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Notifica cartella ai soci: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica della cartella di pagamento a una società di persone interrompe il termine di decadenza anche per i soci illimitatamente responsabili. Tuttavia, i soci conservano il diritto di impugnare la cartella successivamente notificata a loro personalmente, per non ledere il loro diritto alla difesa. La Corte ha cassato la precedente sentenza che aveva erroneamente ritenuto maturata la decadenza, rinviando il caso per un esame nel merito.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Cartella di Pagamento ai Soci: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione in materia di riscossione tributaria che coinvolge le società di persone e i loro soci. La corretta notifica della cartella di pagamento è un passaggio cruciale, e la Suprema Corte ha delineato con precisione gli effetti che essa produce sia sulla società che sui singoli soci, bilanciando le esigenze dell’erario con il diritto di difesa del contribuente.

I Fatti del Caso: Una Questione di Tempistiche

Il caso trae origine da una cartella di pagamento emessa per il recupero di imposte, sanzioni e interessi relativi agli anni 1999 e 2000. L’atto era stato notificato a una società in nome collettivo (s.n.c.) nel 2007. Successivamente, nel 2011, la medesima cartella veniva notificata anche ai due soci illimitatamente responsabili.

Questi ultimi decidevano di impugnare l’atto, sostenendo che fosse tardivo in quanto notificato oltre il termine di decadenza previsto dall’art. 25 del d.P.R. n. 602/1973. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano la tesi dei contribuenti, annullando la pretesa fiscale nei loro confronti.

L’agente della riscossione, ritenendo errata tale conclusione, proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione e gli Effetti della Notifica della Cartella di Pagamento

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’agente della riscossione, cassando la sentenza d’appello e fornendo due principi fondamentali sulla notifica della cartella di pagamento nelle società di persone.

L’Interruzione dei Termini per i Soci

Il primo punto chiarito dalla Corte riguarda l’effetto interruttivo della notifica. La notifica della cartella di pagamento, eseguita tempestivamente nei confronti della società nel 2007, ha interrotto il termine di decadenza non solo per la società stessa, ma anche per i soci illimitatamente responsabili.

Questo perché, nelle società di persone, i soci sono coobbligati in solido per i debiti sociali, inclusi quelli tributari. Di conseguenza, un atto interruttivo compiuto verso uno dei debitori in solido (la società) ha effetto anche sugli altri (i soci), ai sensi dell’art. 1310 del codice civile.

Pertanto, la successiva notifica ai soci nel 2011 non era soggetta al termine di decadenza, ma solo all’ordinario termine di prescrizione, che nel caso di specie non era ancora decorso.

Il Diritto di Difesa dei Soci Resta Salvo

Il secondo, e altrettanto importante, principio affermato è che il consolidamento del debito nei confronti della società (che non aveva impugnato la cartella del 2007) non impedisce ai soci di contestare l’atto a loro notificato.

La Cassazione ha sottolineato che negare ai soci il diritto di impugnare la cartella a loro indirizzata comprometterebbe gravemente il loro diritto di difesa. Di conseguenza, il loro ricorso non può essere dichiarato inammissibile solo perché la società non ha agito a suo tempo. Deve, invece, essere esaminato nel merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su un’interpretazione sistematica delle norme che regolano la solidarietà passiva e il diritto di difesa. Da un lato, si riconosce l’efficacia estensiva degli atti interruttivi nei rapporti tra coobbligati in solido, garantendo all’amministrazione finanziaria la possibilità di agire per il recupero del credito entro termini ragionevoli. Dall’altro, si tutela la posizione del singolo socio, il quale deve avere la possibilità di far valere le proprie ragioni in giudizio contro un atto che lo colpisce direttamente nel suo patrimonio personale. L’inammissibilità del ricorso dei soci avrebbe creato un’ingiustificata lesione del diritto costituzionalmente garantito di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza chiarisce un meccanismo fondamentale nella riscossione dei debiti tributari delle società di persone. La notifica tempestiva alla società ‘mette in sicurezza’ il credito dell’erario, interrompendo la decadenza anche verso i soci. Tuttavia, questi ultimi mantengono pienamente il loro diritto di contestare nel merito la pretesa quando la cartella viene notificata loro personalmente. La causa è stata quindi rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà ora valutare le specifiche contestazioni sollevate dai soci contro la cartella di pagamento.

La notifica della cartella di pagamento alla società interrompe i termini di decadenza anche per i soci illimitatamente responsabili?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica tempestiva alla società interrompe il termine di decadenza anche nei confronti dei soci, in quanto coobbligati in solido per i debiti sociali.

Se la cartella di pagamento notificata alla società non viene impugnata e diventa definitiva, i soci possono ancora contestare la successiva cartella notificata a loro?
Sì. Nonostante il consolidamento del debito in capo alla società, i soci conservano il diritto di impugnare la cartella di pagamento a loro specificamente notificata per non compromettere il loro diritto di difesa. Il loro ricorso non può essere dichiarato inammissibile per questo motivo.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione in questo caso?
La sentenza del giudice d’appello è stata annullata e la causa rinviata. Il nuovo giudice dovrà esaminare nel merito i motivi di ricorso presentati dai soci contro la cartella di pagamento, senza poterli dichiarare inammissibili sulla base della mancata impugnazione da parte della società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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