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Notifica cartella di pagamento: PDF o P7M? Decide la Corte

Una società contribuente ha contestato una cartella di pagamento per IRES e IVA, eccependo l’invalidità della notifica via PEC. La Commissione Tributaria Regionale ha accolto il ricorso, ritenendo la notifica nulla perché l’allegato era un file .pdf anziché .p7m e perché non erano stati depositati i file informatici della comunicazione. L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato la causa a nuovo ruolo, senza decidere nel merito, a causa di un difetto nella comunicazione della data d’udienza a una delle parti.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella di Pagamento: la Cassazione fa il punto sul formato del file

La validità della notifica di una cartella di pagamento tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) è un tema di cruciale importanza nel contenzioso tributario. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha messo in pausa una decisione su un caso emblematico, dove si discute se un allegato in formato .pdf sia sufficiente o se sia indispensabile il formato .p7m, tipico dei file firmati digitalmente. Analizziamo questa vicenda per capire le questioni legali in gioco e le ragioni del rinvio.

I Fatti del Caso

A seguito di un controllo automatizzato sulla dichiarazione dei redditi di una società per l’anno 2011, l’Amministrazione Finanziaria ha iscritto a ruolo un importo significativo per omesso versamento di IRES e IVA, comprensivo di interessi e sanzioni. Di conseguenza, l’Agente della Riscossione ha emesso e notificato alla società una cartella di pagamento.

La società ha impugnato la cartella dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (C.t.p.), ma il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività. Non dandosi per vinta, la contribuente ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale (C.t.r.), la quale ha ribaltato la decisione di primo grado. La C.t.r. ha accolto le ragioni della società, annullando l’atto impugnato sulla base di un presunto vizio nella notifica.

I Motivi del Ricorso e la Notifica della Cartella di Pagamento

L’Amministrazione Finanziaria ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando la decisione della C.t.r. con due motivi principali, entrambi incentrati sulla validità della notifica della cartella di pagamento.

Primo Motivo: la Prova della Notifica

L’Agenzia ha sostenuto che la C.t.r. avesse errato nel ritenere non provata la validità della notifica solo perché non erano stati depositati in giudizio i file informatici della PEC. Secondo la difesa erariale, la produzione della ricevuta di avvenuta consegna della PEC sarebbe stata una prova sufficiente a dimostrare il perfezionamento della notifica all’indirizzo certificato della società.

Secondo Motivo: il Formato del File (.pdf vs .p7m)

Il secondo e più rilevante motivo di ricorso riguardava il formato del file allegato. La C.t.r. aveva invalidato la notifica perché la cartella di pagamento era stata inviata come un semplice file “.pdf” e non come un file con estensione “.p7m”, che attesta la firma digitale. L’Amministrazione Finanziaria ha argomentato che tale requisito, previsto da specifiche norme tecniche per il processo civile telematico, non sarebbe applicabile al processo tributario, per il quale un file .pdf è da considerarsi valido.

La Decisione Interlocutoria della Corte

Arrivata in Cassazione, la causa non ha trovato una decisione immediata. La Corte ha rilevato una questione pregiudiziale di natura puramente procedurale: non risultava che la data dell’udienza in camera di consiglio fosse stata comunicata all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Questo difetto di comunicazione viola il principio del contraddittorio, che impone di garantire a tutte le parti la possibilità di partecipare al processo e difendere le proprie ragioni.

Di conseguenza, la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria, disponendo il rinvio della causa a nuovo ruolo. Questo significa che il caso è stato messo in pausa per permettere alla Cancelleria di effettuare correttamente la comunicazione dell’udienza a tutte le parti coinvolte, sia alla difesa dell’Avvocatura Generale dello Stato sia a quella del libero foro.

Le Motivazioni

La motivazione alla base del rinvio è strettamente procedurale e fondamentale per la validità del processo. Il corretto svolgimento del giudizio di cassazione, come di ogni altro grado, presuppone che tutte le parti siano state regolarmente informate della data dell’udienza. La mancata comunicazione a una delle parti costituisce un vizio che, se non sanato, potrebbe portare alla nullità della decisione. Pertanto, la Corte ha agito in modo prudente, fermando il procedimento per assicurare il pieno rispetto del diritto di difesa e del principio del contraddittorio prima di affrontare le complesse questioni di diritto sollevate nel ricorso.

Conclusioni

Sebbene l’ordinanza non entri nel merito della disputa sulla validità della notifica via PEC e sul formato del file, essa rimanda a una futura udienza la risoluzione di un quesito di grande interesse pratico per contribuenti e professionisti. La futura sentenza chiarirà se, nel contesto del processo tributario, la notifica di una cartella di pagamento in formato .pdf sia legittima o se sia inderogabilmente richiesto il formato .p7m firmato digitalmente. Questa decisione avrà un impatto significativo sulla gestione delle notifiche telematiche da parte dell’Agente della Riscossione e sulla validità di migliaia di atti impositivi.

Perché la Commissione Tributaria Regionale aveva annullato la cartella di pagamento?
La C.t.r. aveva ritenuto invalida la notifica via PEC perché non era stata provata tramite il deposito dei file informatici della comunicazione e perché il file allegato era in formato “.pdf” anziché “.p7m”.

Quali erano i principali argomenti dell’Amministrazione Finanziaria nel suo ricorso in Cassazione?
L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che la ricevuta di avvenuta consegna della PEC fosse prova sufficiente della notifica e che l’obbligo di utilizzare il formato “.p7m” si applicasse solo al processo civile e non a quello tributario.

Per quale motivo la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la decisione perché ha rilevato che la data dell’udienza non era stata comunicata all’Agenzia delle Entrate Riscossione, un difetto procedurale che doveva essere sanato per garantire il diritto di difesa e il corretto contraddittorio tra le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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