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Notifica atti impositivi: le regole per l’assenza

Un contribuente ha impugnato un’azione di riscossione sostenendo un vizio di notifica. La Corte di Cassazione ha chiarito che per la notifica atti impositivi effettuata direttamente dall’amministrazione via posta, si applicano le regole semplificate del servizio postale ordinario. In caso di assenza temporanea del destinatario, la notifica si perfeziona trascorsi 10 giorni dall’avviso di giacenza, senza necessità di una seconda raccomandata. La decisione del giudice di secondo grado è stata quindi annullata.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica atti impositivi: le regole della Cassazione in caso di assenza

La corretta notifica atti impositivi è un presupposto fondamentale per la validità delle pretese del Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale e spesso fonte di contenzioso: le regole da seguire quando la notifica avviene a mezzo posta e il destinatario è temporaneamente assente. La Corte ha chiarito quale procedura si applica, tracciando una netta distinzione tra le notifiche effettuate tramite ufficiale giudiziario e quelle inviate direttamente dall’ente impositore.

I fatti del caso: da un fermo auto alla Cassazione

La vicenda trae origine dall’impugnazione, da parte di un contribuente e di suo figlio, di diverse cartelle di pagamento e di un conseguente provvedimento di fermo amministrativo su un’autovettura. I ricorrenti lamentavano la nullità del fermo per mancata notifica del preavviso e la nullità delle cartelle sottostanti, anch’esse, a loro dire, mai notificate.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dichiarato il ricorso inammissibile per tardività, ritenendo valida la notifica del preavviso di fermo. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, accogliendo parzialmente l’appello. I giudici di secondo grado avevano infatti ritenuto il ricorso ammissibile, dichiarando la nullità del fermo proprio a causa di un vizio nella procedura di notificazione del preavviso.

Contro questa sentenza, l’Agente della Riscossione ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse applicato una normativa errata per valutare la validità della notifica.

La notifica atti impositivi e la decisione della Corte

Il cuore della questione giuridica risiedeva nello stabilire quale procedura di notifica si dovesse applicare nel caso specifico: quella più rigorosa prevista dalla Legge n. 890/1982, che disciplina le notifiche a mezzo posta degli ufficiali giudiziari, o quella più snella del regolamento sul servizio postale ordinario (DM 09/04/2001), applicabile alle notifiche dirette da parte dell’Amministrazione finanziaria?

La differenza non è di poco conto. La procedura ex L. 890/1982, in caso di assenza del destinatario, richiede, oltre all’avviso di giacenza, l’invio di una seconda raccomandata informativa (la c.d. Comunicazione di Avvenuta Notifica – CAN). La procedura semplificata, invece, non prevede questo ulteriore adempimento, considerando la notifica perfezionata per “compiuta giacenza” dopo dieci giorni dal deposito dell’atto presso l’ufficio postale.

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’Agente della Riscossione, ha stabilito che la Commissione Regionale aveva commesso un errore nell’applicare la disciplina più severa.

Le motivazioni della Cassazione sulla notifica

La Suprema Corte ha ribadito un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza. Quando l’ente impositore o l’agente della riscossione si avvale della facoltà di notificare un atto direttamente, tramite il servizio postale e senza l’intermediazione di un ufficiale giudiziario, si applicano le norme del servizio postale ordinario.

In questo contesto, in caso di mancato recapito per assenza temporanea del destinatario, la notifica si considera perfezionata e l’atto legalmente conosciuto decorsi dieci giorni dalla data di rilascio dell’avviso di giacenza (o dalla spedizione dello stesso). Questo procedimento semplificato, come sottolineato anche dalla Corte Costituzionale, realizza un ragionevole bilanciamento tra l’interesse del Fisco a riscuotere i crediti e il diritto di difesa del contribuente. Quest’ultimo, infatti, ha comunque la facoltà di chiedere la “rimessione in termini” se dimostra di non aver avuto conoscenza dell’atto per una causa a lui non imputabile.

Pertanto, i giudici di merito avevano errato nel ritenere necessaria la seconda raccomandata informativa (CAN), la cui assenza li aveva portati a dichiarare erroneamente la nullità della notifica e, di conseguenza, l’ammissibilità del ricorso originario del contribuente.

Conclusioni: le implicazioni pratiche per i contribuenti

La decisione in esame ha importanti conseguenze pratiche. Per il contribuente, significa che quando riceve un atto fiscale spedito direttamente dall’Agenzia delle Entrate o dall’Agente della Riscossione, deve prestare massima attenzione all’avviso di giacenza lasciato dal postino. Dal momento del rilascio di quell’avviso, scatta un termine di dieci giorni al termine del quale la notifica atti impositivi si considera perfezionata a tutti gli effetti di legge, anche se l’atto non è stato materialmente ritirato. È quindi fondamentale agire con tempestività nel ritiro degli atti depositati presso gli uffici postali per non rischiare di veder decorrere inutilmente i termini per un’eventuale impugnazione.

Quando si considera notificato un atto fiscale inviato per posta se il destinatario è temporaneamente assente?
L’atto si considera notificato una volta trascorsi dieci giorni dalla data in cui l’avviso di giacenza viene rilasciato e l’atto viene depositato presso l’ufficio postale, se la notifica è stata effettuata direttamente dall’amministrazione senza l’ausilio di un ufficiale giudiziario.

È necessaria una seconda raccomandata (CAN) per perfezionare la notifica diretta di un atto impositivo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per la notifica diretta a mezzo posta da parte dell’ente impositore, si applica la procedura semplificata del servizio postale ordinario, che non prevede l’obbligo di inviare la Comunicazione di Avvenuta Notifica (CAN).

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del giudice di secondo grado?
La sentenza è stata annullata perché il giudice di secondo grado ha erroneamente applicato le norme più severe previste per le notifiche degli ufficiali giudiziari (Legge n. 890/1982), invece delle corrette e più semplici regole applicabili alle notifiche postali dirette effettuate dall’amministrazione finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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