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Notifica cartella al socio: vale quella alla società?

Un ex socio ha impugnato una cartella di pagamento per debiti della sua vecchia società, sostenendo che la notifica fosse tardiva. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la notifica della cartella di pagamento, anche se tardiva ma non impugnata dalla società (debitore principale), consolida l’azione di riscossione. Di conseguenza, il socio coobbligato non può più eccepire la decadenza, che è una difesa personale del soggetto che ha ricevuto l’atto. La notifica a uno dei coobbligati interrompe la decadenza per tutti.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica della cartella di pagamento: cosa succede se arriva solo alla società e non al socio?

La responsabilità dei soci per i debiti di una società di persone è un tema che genera spesso contenziosi. Una questione cruciale riguarda la notifica della cartella di pagamento: se viene notificata solo alla società, quali sono le conseguenze per il socio illimitatamente responsabile? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti importanti, delineando i confini tra la responsabilità solidale e le eccezioni personali, come quella di decadenza.

Il caso: un ex socio e i debiti di una società cancellata

Un contribuente, ex socio di una società in nome collettivo cancellata dal registro delle imprese, si vedeva recapitare una cartella di pagamento per debiti tributari della vecchia società risalenti a diversi anni prima. Il socio aveva lasciato la compagine sociale anni prima della cancellazione della società.

La contestazione del socio: notifica tardiva

Il contribuente decideva di impugnare la cartella, eccependo principalmente la decadenza dell’Amministrazione Finanziaria dal potere di riscossione. A suo avviso, la cartella era stata notificata alla società oltre il termine di quattro mesi previsto dalla legge (art. 25 del d.P.R. 602/1973). Sebbene l’atto non fosse stato notificato a lui direttamente, riteneva che la tardività della notifica alla società invalidasse l’intera procedura anche nei suoi confronti.

La decisione della Cassazione sulla notifica della cartella di pagamento

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, ritenendolo inammissibile e basando la sua decisione su principi consolidati in materia di riscossione nei confronti dei coobbligati.

Il principio della sufficienza della notifica a uno dei coobbligati

La Corte ha ribadito che, in presenza di un debitore principale (la società) e di un coobbligato solidale (il socio), la notifica tempestiva della cartella di pagamento a uno solo di essi è sufficiente a impedire la decadenza dal potere di riscossione nei confronti di tutti. L’art. 25 del d.P.R. 602/73, infatti, usa la congiunzione disgiuntiva “o” («al debitore iscritto a ruolo o al coobbligato»), indicando un’alternatività nell’adempimento dell’onere di notifica da parte dell’agente della riscossione.

L’inammissibilità dell’eccezione di decadenza personale

Il punto cruciale della decisione risiede nella natura dell’eccezione di decadenza. Anche qualora la notifica alla società fosse stata tardiva, come nel caso di specie, questa circostanza avrebbe dovuto essere fatta valere dalla società stessa, impugnando la cartella entro i termini di legge. Poiché la società non lo ha fatto, l’azione di riscossione nei suoi confronti si è “consolidata”.

Di conseguenza, l’eccezione di tardività, avendo natura personale, non può essere sollevata dal socio coobbligato, al quale l’atto non era stato notificato in prima battuta. Il socio, quando riceve la propria cartella, può contestare il merito del debito e gli atti presupposti mai ricevuti, ma non può recuperare un’eccezione di decadenza che il debitore principale ha lasciato spirare.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che il socio di una società di persone ha il diritto di contestare la pretesa tributaria, anche facendo valere l’inesistenza del debito o la presenza di fatti estintivi. Questo diritto può essere esercitato impugnando il primo atto che gli viene notificato, come la cartella di pagamento, e contestualmente anche gli atti presupposti (es. avvisi di accertamento) che non gli erano stati comunicati. Tuttavia, la cartella notificata alla società non è un atto presupposto della cartella notificata al socio. Entrambe discendono direttamente dal ruolo, che è l’atto impositivo che formalizza il debito. Pertanto, la vicenda della notifica alla società, una volta consolidatasi per mancata impugnazione, non può più essere messa in discussione dal socio.

Le conclusioni: implicazioni per i soci di società di persone

Questa ordinanza conferma un orientamento rigoroso: la difesa contro una pretesa fiscale deve essere tempestiva e proposta dal soggetto che ne ha titolo. Per i soci di società di persone, ciò significa che non possono fare affidamento su eventuali vizi procedurali nella notifica degli atti alla società per evitare il pagamento. Se la società non si difende, l’azione di riscossione prosegue e il socio, chiamato a rispondere, potrà difendersi solo contestando il merito del debito e non più le modalità con cui l’azione è stata avviata nei confronti della società.

Un socio può contestare la tardività della notifica di una cartella di pagamento fatta solo alla società?
No. Se la società, quale debitore principale, non ha impugnato la cartella di pagamento, anche se notificata tardivamente, l’azione di riscossione si consolida. Di conseguenza, il socio coobbligato non può più sollevare l’eccezione di decadenza, poiché questa è una difesa di natura personale che doveva essere fatta valere dal destinatario dell’atto.

La notifica della cartella di pagamento a uno solo dei coobbligati (es. la società) impedisce la decadenza anche per gli altri (es. i soci)?
Sì. Secondo la giurisprudenza costante citata dalla Corte, la tempestiva notifica della cartella a uno dei debitori solidali è sufficiente a impedire la decadenza del potere di riscossione nei confronti di tutti i coobbligati.

Cosa può fare un socio a cui viene notificata una cartella per debiti della società, se non ha ricevuto gli atti precedenti come l’avviso di accertamento?
Il socio può impugnare la cartella di pagamento e, in quella stessa sede, contestare anche il merito degli atti presupposti (come l’avviso di accertamento) che non gli sono mai stati notificati. Può far valere i vizi propri di quegli atti, come l’infondatezza della pretesa tributaria, ma non può contestare i vizi procedurali della notifica avvenuta nei confronti della società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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