità relativa, basando la sua decisione anche sul fatto che l’Agenzia delle Entrate stessa aveva annullato un’altra cartella successiva per un atto notificato allo stesso modo.

Contro questa sentenza, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione.

La Questione della Notifica e l’Irreperibilità Assoluta

Il cuore della controversia legale risiede nella distinzione tra due concetti:

Irreperibilità Relativa

Si verifica quando l’indirizzo del destinatario è corretto e conosciuto, ma al momento della consegna l’ufficiale giudiziario non trova nessuno (né il destinatario né altre persone abilitate a ricevere l’atto). In questo caso, la legge prevede una procedura specifica (art. 140 c.p.c.) che include il deposito dell’atto presso la casa comunale e l’invio di una raccomandata informativa.

Irreperibilità Assoluta

Si configura quando il destinatario è introvabile perché non si conoscono la sua residenza, dimora o domicilio. Per le società, ciò si verifica quando all’indirizzo della sede legale non viene trovata alcuna traccia dell’attività. La procedura di notifica in questo caso è diversa e regolata dall’art. 60 del D.P.R. 600/1973.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la sentenza della CTR e chiarendo in modo definitivo la questione. Il ragionamento della Corte si fonda su punti precisi:

1. L’Attestazione del Messo Notificatore: Il punto cruciale è ciò che il messo notificatore ha attestato al momento del tentativo di notifica. Nel verbale, egli aveva certificato non la semplice assenza di persone, ma l’inesistenza della sede della società a quell’indirizzo. Questa circostanza trasforma la situazione da irreperibilità relativa ad irreperibilità assoluta.

2. Il Valore Probatorio della Relazione: La relazione del messo notificatore è un atto pubblico che fa fede fino a querela di falso. Poiché la società non ha avviato questa specifica procedura per contestare la veridicità di quanto attestato, l’affermazione dell’inesistenza della sede doveva essere considerata come un fatto provato e incontestabile.

3. La Cronologia dei Fatti: La Corte ha sottolineato che la notifica contestata era avvenuta il 12 settembre 2014. La società, invece, aveva comunicato il cambio di sede solo nel marzo 2015. Pertanto, al momento della notifica, l’indirizzo era formalmente corretto, ma di fatto la sede non esisteva più lì. Questo ha giustificato pienamente la procedura per irreperibilità assoluta.

Di conseguenza, la notifica dell’atto prodromico è stata ritenuta valida e, a cascata, anche la successiva cartella di pagamento.

Conclusioni

La decisione della Cassazione stabilisce un principio fondamentale: quando un messo notificatore si reca presso la sede legale di una società e attesta non la mera assenza di persone, ma la totale inesistenza di uffici o attività riconducibili alla società, si configura una situazione di irreperibilità assoluta. In tal caso, la notifica eseguita secondo il rito previsto per questa fattispecie è pienamente valida. La relazione del messo notificatore assume un’importanza centrale e può essere contestata solo attraverso lo strumento specifico della querela di falso, non con semplici deduzioni o prove indirette.

Qual è la differenza tra irreperibilità relativa e assoluta per la notifica di un atto fiscale?
L’irreperibilità è ‘relativa’ quando l’indirizzo del destinatario è noto ma nessuno è presente per ricevere l’atto. È ‘assoluta’ quando, come nel caso di una società, all’indirizzo della sede legale registrata non viene trovata alcuna traccia dell’attività, ovvero la sede risulta ‘inesistente’. Le procedure di notifica sono diverse per i due casi.

Quando una società è considerata in stato di irreperibilità assoluta?
Una società è considerata in stato di irreperibilità assoluta quando il messo notificatore, recatosi presso l’indirizzo della sede legale risultante dai registri, attesta che in quel luogo non esiste alcun ufficio o attività riconducibile alla società destinataria dell’atto.

Che valore ha l’attestazione del messo notificatore?
La relazione di notifica redatta da un messo notificatore o da un ufficiale giudiziario è un atto pubblico. Ciò che viene attestato fa piena prova fino a quando non viene contestato con una procedura specifica chiamata ‘querela di falso’. In assenza di tale procedura, quanto scritto dal messo è considerato vero ai fini legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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