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Notifica cartella esattoriale: quando inizia a decorrere?

Una società impugna una cartella esattoriale, ma il ricorso viene dichiarato tardivo. La Cassazione chiarisce i termini per la notifica cartella esattoriale in caso di irreperibilità relativa del destinatario, stabilendo che il termine per impugnare decorre dal ricevimento della raccomandata informativa o, in mancanza, dal decimo giorno successivo alla sua spedizione, confermando la decisione dei giudici di merito.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella Esattoriale e Irreperibilità: La Cassazione sui Termini per l’Impugnazione

La corretta notifica cartella esattoriale è un momento cruciale nel rapporto tra Fisco e contribuente, poiché da essa dipendono i termini per esercitare il proprio diritto di difesa. Ma cosa succede se il destinatario è temporaneamente irreperibile? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su come si calcola il termine per l’impugnazione in questi casi, confermando un orientamento consolidato.

La Vicenda Processuale

Una società del settore legnami impugnava una cartella esattoriale con cui le veniva irrogata una sanzione pecuniaria. Il ricorso, tuttavia, veniva dichiarato inammissibile sia dalla Commissione Tributaria Provinciale sia da quella Regionale perché presentato oltre il termine di legge.

I giudici di merito ritenevano che il termine per impugnare fosse scaduto. La notifica era avvenuta secondo la procedura prevista per l’irreperibilità relativa del destinatario (art. 140 c.p.c.), e il conteggio del termine partiva dal decimo giorno successivo alla spedizione della raccomandata informativa, non essendo stata provata una data di ricezione anteriore.

La società, non soddisfatta, ricorreva in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. Errore nel calcolo del dies a quo: secondo la ricorrente, il termine per l’impugnazione doveva decorrere solo dalla prova dell’effettiva ricezione della raccomandata informativa.
2. Violazione del litisconsorzio processuale: in appello, la società non aveva notificato l’atto all’Agenzia delle Entrate, anch’essa parte del giudizio di primo grado. Tale omissione, a suo dire, avrebbe dovuto comportare un ordine di integrazione del contraddittorio da parte del giudice, e non la declaratoria di inammissibilità.

La corretta notifica della cartella esattoriale in caso di irreperibilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo infondato il primo motivo, considerato assorbente e decisivo rispetto al secondo. Gli Ermellini hanno ribadito i principi che governano la notifica cartella esattoriale in caso di irreperibilità relativa del destinatario, come disciplinata dall’art. 140 del codice di procedura civile.

La procedura prevede tre passaggi fondamentali:
1. Deposito di una copia dell’atto presso la casa comunale.
2. Affissione di un avviso di deposito alla porta dell’abitazione del destinatario.
3. Spedizione di una raccomandata con avviso di ricevimento (la cosiddetta ‘raccomandata informativa’) per comunicare l’avvenuto deposito.

I termini per l’impugnazione della cartella esattoriale

Il punto centrale della controversia era stabilire da quale momento la notifica si considera perfezionata per il destinatario e, di conseguenza, da quando inizia a decorrere il termine per impugnare l’atto.

La Corte ha chiarito, richiamando la giurisprudenza costituzionale e di legittimità, che il perfezionamento per il destinatario si realizza alternativamente:
– Nel giorno in cui riceve la raccomandata informativa.
– Oppure, se la data di ricezione non è provata o è successiva, al decimo giorno dalla data di spedizione della stessa raccomandata (cosiddetta ‘compiuta giacenza’).

Le Motivazioni

La Cassazione ha spiegato che la tesi della società ricorrente, secondo cui sarebbe sempre necessaria la prova della ricezione effettiva, è errata. Il meccanismo della compiuta giacenza serve proprio a bilanciare il diritto di difesa del contribuente con l’esigenza di certezza dell’azione amministrativa, evitando che l’assenza del destinatario possa paralizzare indefinitamente il procedimento di notifica.

Nel caso di specie, la cartella era stata depositata in Comune e la raccomandata informativa spedita il 22 dicembre 2010. In assenza di prova di una ricezione precedente, il termine per l’impugnazione ha iniziato a decorrere dal decimo giorno successivo, ovvero dal 2 gennaio 2011. Di conseguenza, il ricorso notificato il 31 marzo 2011 è stato correttamente giudicato tardivo.

Poiché la tardività dell’impugnazione originaria è stata confermata, la Corte ha ritenuto superfluo esaminare la seconda censura relativa alla mancata integrazione del contraddittorio in appello. La tardività del ricorso di primo grado, infatti, rende irrilevante ogni vizio procedurale del successivo grado di giudizio.

Conclusioni

Questa pronuncia consolida un principio fondamentale in materia di notifiche fiscali: in caso di irreperibilità relativa, il contribuente non può attendere indefinitamente la raccomandata informativa. Il termine per impugnare una notifica cartella esattoriale inizia a decorrere o dal giorno della sua ricezione o, al più tardi, trascorsi dieci giorni dalla sua spedizione. È quindi essenziale per i contribuenti e i loro consulenti monitorare attentamente la corrispondenza e agire tempestivamente per non incorrere in decadenze che precludono la possibilità di difendersi nel merito della pretesa tributaria.

Quando si perfeziona la notifica di una cartella esattoriale se il destinatario è temporaneamente irreperibile?
La notifica si perfeziona per il destinatario al momento della ricezione della raccomandata informativa che lo avvisa del deposito dell’atto in Comune, oppure, se anteriore, al decimo giorno dalla data di spedizione di tale raccomandata (compiuta giacenza).

Da quale giorno inizia a decorrere il termine per impugnare una cartella esattoriale notificata secondo l’art. 140 c.p.c.?
Il termine per impugnare (dies a quo) decorre dal giorno di perfezionamento della notifica, ovvero dalla data di ricezione della raccomandata informativa o, in mancanza di prova di ricezione, dal decimo giorno successivo alla spedizione della stessa.

Cosa succede se in appello non viene notificato l’atto a tutte le parti del primo grado?
In linea di principio, l’omessa notifica a una parte necessaria (litisconsorte) dovrebbe portare il giudice a ordinare l’integrazione del contraddittorio. Tuttavia, se il ricorso originario è tardivo, come nel caso esaminato, la questione diventa irrilevante poiché la tardività del primo atto processuale rende inammissibile l’intero giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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