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Notifica contribuente estero: valida via raccomandata

La Corte di Cassazione ha confermato la validità della notifica di un avviso di accertamento fiscale a un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’A.I.R.E.. Secondo la Corte, la spedizione di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo estero registrato è una modalità corretta. La notifica si perfeziona per compiuta giacenza anche se il destinatario non ritira il plico, rendendo tardivo l’eventuale ricorso presentato oltre i termini.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica contribuente estero: La Cassazione conferma la validità della raccomandata

La questione della notifica al contribuente estero, specialmente se iscritto all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), è un tema cruciale nel diritto tributario, con importanti implicazioni pratiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia, confermando la piena validità della notifica effettuata tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento spedita direttamente all’indirizzo di residenza estero. Vediamo nel dettaglio il caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La contestazione di un avviso di accertamento

Un contribuente, residente all’estero e regolarmente iscritto all’A.I.R.E., impugnava un avviso di accertamento relativo all’IRPEF per l’anno 2007. Sosteneva di essere venuto a conoscenza dell’atto solo molto tempo dopo la sua emissione, ritenendo quindi la notifica irregolare.
L’Agenzia delle Entrate, al contrario, aveva provveduto a notificare l’atto tramite una raccomandata internazionale con avviso di ricevimento inviata all’indirizzo di residenza estera del contribuente, risultante proprio dai registri A.I.R.E. Nonostante l’assenza del destinatario al momento della consegna, l’agente postale estero aveva lasciato un avviso e, non essendo stato ritirato il plico, la notifica si era perfezionata per compiuta giacenza.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’Amministrazione finanziaria, dichiarando il ricorso del contribuente inammissibile perché presentato in ritardo, data la regolarità della prima notifica.

La Decisione della Cassazione sulla notifica al contribuente estero

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso del contribuente, ha respinto tutti i motivi di doglianza, confermando le decisioni dei giudici di merito.

La validità della notifica a mezzo raccomandata

Il cuore della decisione si basa sull’articolo 60 del D.P.R. 600/73. La Corte ha ricordato che, a seguito di un intervento della Corte Costituzionale e di successive modifiche legislative, per i contribuenti non residenti la notifica può essere validamente effettuata mediante spedizione di lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo della residenza estera rilevato dai registri A.I.R.E. Questa modalità è un’alternativa a quella prevista dall’art. 142 del codice di procedura civile.
Nel caso specifico, era pacifico che il contribuente fosse iscritto all’A.I.R.E. e che la raccomandata fosse stata spedita all’indirizzo corretto. La notifica si è quindi validamente perfezionata con la “compiuta giacenza”, attestata dall’agente postale francese con la dicitura “Avisé et non reclamé” (avvisato e non ritirato).

L’irrilevanza della seconda notifica e il rigetto della rimessione in termini

Il ricorrente lamentava anche irregolarità in una seconda notifica effettuata in Italia. La Corte ha chiarito che, essendo la prima notifica all’estero pienamente valida e regolare, la seconda era del tutto superflua e non necessaria.
Di conseguenza, è stata respinta anche la richiesta di rimessione in termini. La Corte ha specificato che questo istituto si applica solo in presenza di cause di forza maggiore o eccezionali, non imputabili al contribuente. Il mancato ritiro di una raccomandata regolarmente notificata non rientra in queste categorie, ma è una circostanza che ricade nella sfera di controllo del destinatario.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su un indirizzo giurisprudenziale ormai consolidato. La normativa attuale, come interpretata dalla Cassazione, mira a semplificare e rendere certa la notifica degli atti fiscali ai cittadini residenti all’estero, valorizzando l’iscrizione all’A.I.R.E. come strumento primario per l’individuazione del corretto indirizzo. L’utilizzo della raccomandata internazionale con avviso di ricevimento è considerato un mezzo idoneo a garantire la conoscibilità dell’atto. Il perfezionamento per compiuta giacenza bilancia l’esigenza di certezza del Fisco con l’onere di diligenza del contribuente, che è tenuto a monitorare la posta recapitata al proprio indirizzo di residenza dichiarato.

Le Conclusioni: Implicazioni pratiche per i cittadini A.I.R.E.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per tutti i cittadini italiani residenti all’estero: l’iscrizione all’A.I.R.E. non è una mera formalità, ma comporta precise responsabilità. È essenziale mantenere aggiornato il proprio indirizzo di residenza e prestare la massima attenzione alla corrispondenza ricevuta, inclusi gli avvisi di giacenza. La notifica di un atto fiscale si considera perfezionata e produttiva di effetti anche senza il ritiro fisico della raccomandata, facendo decorrere i termini perentori per l’impugnazione. Ignorare un avviso di giacenza può quindi comportare la definitiva preclusione della possibilità di contestare la pretesa fiscale.

Come si notifica validamente un atto fiscale a un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’A.I.R.E.?
La notifica è validamente effettuata mediante la spedizione di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo di residenza estera che risulta dai registri dell’A.I.R.E., come previsto dall’art. 60, comma 4, del d.P.R. 600/1973.

Quando si perfeziona la notifica tramite raccomandata internazionale se il destinatario non la ritira?
La notifica si perfeziona per “compiuta giacenza”. Ciò avviene quando, dopo il tentativo di consegna non andato a buon fine, l’atto rimane depositato presso l’ufficio postale per il periodo previsto dalla legislazione locale e il destinatario, pur essendo stato avvisato, non lo ritira.

È possibile chiedere la rimessione in termini se non si è venuti a conoscenza dell’atto per mancato ritiro della raccomandata?
No, la Corte ha stabilito che il mancato ritiro di una raccomandata regolarmente recapitata all’indirizzo corretto non costituisce una causa di forza maggiore o un impedimento non imputabile che giustifichi la rimessione in termini. Rientra nella sfera di diligenza del contribuente controllare la propria posta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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