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Notifica cartella pagamento: la relata sulla copia basta?

Un contribuente ha impugnato diverse cartelle esattoriali sostenendo la non esistenza della notifica, poiché la copia in suo possesso era priva della relata. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel caso di notifica cartella pagamento effettuata direttamente dall’agente di riscossione tramite raccomandata, la validità dell’atto è garantita dalla completezza della relata sull’originale conservato dal notificante. L’assenza sulla copia del destinatario costituisce una mera irregolarità che non inficia la notifica né permette di impugnare l’atto oltre i termini di decadenza.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella di Pagamento: Cosa Conta Davvero, l’Originale o la Copia?

La corretta notifica cartella di pagamento rappresenta un momento cruciale nel rapporto tra Fisco e contribuente, poiché da essa decorrono i termini per l’impugnazione. Ma cosa succede se la copia dell’atto consegnata al destinatario è incompleta e manca della relazione di notifica? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, stabilendo un principio fondamentale: a contare è la regolarità dell’originale conservato dall’ente notificatore.

I Fatti di Causa

Un imprenditore si opponeva a diciotto cartelle di pagamento per un importo superiore al milione di euro, lamentando l’inesistenza della notifica. Il motivo? Le copie delle cartelle a lui consegnate erano prive della cosiddetta ‘relata di notifica’, ovvero l’attestazione delle operazioni svolte dal messo notificatore. Mentre in primo grado il ricorso veniva respinto, la Commissione Tributaria Regionale dava ragione al contribuente. Secondo i giudici d’appello, l’assenza della relata sulla copia rendeva la notifica giuridicamente inesistente, consentendo così al contribuente di agire in giudizio anche oltre i termini di decadenza. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Validità della Notifica della Cartella di Pagamento secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, ribaltando la decisione di secondo grado. Il punto centrale della controversia riguarda la procedura di notificazione diretta effettuata dall’Agente della riscossione, come previsto dall’art. 26 del d.P.R. 602/1973. Questa norma consente una forma semplificata di notifica, ovvero l’invio di una raccomandata con avviso di ricevimento, che segue le regole del servizio postale ordinario e non quelle, più stringenti, previste dalla legge 890/1982 per le notifiche di atti giudiziari.

La Distinzione tra Originale e Copia

Il principio affermato dalla Corte è che, per documentare la regolarità della procedura, è sufficiente la relazione apposta sull’originale dell’atto conservato dall’Agente della riscossione. La mancata apposizione della stessa relazione sulla copia consegnata al destinatario non comporta l’inesistenza della notifica, ma al massimo una mera irregolarità formale. Il perfezionamento della notifica, infatti, avviene con la consegna del plico al domicilio del destinatario, attestata dalla firma sull’avviso di ricevimento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la funzione pubblicistica dell’agente della riscossione, volta a garantire la pronta realizzazione del credito fiscale. Questa funzione giustifica l’adozione di una forma di notificazione semplificata. I giudici hanno chiarito che, ai fini del perfezionamento, è sufficiente la consegna del plico al domicilio del destinatario, senza altri adempimenti da parte dell’ufficiale postale se non quello di far apporre la firma per ricevuta. Pertanto, ritenere la notifica viziata per un requisito formale non previsto dalla norma in esame – come la completezza della relata sulla copia – sarebbe un errore di diritto. La C.T.R. ha sbagliato nel non attenersi a questi principi, dichiarando l’inesistenza di una notifica che invece era pienamente valida ed efficace.

Conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’importante lezione pratica: un contribuente che riceve una cartella di pagamento non può limitarsi a contestarne la validità basandosi unicamente su un’eventuale incompletezza della copia in suo possesso. La notifica della cartella di pagamento è valida se l’originale è in regola. L’assenza della relata sulla copia del destinatario non è un vizio che rende la notifica ‘inesistente’ e, di conseguenza, non permette di aggirare i brevi termini di impugnazione. Per contestare efficacemente la notifica, è necessario dimostrare un vizio nella procedura seguita dall’ente, il che potrebbe richiedere un accesso agli atti per visionare l’originale della cartella e la relativa documentazione di spedizione.

La notifica di una cartella di pagamento è valida se la copia consegnata al contribuente non ha la relata di notifica?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, è valida. Per le notifiche effettuate tramite raccomandata diretta dall’Agente della riscossione, la regolarità della procedura è attestata dalla relata apposta sull’originale dell’atto, non sulla copia del destinatario. La sua assenza sulla copia è considerata una semplice irregolarità.

Quale procedura si applica per la notifica diretta delle cartelle di pagamento da parte dell’Agente della riscossione?
Si applica la procedura semplificata prevista dall’art. 26 del d.P.R. n. 602/1973, che si avvale del servizio postale ordinario tramite raccomandata con avviso di ricevimento. Non si applicano le norme più complesse sulle notificazioni a mezzo posta di atti giudiziari (legge n. 890/1982).

È possibile impugnare una cartella di pagamento oltre i termini di legge se la copia ricevuta è incompleta?
No. L’incompletezza della relata di notifica sulla copia del destinatario non rende la notifica giuridicamente ‘inesistente’. Di conseguenza, questo difetto non autorizza il contribuente a impugnare l’atto oltre i termini perentori di decadenza previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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