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Notifica atto impositivo: prova della ricezione CAD

La Cassazione afferma che per una valida notifica di un atto impositivo, in caso di assenza del destinatario, non è sufficiente provare la spedizione della Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD), ma è necessaria la prova della sua effettiva ricezione tramite la produzione in giudizio dell’avviso di ricevimento.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Atto Impositivo: Non Basta Spedire la CAD, Serve la Prova della Ricezione

La corretta notifica di un atto impositivo è un pilastro fondamentale per la validità della pretesa fiscale. Se il contribuente non viene messo legalmente a conoscenza dell’atto, quest’ultimo non produce effetti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: in caso di assenza del destinatario, l’Amministrazione Finanziaria deve dimostrare non solo di aver spedito la comunicazione di avvenuto deposito (CAD), ma anche che questa sia stata effettivamente ricevuta. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un contribuente, titolare di una ditta individuale, impugnava una cartella di pagamento sostenendo di non aver mai ricevuto il presupposto avviso di accertamento. L’Agenzia delle Entrate, al contrario, riteneva la notifica regolare.

Il procedimento di notifica si era svolto tramite servizio postale. Al momento della consegna, non essendo stato trovato né il destinatario né altre persone abilitate al ritiro, l’ufficiale postale aveva depositato l’atto presso l’ufficio postale e inviato la relativa Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD) tramite raccomandata.

Mentre la Commissione Tributaria di primo grado aveva dato ragione al contribuente, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva riformato la decisione, ritenendo sufficiente, ai fini della regolarità della notifica, la prova della sola spedizione della CAD da parte dell’ufficio postale.
Il contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme sulla notifica a mezzo posta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del contribuente, cassando la sentenza di secondo grado e rinviando la causa a un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno riaffermato un principio ormai consolidato, espresso in primis dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 10012 del 2021.

Il punto centrale è che il perfezionamento della notifica di un atto impositivo in caso di irreperibilità relativa del destinatario richiede un onere probatorio specifico e non derogabile a carico dell’ente impositore.

Le Motivazioni: la Prova Completa della Notifica dell’Atto Impositivo

La Corte ha chiarito che, quando un atto non viene consegnato direttamente al destinatario per sua temporanea assenza (o per mancanza di altre persone idonee a riceverlo), il procedimento notificatorio si completa solo se l’ente notificante fornisce la prova della ricezione della raccomandata informativa, ovvero la CAD.

Non è sufficiente dimostrare di aver spedito tale comunicazione. L’Amministrazione Finanziaria ha l’onere di produrre in giudizio l’avviso di ricevimento della raccomandata con cui è stata spedita la CAD. Questo documento è l’unica prova idonea a dimostrare che il destinatario sia stato effettivamente messo nella condizione di conoscere il deposito dell’atto presso l’ufficio postale.

La Corte di secondo grado ha errato nel ritenere sufficiente la prova della spedizione della CAD. Tale interpretazione, secondo la Cassazione, non garantisce adeguatamente il diritto di difesa del contribuente, tutelato dalla Costituzione. Il perfezionamento della notifica si realizza con la ricezione della CAD, e tale ricezione deve essere provata documentalmente dall’ente impositore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Contribuenti e Amministrazione

Questa ordinanza consolida una garanzia fondamentale per i contribuenti. Viene stabilito con chiarezza che la validità della notifica di un atto impositivo in assenza del destinatario dipende da una prova certa e inequivocabile: l’avviso di ricevimento della CAD. Per l’Amministrazione Finanziaria, ciò significa che deve conservare e, se necessario, produrre in giudizio non solo la prova della spedizione dell’atto originario, ma anche quella della ricezione della successiva comunicazione informativa. Per i contribuenti, questa decisione rafforza la tutela contro le cosiddette “notifiche fantasma”, garantendo che il diritto di difesa possa essere esercitato pienamente solo a seguito di una comunicazione effettiva e provata.

Cosa succede se un atto fiscale viene notificato quando il destinatario non è in casa?
L’atto viene depositato presso l’ufficio postale e l’ufficiale postale invia al destinatario una raccomandata con avviso di ricevimento, chiamata Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD), per informarlo del deposito.

Per considerare valida la notifica di un atto impositivo, è sufficiente che l’Agenzia delle Entrate dimostri di aver spedito la CAD?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente provare la spedizione della CAD. L’Amministrazione Finanziaria deve dimostrare che la CAD sia stata effettivamente ricevuta dal destinatario.

Quale documento deve produrre in giudizio l’Amministrazione Finanziaria per provare l’avvenuta notifica in caso di assenza del destinatario?
Deve produrre in giudizio l’avviso di ricevimento (la cosiddetta “cartolina di ritorno”) della raccomandata contenente la Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD). Questo documento attesta l’effettiva ricezione della comunicazione da parte del contribuente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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