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Notifica C.A.D.: quando si perfeziona la consegna?

Un contribuente impugna un avviso di accertamento ritenendolo tardivo, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica C.A.D. (Comunicazione di Avvenuto Deposito). La Corte di Cassazione respinge il ricorso, chiarendo che la notifica si perfeziona dopo dieci giorni dalla data in cui la C.A.D. viene immessa nella cassetta postale del destinatario, a condizione che l’ente impositore fornisca la prova di tale consegna tramite l’avviso di ricevimento. La data del ritiro fisico dell’atto da parte del contribuente è irrilevante ai fini del calcolo dei termini per l’impugnazione.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica C.A.D. e Avvisi Fiscali: La Prova della Consegna in Cassetta è Sufficiente

La corretta notifica degli atti fiscali è un momento cruciale che determina la validità delle pretese dell’erario e il diritto di difesa del contribuente. Un errore in questa fase può vanificare l’intero procedimento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna a fare chiarezza su un aspetto fondamentale: la notifica C.A.D. (Comunicazione di Avvenuto Deposito) e la prova necessaria per considerarla perfezionata. Il caso analizzato dimostra come la prova dell’immissione della raccomandata informativa nella cassetta postale del destinatario sia sufficiente a far decorrere i termini per l’impugnazione, rendendo irrilevante il momento del ritiro fisico dell’atto.

I Fatti del Caso

Un contribuente riceveva un avviso di accertamento fiscale. L’atto veniva notificato tramite il servizio postale, ma a causa della temporanea assenza del destinatario, l’agente postale lasciava un avviso di giacenza e l’atto veniva depositato presso l’ufficio postale. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate spediva la prescritta notifica C.A.D., ovvero la raccomandata informativa per avvisare il contribuente del deposito.

Il contribuente, sostenendo di non aver mai ricevuto tale C.A.D., veniva a conoscenza dell’atto solo mesi dopo, ritirandolo casualmente presso l’ufficio postale. A quel punto, proponeva ricorso, ma le commissioni tributarie di primo e secondo grado lo dichiaravano inammissibile per tardività. Secondo i giudici, il termine di 60 giorni per l’impugnazione era decorso a partire dal decimo giorno successivo alla data in cui la C.A.D. era stata inviata, data in cui la notifica si era legalmente perfezionata per compiuta giacenza.

La questione della prova della notifica C.A.D. in Cassazione

Il contribuente si rivolgeva alla Corte di Cassazione, lamentando che i giudici di merito avessero erroneamente ritenuto sufficiente la sola prova della spedizione della C.A.D. da parte dell’Agenzia. Secondo la sua tesi, per perfezionare la notifica, l’ente impositore avrebbe dovuto produrre in giudizio l’avviso di ricevimento della C.A.D. stessa, l’unico documento in grado di attestare l’effettiva ricezione della comunicazione da parte del destinatario. In assenza di tale prova, la notifica doveva considerarsi nulla e il termine per l’impugnazione non poteva essere iniziato a decorrere.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, ma con una precisazione fondamentale che chiarisce la dinamica probatoria. I giudici supremi hanno constatato che, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, l’Agenzia delle Entrate aveva effettivamente depositato in giudizio non solo la prova della spedizione, ma anche l’avviso di ricevimento della raccomandata contenente la C.A.D.

Su tale avviso di ricevimento, l’agente postale aveva attestato l’avvenuta consegna tramite immissione nella cassetta postale del destinatario in una data certa. Questo documento, secondo la Corte, costituisce la prova piena e sufficiente del perfezionamento del procedimento di notifica.

La Corte ha quindi ribadito il seguente principio:
1. In caso di assenza del destinatario, la notifica si perfeziona con l’invio della notifica C.A.D.
2. L’onere della prova per l’ente notificante è assolto con la produzione in giudizio dell’avviso di ricevimento di tale C.A.D., che attesti la sua consegna all’indirizzo del destinatario.
3. La consegna si considera validamente avvenuta anche con la semplice immissione della busta nella cassetta della posta.
4. Dal momento di tale consegna, decorre il termine di 10 giorni di giacenza, al termine del quale la notifica si ha per perfezionata per il destinatario (‘compiuta giacenza’).

Nel caso specifico, essendo stato provato che la C.A.D. era stata immessa in cassetta il 4 gennaio 2019, la notifica si era perfezionata il 14 gennaio 2019. Il ricorso, presentato a maggio, era quindi irrimediabilmente tardivo.

Conclusioni

Questa pronuncia sottolinea l’importanza per il contribuente di monitorare attentamente la propria cassetta postale. La legge presume la conoscenza degli atti una volta che il procedimento di notifica sia stato completato regolarmente, anche se il destinatario non ha materialmente ritirato il plico. La prova fornita dall’avviso di ricevimento della C.A.D., che attesta l’immissione in cassetta, è sufficiente a far scattare la presunzione legale di conoscenza e, di conseguenza, a far decorrere i termini perentori per l’impugnazione. Attendere il ritiro fisico dell’atto o ignorare le comunicazioni postali può avere conseguenze gravi, come la perdita del diritto di contestare la pretesa fiscale.

Cosa deve provare l’Agenzia delle Entrate per dimostrare una notifica valida in caso di assenza del destinatario?
Deve produrre in giudizio l’avviso di ricevimento della raccomandata C.A.D. (Comunicazione di Avvenuto Deposito), dal quale risulti che tale comunicazione è stata recapitata all’indirizzo del destinatario, anche mediante semplice immissione nella cassetta postale.

Da quando inizia a decorrere il termine per impugnare un atto se non viene ritirato alla posta?
Il termine per l’impugnazione decorre dal decimo giorno successivo alla data in cui la raccomandata C.A.D. è stata consegnata (ad esempio, immessa in cassetta postale). Questo meccanismo è noto come ‘compiuta giacenza’.

Il ritiro effettivo dell’atto dall’ufficio postale ha importanza per il calcolo dei termini di impugnazione?
No. Se la procedura di notifica si è perfezionata regolarmente tramite compiuta giacenza, la data in cui il contribuente ritira fisicamente l’atto dall’ufficio postale è del tutto irrilevante per il calcolo del termine di 60 giorni per proporre ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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