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Notifica cartella esattoriale: quando è valida?

Un contribuente ha impugnato una cartella di pagamento sollevando diverse eccezioni procedurali, tra cui la presunta invalidità della notifica per irreperibilità e via PEC, e l’irregolare costituzione in giudizio dell’ente riscossore. La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando principi consolidati. In particolare, ha stabilito che la notifica cartella esattoriale è valida se effettuata via PEC tramite un file PDF non firmato digitalmente e che la relazione dell’ufficiale notificatore sull’irreperibilità del destinatario fa piena prova fino a querela di falso.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella Esattoriale: la Cassazione fa il punto sulla validità

La corretta notifica cartella esattoriale è un momento cruciale nel rapporto tra Fisco e contribuente, poiché da essa decorrono i termini per l’opposizione e per il pagamento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15443 del 2025, offre importanti chiarimenti su diversi aspetti procedurali spesso oggetto di contenzioso, come la notifica via PEC, quella per irreperibilità e la rappresentanza in giudizio degli enti impositori. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso: la contestazione della cartella di pagamento

Un contribuente si vedeva notificare una cartella di pagamento per IRPEF e addizionali. Ritenendo l’atto viziato sotto molteplici profili, decideva di impugnarlo dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale. Il suo ricorso veniva però rigettato, così come il successivo appello presso la Commissione Tributaria Regionale. Giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, il contribuente affidava le sue speranze a ben otto motivi di ricorso, spaziando da questioni sulla costituzione in giudizio dell’Agenzia delle Entrate Riscossione a vizi specifici della notifica.

Le censure sulla validità della notifica cartella esattoriale e non solo

I motivi di ricorso presentati dal contribuente toccavano diversi nervi scoperti del processo tributario:

* Rappresentanza in giudizio: Si contestava che l’Agenzia dovesse avvalersi obbligatoriamente dell’Avvocatura dello Stato e che, in ogni caso, i suoi difensori non fossero stati assunti tramite concorso pubblico.
* Notifica per irreperibilità: Il ricorrente lamentava la mancanza di prova dei presupposti per procedere con il rito degli irreperibili (art. 140 c.p.c.), ritenendo la notifica nulla.
* Notifica via PEC: Si sosteneva l’invalidità della notifica di un’intimazione di pagamento perché effettuata inviando una copia digitale del documento priva di attestazione di conformità.
Prescrizione e altri vizi: Venivano inoltre sollevate questioni relative all’interruzione della prescrizione e all’applicazione del principio del favor rei*.

La Corte Suprema ha esaminato e respinto uno per uno tutti i motivi di ricorso, consolidando orientamenti giurisprudenziali di grande rilevanza.

Le motivazioni della Corte

La Cassazione ha chiarito diversi punti fondamentali. In primo luogo, ha ribadito che l’Agenzia delle Entrate Riscossione non è tenuta a ricorrere sempre e comunque al patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, specie nel contenzioso tributario di merito. Le questioni relative all’organizzazione interna dell’ente, come le modalità di assunzione dei propri legali, sono state giudicate irrilevanti ai fini della validità della sua costituzione in giudizio.

Sul punto cruciale della notifica cartella esattoriale, la Corte ha confermato due principi chiave. Riguardo alla notifica per irreperibilità (relativa), i giudici hanno sottolineato che la relazione dell’ufficiale notificatore, che attesta l’assenza del destinatario e di altre persone idonee a ricevere l’atto presso la sua abitazione, è assistita da fede pubblica. Tale attestazione fa piena prova fino a quando non venga contestata con lo specifico strumento della querela di falso, non proposta nel caso di specie.

Altrettanto importante è stata la statuizione sulla notifica via Posta Elettronica Certificata (PEC). La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: la notifica di una cartella di pagamento è perfettamente valida anche se viene allegata al messaggio PEC una semplice copia per immagini in formato PDF dell’atto originale cartaceo. Non è richiesta, secondo la normativa vigente, né una firma digitale sulla copia né una specifica attestazione di conformità.

Infine, sono state respinte le censure relative alla prescrizione, ritenendo inammissibile l’impugnazione diretta del ruolo per far valere una prescrizione successiva alla notifica della cartella, e inammissibile la contestazione sulla decadenza del potere impositivo, che avrebbe dovuto essere sollevata contro l’avviso di accertamento originario.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza la stabilità degli atti di riscossione, ponendo paletti precisi alle possibilità di impugnazione da parte del contribuente. Emerge con chiarezza che le contestazioni puramente formali, che non incidono sulla sostanza della pretesa e sulla possibilità di difesa, hanno scarse probabilità di successo. La validità della notifica cartella esattoriale via PEC tramite file PDF e la forza probatoria della relazione dell’ufficiale notificatore in caso di irreperibilità sono confermate come pilastri del sistema di riscossione. Per i contribuenti, ciò significa che è fondamentale concentrare la propria difesa sui vizi sostanziali della pretesa tributaria o su errori procedurali gravi, documentabili e contestabili con gli strumenti giuridici appropriati, come la querela di falso.

È valida la notifica di una cartella esattoriale via PEC se viene inviata solo una copia PDF non firmata digitalmente?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la notifica può avvenire allegando al messaggio PEC una copia per immagini su supporto informatico (come un file PDF) del documento originale cartaceo, e nessuna norma impone che tale copia debba essere sottoscritta con firma digitale.

Quando si può usare la procedura di notifica per ‘irreperibilità relativa’ e che valore ha la relazione dell’ufficiale notificatore?
Questa procedura si utilizza quando il destinatario (o altre persone abilitate a ricevere l’atto) risulta temporaneamente assente presso la sua residenza o luogo di lavoro. La relazione dell’ufficiale notificatore che attesta tale assenza è un atto pubblico assistito da fede privilegiata e fa piena prova fino a querela di falso.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve sempre essere difesa dall’Avvocatura dello Stato?
No. La Corte ha chiarito che, specialmente nei giudizi dinanzi alle corti di giustizia tributaria, le convenzioni in essere possono esonerare l’Agenzia dal ricorrere alla difesa erariale, consentendole di avvalersi di avvocati del libero foro senza necessità di specifiche delibere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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