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Notifica cartella di pagamento: le regole della Cassazione

Un contribuente ha impugnato un preavviso di fermo amministrativo, sostenendo la mancata notifica delle cartelle di pagamento presupposte e la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24684/2024, ha stabilito che la notifica cartella di pagamento effettuata dall’agente della riscossione tramite raccomandata diretta segue le norme del servizio postale ordinario, e non quelle più stringenti degli atti giudiziari. Poiché le cartelle erano state regolarmente notificate e non impugnate, il contribuente non poteva più sollevare l’eccezione di prescrizione in sede di impugnazione del preavviso. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’agente della riscossione.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella di Pagamento: Quando è Valida e Perché Impugnare Subito

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a fare chiarezza su un tema cruciale per milioni di contribuenti: la notifica cartella di pagamento. Questa decisione sottolinea l’importanza di agire tempestivamente contro gli atti di riscossione per non perdere il diritto di difendersi. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte e quali sono le implicazioni pratiche per i cittadini.

I Fatti di Causa

Un contribuente si è visto recapitare una comunicazione di preavviso di fermo amministrativo per il mancato pagamento di imposte (Irpef e addizionali). Decidendo di opporsi, ha citato in giudizio l’agente della riscossione sostenendo principalmente due punti: la mancata notifica delle tre cartelle di pagamento originarie e, in ogni caso, la prescrizione del credito. In primo grado, il giudice ha dato piena ragione al contribuente. In appello, la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato parzialmente la decisione: ha ritenuto valide le notifiche delle cartelle, ma ha comunque dichiarato prescritti i crediti relativi a due di esse. Insoddisfatto, l’agente della riscossione ha proposto ricorso in Cassazione, a cui il contribuente ha risposto con un ricorso incidentale.

La Notifica della Cartella di Pagamento secondo la Cassazione

Il punto centrale della controversia riguardava le modalità di notifica cartella di pagamento. Il contribuente sosteneva che la notifica, essendo stata eseguita a un familiare convivente o al portiere, avrebbe richiesto l’invio di una seconda raccomandata informativa, come previsto dalla legge n. 890/1982 per gli atti giudiziari.

La Suprema Corte ha respinto questa tesi, ribadendo un principio consolidato: la notifica della cartella di pagamento eseguita direttamente dall’agente della riscossione tramite raccomandata con avviso di ricevimento (ai sensi dell’art. 26 del d.P.R. n. 602/1973) è una forma ‘semplificata’. Essa è regolata dalle norme del servizio postale ordinario e non da quelle, più rigorose, previste per gli atti giudiziari. Di conseguenza, la consegna del plico a persone qualificate (come un familiare convivente) si presume giunta a conoscenza del destinatario, senza necessità di ulteriori adempimenti. La notifica era, quindi, pienamente valida.

Il Principio della Cristallizzazione della Pretesa

Una volta stabilita la validità della notifica, entra in gioco un altro principio fondamentale del diritto tributario, sancito dall’art. 19 del d.lgs. n. 546/1992. Questa norma stabilisce che ogni atto impositivo autonomamente impugnabile (come la cartella di pagamento) deve essere contestato per i suoi vizi propri. Se l’atto viene regolarmente notificato e il contribuente non lo impugna nei termini di legge (solitamente 60 giorni), la pretesa tributaria in esso contenuta si ‘cristallizza’, ovvero diventa definitiva e non più contestabile.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che la Commissione Tributaria Regionale ha commesso un errore. Dopo aver correttamente accertato la regolarità della notifica delle cartelle, avrebbe dovuto dichiarare inammissibile l’eccezione di prescrizione sollevata dal contribuente. Infatti, tale eccezione riguardava un vizio proprio delle cartelle e avrebbe dovuto essere sollevata impugnando quelle, non il successivo preavviso di fermo. Poiché le cartelle non erano state opposte a tempo debito, erano diventate definitive. L’unico profilo di prescrizione che il giudice avrebbe potuto esaminare era quello relativo al periodo intercorso tra la notifica delle cartelle e la notifica del preavviso di fermo, un aspetto non sollevato in questo caso. Allo stesso modo, la Corte ha ritenuto infondato il motivo del ricorso incidentale del contribuente, con cui si lamentava la mancata notifica di un avviso di accertamento. Anche questo vizio, relativo a un atto presupposto, andava fatto valere impugnando la cartella di pagamento, non l’atto successivo.

le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’agente della riscossione, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un altro giudice per un nuovo esame. Ha rigettato, invece, il ricorso del contribuente. La lezione pratica è chiara e inequivocabile: ignorare o sottovalutare una notifica cartella di pagamento è un errore grave. Una volta decorsi i termini per l’impugnazione, diventa quasi impossibile contestare la pretesa, anche in presenza di vizi originari. È fondamentale, quindi, rivolgersi tempestivamente a un professionista per valutare ogni possibile azione difensiva non appena si riceve un atto dall’agente della riscossione.

La notifica di una cartella di pagamento a mezzo posta richiede sempre una seconda raccomandata se non viene consegnata direttamente al destinatario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la notifica eseguita direttamente dall’agente della riscossione con raccomandata A/R è regolata dalle norme del servizio postale ordinario. Pertanto, se il plico viene consegnato a un familiare convivente o al portiere, non è necessario l’invio di un’ulteriore raccomandata informativa, a differenza di quanto previsto dalla L. 890/1982.

Se ricevo un preavviso di fermo, posso contestare la prescrizione di una cartella di pagamento che non avevo impugnato a suo tempo?
No. Se la cartella di pagamento è stata regolarmente notificata e non è stata impugnata nei termini di legge, diventa definitiva. Di conseguenza, non è più possibile contestarne i vizi, inclusa la prescrizione maturata fino a quel momento, in sede di impugnazione del successivo preavviso di fermo. Si può eccepire solo la prescrizione avvenuta nel periodo tra la notifica della cartella e il preavviso.

Cosa succede se l’agente della riscossione non prova la notifica dell’avviso di accertamento presupposto alla cartella di pagamento?
Questo vizio deve essere fatto valere impugnando la cartella di pagamento. Se la cartella viene regolarmente notificata e non impugnata, non è più possibile sollevare la questione della mancata notifica dell’atto presupposto (l’avviso di accertamento) in un momento successivo, come ad esempio quando si impugna il preavviso di fermo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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