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Notifica cartella di pagamento: effetti sul socio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33870/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di riscossione. La notifica della cartella di pagamento effettuata unicamente alla società di persone è sufficiente a impedire la decadenza del diritto dell’amministrazione finanziaria di agire anche nei confronti del socio illimitatamente responsabile. Questa decisione chiarisce che l’atto notificato al debitore principale ha un effetto conservativo che si estende a tutti i coobbligati in solido, senza la necessità di una notifica individuale al socio entro lo stesso termine di decadenza.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica cartella di pagamento: basta alla società per agire contro il socio?

La responsabilità dei soci nelle società di persone rappresenta un tema di grande importanza, soprattutto quando emergono debiti tributari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un quesito fondamentale: la notifica della cartella di pagamento effettuata esclusivamente alla società è sufficiente per interrompere la decadenza e permettere al Fisco di agire contro il socio illimitatamente responsabile? Con l’ordinanza n. 33870 del 2024, la Suprema Corte ha fornito una risposta chiara, consolidando un orientamento giurisprudenziale di grande impatto pratico.

Il caso: la pretesa fiscale verso il socio uscente

Il caso in esame riguarda un ex socio e amministratore di una società in nome collettivo, il quale aveva ricevuto un’intimazione di pagamento per debiti tributari (Irap e Iva) relativi agli anni 2006-2008. Il contribuente aveva cessato la sua carica nella società nel marzo 2008. Le cartelle di pagamento presupposte erano state notificate tempestivamente alla società, ma non personalmente al socio. Quest’ultimo, ritenendo che il diritto dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di agire nei suoi confronti fosse venuto meno per decadenza, ha impugnato l’atto, dando il via a un contenzioso che è giunto fino in Cassazione.

La questione della notifica della cartella di pagamento e la decadenza

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 25 del D.P.R. n. 602/1973. Questa norma stabilisce i termini di decadenza per la notifica della cartella di pagamento. Il ricorrente sosteneva che, per evitare la decadenza, la notifica dovesse essere effettuata individualmente a ciascun coobbligato, inclusi i soci. Secondo questa tesi, la notifica alla sola società non poteva estendere i suoi effetti al socio, per il quale il termine sarebbe quindi spirato.

La Commissione Tributaria Regionale aveva respinto questa interpretazione, affermando la legittimità dell’azione contro il socio, in quanto la notifica alla società era sufficiente a cristallizzare il debito e a interrompere la prescrizione. Il socio ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando l’omessa pronuncia sulla specifica eccezione di decadenza.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: la notifica alla società è sufficiente

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, fornendo un’analisi approfondita della distinzione tra decadenza e prescrizione e del funzionamento della solidarietà tributaria.

Differenza tra decadenza e prescrizione nel diritto tributario

La Corte ha ribadito che la decadenza è un istituto che mira a garantire la certezza dei rapporti giuridici, imponendo il compimento di un determinato atto entro un termine perentorio per conservare un potere. La prescrizione, invece, estingue un diritto a causa dell’inerzia del titolare protratta nel tempo. Nel contesto fiscale, la notifica della cartella di pagamento è l’atto che impedisce la decadenza del potere di riscossione.

L’effetto conservativo della notifica della cartella di pagamento

Il punto centrale della decisione è l’interpretazione dell’art. 25 del D.P.R. 602/73, che prevede la notifica “al debitore iscritto a ruolo o al coobbligato nei confronti del quale si procede”. L’uso della congiunzione disgiuntiva “o” è stato interpretato dalla Corte come una facoltà concessa all’agente della riscossione di notificare l’atto alternativamente all’uno o all’altro dei soggetti. La notifica effettuata a uno solo dei coobbligati (in questo caso, il debitore principale, ovvero la società) è sufficiente ad assicurare l’effetto conservativo del potere di riscossione, impedendo la decadenza nei confronti di tutti.

Di conseguenza, la notifica alla società è un atto idoneo a salvaguardare il diritto del Fisco di procedere successivamente nei confronti del socio illimitatamente responsabile, nel rispetto, questa volta, dei termini di prescrizione che iniziano a decorrere da quella notifica.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

La Corte di Cassazione ha concluso che la notifica della cartella di pagamento al solo debitore principale (la società) è sufficiente per evitare la decadenza dell’azione di riscossione anche nei confronti dei soci coobbligati. Il diritto di difesa del socio è comunque garantito: egli potrà impugnare l’atto successivo a lui notificato (come l’intimazione di pagamento) e, in quella sede, contestare sia la pretesa originaria sia gli atti presupposti mai ricevuti. Questa pronuncia consolida un principio fondamentale per la gestione del contenzioso tributario nelle società di persone, chiarendo che l’obbligazione solidale permette al Fisco di radicare la propria pretesa notificando l’atto a uno solo dei debitori, con effetti che si estendono a tutti gli altri.

La notifica della cartella di pagamento solo alla società di persone impedisce la decadenza del diritto di riscossione anche nei confronti del socio?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la notifica effettuata al debitore principale (la società) ha un effetto conservativo che impedisce la decadenza del potere di riscossione nei confronti di tutti i coobbligati in solido, inclusi i soci illimitatamente responsabili, ai sensi dell’art. 25 del D.P.R. n. 602/1973.

L’effetto interruttivo della prescrizione previsto dall’art. 1310 c.c. si applica anche alla decadenza in materia tributaria?
La Corte chiarisce che non è necessario ricorrere all’art. 1310 c.c. La regola emerge direttamente dalla disciplina speciale tributaria, in particolare dall’art. 25 del D.P.R. 602/1973, che conferisce all’agente della riscossione la facoltà di notificare l’atto alternativamente al debitore principale o al coobbligato. La notifica a uno solo è sufficiente a impedire la decadenza per tutti.

Come viene tutelato il diritto di difesa del socio a cui non è stata notificata la cartella di pagamento originaria?
Il diritto di difesa del socio è pienamente tutelato. Egli può impugnare l’atto successivo che gli viene notificato (ad esempio, un’intimazione di pagamento o un avviso di mora) e, in quella sede, può contestare nel merito la pretesa tributaria, recuperando la possibilità di difendersi anche contro gli atti presupposti che non gli erano stati notificati in precedenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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