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Notifica atto tributario: validità e tempi certi

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un contribuente, confermando la regolarità della notifica atto tributario anche in assenza della firma del destinatario sulla cartolina di ritorno (CAD), purché sia provata la spedizione della comunicazione di avvenuto deposito. La Corte ha altresì dichiarato inammissibile la censura relativa alla mancata sospensione del giudizio per querela di falso, non essendo stati riportati gli esatti termini della querela e del verbale di udienza.

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Pubblicato il 30 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La validità della notifica atto tributario: le chiarificazioni della Cassazione

La notifica atto tributario è un momento cruciale nel contenzioso fiscale. Un recente pronunciamento della Suprema Corte ha fatto chiarezza su aspetti fondamentali relativi alla validità e alla tempestività di tale notifica, in particolare quando la cartolina di ritorno di una raccomandata con avviso di ricevimento (CAD) non riporta la firma del destinatario ma la dicitura ‘immesso-imbucato’. Questa decisione fornisce importanti indicazioni per i contribuenti e i professionisti del settore.

Il caso in esame: Notifica atto tributario e la questione della firma

Il caso riguardava il ricorso di un contribuente avverso un estratto di ruolo relativo a tributi degli anni precedenti. Il contribuente contestava la regolarità della notifica dell’atto impositivo, sostenendo la sua inesistenza o nullità a causa dell’assenza della firma sulla cartolina di ritorno del CAD, sostituita dalla dicitura ‘immesso-imbucato’. Le Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale avevano respinto le sue istanze, ritenendo la notifica valida e il ricorso tardivo.

Il contribuente aveva proposto anche una querela di falso in sede civile relativamente alla sottoscrizione sulla ricevuta di comunicazione dell’avvenuto deposito, chiedendo la sospensione del processo tributario. Questa richiesta non era stata accolta dal giudice di merito.

Le contestazioni del ricorrente sulla notifica atto tributario

Il contribuente ha presentato ricorso per cassazione basandosi su cinque motivi principali:

1. Nullità della sentenza per motivazione apparente: La CTR avrebbe validato la notifica nonostante l’assenza di firma sulla CAD.
2. Violazione dell’art. 115 c.p.c.: Il giudice avrebbe errato nel ritenere l’assenza di firma sulla CAD, rilevando solo la dicitura ‘immesso-imbucato’.
3. Violazione dell’art. 39 D.Lgs. n. 546/1992: La CTR avrebbe dovuto sospendere il giudizio in attesa della definizione della querela di falso.
4. Inesistenza della notifica atto tributario: In subordine, si lamentava l’inesistenza della notifica per violazione degli artt. 3 e 7 della L. n. 890/1992.
5. Omesso esame del merito dell’avviso: Per la CTR non avrebbe esaminato il merito dell’avviso di accertamento.

La decisione della Corte di Cassazione sulla notifica atto tributario

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la decisione delle corti di merito. La Corte ha innanzitutto chiarito che l’eccezione di inammissibilità sollevata dall’Amministrazione Finanziaria era infondata, dato che la CTR aveva correttamente fatto riferimento alla tardività dell’impugnazione dell’atto impositivo. Inoltre, ha ritenuto che la motivazione della CTR non fosse affatto apparente, avendo essa esaminato e motivato la regolarità della notifica.

Querela di falso e onere probatorio

Un punto cruciale della decisione riguarda la querela di falso. La Corte ha ribadito il principio di autosufficienza nel giudizio di legittimità, stabilendo che il ricorrente che eccepisce la violazione o falsa applicazione di norme processuali deve specificare gli elementi fattuali che condizionano l’operatività di tali violazioni. Nel caso specifico, il contribuente avrebbe dovuto riportare nel ricorso per cassazione il testo esatto della querela di falso e il verbale di udienza relativo al suo deposito. Non avendolo fatto, la censura è stata ritenuta inammissibile.

Regolarità della notifica atto tributario: invio vs. ricevimento

Il cuore della decisione, per quanto riguarda la validità della notifica atto tributario, risiede nella distinzione tra la spedizione e la ricezione dell’atto. La Corte ha riaffermato che, nella notifica a mezzo posta, se il piego non può essere recapitato direttamente al destinatario, la notifica si perfeziona per quest’ultimo trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata contenente l’avviso della tentata notifica e del deposito del piego presso l’ufficio postale (la comunicazione di avvenuto deposito, C.A.D.).

Secondo la consolidata giurisprudenza, l’elemento essenziale della notifica a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento è la spedizione del plico. La mancata apposizione di una ulteriore sottoscrizione sulla cartolina di ritorno, quando è presente la dicitura ‘immesso-imbucato’ e la prova dell’avvenuta spedizione della C.A.D., costituisce una mera irregolarità e non comporta l’inesistenza della notifica.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la CTR aveva correttamente applicato i principi giurisprudenziali consolidati. In particolare, ha evidenziato che l’Amministrazione Finanziaria aveva fornito la prova della spedizione della raccomandata contenente la comunicazione di avvenuto deposito (C.A.D.). La dicitura ‘immesso-imbucato’ sulla cartolina di ritorno, in assenza di firma, non inficia la validità della notifica se è stata regolarmente effettuata la spedizione della C.A.D. e sono trascorsi i dieci giorni previsti dalla legge. L’irregolarità della firma, in questo contesto, non pregiudica l’efficacia dell’atto, in quanto l’adempimento è comunque previsto nell’interesse del destinatario e la prova della spedizione è stata fornita. La mancata allegazione degli atti relativi alla querela di falso ha reso inammissibile tale motivo di ricorso, non consentendo alla Corte di verificare l’effettiva operatività del principio di sospensione. L’irregolarità nella forma del ricevimento non ha compromesso l’esito della notifica dato il rispetto degli altri requisiti procedurali.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza l’orientamento secondo cui, per la validità della notifica atto tributario tramite posta, l’elemento determinante è la prova della spedizione della comunicazione di avvenuto deposito (C.A.D.) e il decorso dei termini legali, anche in presenza di annotazioni sulla cartolina di ritorno diverse dalla firma del destinatario, purché attestino il tentativo di consegna e il deposito. Ciò comporta che i ricorsi avverso atti tributari devono essere proposti tempestivamente, poiché irregolarità formali minori nella cartolina di ritorno non sono sufficienti a invalidare la notifica e a prorogare i termini di impugnazione. La sentenza sottolinea anche l’importanza del principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, richiedendo che tutte le prove e gli elementi rilevanti siano dettagliatamente riportati per consentire alla Corte di giudicare senza ulteriori indagini.

La notifica di un atto tributario è valida se sulla cartolina di ritorno manca la firma del destinatario ma compare ‘immesso-imbucato’?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica è valida se viene provata la spedizione della comunicazione di avvenuto deposito (C.A.D.) e sono trascorsi i dieci giorni previsti dalla legge, anche se sulla cartolina di ritorno manca la firma del destinatario ed è presente solo la dicitura ‘immesso-imbucato’. Questo è considerato una mera irregolarità, non tale da rendere la notifica inesistente o nulla.

Quando si perfeziona la notifica di un atto tributario spedito per posta se non è consegnato direttamente al destinatario?
La notifica si perfeziona per il destinatario trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata che contiene l’avviso della tentata notifica e del deposito del piego presso l’ufficio postale (C.A.D.).

Quali sono le conseguenze se un ricorrente non riporta il testo esatto di una querela di falso nel ricorso per cassazione?
Se il ricorrente non riporta nel ricorso per cassazione il testo esatto della querela di falso e il verbale di udienza relativo al suo deposito, la censura relativa alla mancata sospensione del giudizio viene dichiarata inammissibile per violazione del principio di autosufficienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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