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Notifica cartella esattoriale: quando è nulla?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5636/2024, chiarisce importanti aspetti sulla validità della notifica della cartella esattoriale. La Corte ha stabilito che la notifica è nulla se, in caso di irreperibilità relativa del destinatario, la comunicazione di avvenuto deposito (CAD) riporta la dicitura ‘sconosciuto’. Al contrario, ha confermato che la notifica via PEC non richiede la firma digitale e che l’uso di un indirizzo non ufficiale ma chiaramente riconducibile al mittente è valido. La richiesta di definizione agevolata della società è stata respinta.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella Esattoriale: La Cassazione Chiarisce i Vizi di Nullità

La corretta notifica della cartella esattoriale è un presupposto fondamentale per la validità delle pretese del Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui requisiti di validità di tale notifica, in particolare riguardo ai casi di irreperibilità del destinatario e all’invio tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Analizziamo insieme la decisione per capire quando un contribuente può contestare con successo un atto di riscossione.

I Fatti del Caso: Dal Preavviso di Ipoteca al Ricorso in Cassazione

Una società a responsabilità limitata ha impugnato una comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria basata su sette diverse cartelle di pagamento. Il ricorso è stato inizialmente respinto dalla Commissione Tributaria Provinciale. In appello, la Commissione Tributaria Regionale ha parzialmente accolto le ragioni della società, dichiarando illegittime due delle sette cartelle perché non ritualmente notificate. Non soddisfatta, la società ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando quattro distinti motivi di contestazione relativi alla validità della notifica delle restanti cartelle e alla motivazione dell’atto impugnato.

La Questione della Definizione Agevolata

Mentre il processo era pendente in Cassazione, la società ha tentato di avvalersi della definizione agevolata delle liti, una procedura che permette di chiudere i contenziosi con il Fisco a condizioni vantaggiose. L’Agenzia delle Entrate ha però respinto la richiesta. La motivazione del diniego si basava sul fatto che l’Agenzia non era stata parte nei precedenti gradi di giudizio (dove era presente solo l’Agente della Riscossione) e, di conseguenza, non poteva essere considerata ‘soccombente’, requisito richiesto dalla normativa per accedere alla definizione agevolata. La Cassazione ha confermato la correttezza di questo diniego.

La Decisione della Corte sulla Notifica della Cartella Esattoriale

La Corte Suprema si è concentrata sull’analisi dei motivi di ricorso presentati dalla società, fornendo principi di diritto cruciali per la materia.

L’Irreperibilità Relativa: Quando la Notifica è Invalida

Il motivo di ricorso che è stato accolto riguardava la notifica di una cartella effettuata ai sensi dell’art. 140 c.p.c. (irreperibilità relativa del destinatario). In questi casi, la procedura prevede il deposito dell’atto presso la casa comunale e l’invio di una raccomandata informativa, la cosiddetta Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD). Nel caso specifico, dalla ricevuta della CAD risultava che il destinatario era ‘sconosciuto’ a quell’indirizzo. La Cassazione ha stabilito che tale circostanza rende la notificazione non perfezionata e, quindi, nulla. È un punto fondamentale: la semplice esecuzione delle formalità non basta se l’esito finale, come attestato dall’agente postale, dimostra l’impossibilità di raggiungere il destinatario.

Notifica via PEC: Firma Digitale e Indirizzo del Mittente

La Corte ha invece respinto gli altri motivi. In particolare, ha ribadito un principio ormai consolidato: la copia informatica di una cartella di pagamento, originariamente cartacea e notificata via PEC, non necessita di firma digitale per essere valida. Inoltre, ha chiarito che l’utilizzo di un indirizzo PEC da parte dell’Agente della Riscossione non incluso nei pubblici elenchi non invalida la notifica, a condizione che tale indirizzo sia chiaramente e inequivocabilmente riconducibile al mittente, senza creare incertezza nel destinatario.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su un’attenta distinzione tra i vari vizi di notifica. Per quanto riguarda la notifica ex art. 140 c.p.c., la Suprema Corte ha dato prevalenza all’effettiva conoscibilità dell’atto. Se la comunicazione che dovrebbe perfezionare la notifica attesta che il destinatario è sconosciuto, l’intero procedimento è viziato, perché viene a mancare il presupposto della presunzione di conoscenza. Per le notifiche via PEC, invece, la Corte adotta un approccio più sostanziale che formale. L’assenza di firma digitale su una copia informatica non è ritenuta un vizio invalidante, così come l’uso di un indirizzo PEC ‘non ufficiale’ ma comunque riferibile all’ente impositore. Infine, sulla motivazione del preavviso di ipoteca, la Corte ha confermato che il semplice richiamo agli atti presupposti (le cartelle di pagamento), già noti al contribuente, è sufficiente a soddisfare l’obbligo di motivazione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre spunti operativi molto importanti per i contribuenti e i loro difensori. Sottolinea l’importanza di verificare meticolosamente ogni passaggio del processo di notificazione, specialmente le relate e le ricevute delle comunicazioni. La dicitura ‘sconosciuto’ su una CAD può essere l’elemento decisivo per far annullare una cartella esattoriale. Al contempo, la sentenza ridimensiona le possibilità di successo di contestazioni puramente formali relative alle notifiche via PEC, come la mancanza di firma digitale, orientando il contenzioso verso questioni più sostanziali. La decisione di cassare con rinvio la sentenza impugnata, limitatamente al motivo accolto, significa che il caso tornerà alla Commissione Tributaria Regionale, che dovrà riesaminare la questione attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

Quando una notifica di una cartella di pagamento si considera non perfezionata in caso di irreperibilità del destinatario?
Secondo l’ordinanza, la notifica non si perfeziona se, dopo il compimento delle formalità previste dall’art. 140 c.p.c. (deposito in casa comunale e invio raccomandata), dalla ricevuta della comunicazione di avvenuto deposito (CAD) risulta che il destinatario è ‘sconosciuto’ all’indirizzo.

La copia di una cartella di pagamento inviata via PEC deve avere la firma digitale per essere valida?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, in assenza di specifiche prescrizioni normative, la copia su supporto informatico di una cartella di pagamento, originariamente cartacea, notificata a mezzo PEC non deve essere necessariamente sottoscritta con firma digitale per essere considerata valida.

È sufficiente il richiamo alle cartelle di pagamento per motivare un preavviso di iscrizione ipotecaria?
Sì. La Corte ha stabilito che il preavviso di iscrizione ipotecaria è correttamente motivato mediante il richiamo agli atti presupposti (le cartelle di pagamento), in quanto questi sono atti già destinati e conosciuti dalla stessa parte e non necessitano, quindi, di essere allegati all’atto impugnato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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