LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica atti fiscali: urgenza e frode fiscale

Una società di persone e i suoi soci hanno impugnato avvisi di accertamento notificati durante la sospensione per la pandemia COVID-19. I giudici di merito avevano annullato gli atti, escludendo l’urgenza della notifica dato che un procedimento penale era già in corso. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la gravità della condotta, qualificata come frode fiscale, costituisce di per sé un valido motivo di ‘indifferibilità ed urgenza’ per la notifica atti fiscali, a prescindere dallo stato delle indagini penali. Lo scopo della deroga è infatti quello di arginare i danni all’erario derivanti da condotte gravemente illecite.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Atti Fiscali: Urgenza e Frode Fiscale nel Periodo COVID

La pandemia ha introdotto numerose deroghe normative, tra cui la sospensione della notifica degli atti impositivi. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: in caso di frode fiscale, la notifica atti fiscali è sempre legittima, poiché la gravità della condotta integra di per sé il requisito dell’urgenza. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Al termine di una verifica fiscale per gli anni dal 2015 al 2018, la Guardia di Finanza contestava a una società di persone e ai suoi soci diverse violazioni, tra cui l’indebita deduzione di costi, l’illegittima detrazione IVA per operazioni inesistenti e l’omessa dichiarazione di ricavi. Sulla base del processo verbale di constatazione, l’Agenzia delle Entrate emetteva i relativi avvisi di accertamento.

Tali atti venivano notificati tra giugno e settembre 2020, ovvero durante il periodo di sospensione previsto dalla normativa emergenziale (D.L. 34/2020, c.d. Decreto ‘Rilancio’). I contribuenti impugnavano gli avvisi, eccependo in via preliminare la loro nullità per violazione del divieto di notifica.

L’Agenzia si difendeva sostenendo la sussistenza della condizione derogatoria di ‘indifferibilità ed urgenza’, data la rilevanza penale delle condotte contestate.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado (CGT) accoglievano le ragioni dei contribuenti. Secondo i giudici di merito, il requisito dell’urgenza non sussisteva. La loro argomentazione si basava sul fatto che il procedimento penale era già stato avviato prima della notifica degli avvisi di accertamento. Pertanto, la notifica non era più ‘funzionale’ all’emersione della notizia di reato o all’inizio delle indagini, venendo meno il carattere di urgenza che avrebbe giustificato la deroga alla sospensione.

L’Urgenza nella Notifica Atti Fiscali secondo la Cassazione

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione, contestando l’interpretazione restrittiva data dai giudici di merito. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto fondamentale in materia.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che il potere dell’amministrazione finanziaria di procedere anticipatamente alla notifica in caso di ‘indifferibilità ed urgenza’ va collegato direttamente alla qualificazione delittuosa o fraudolenta della condotta. La ratio della norma emergenziale era proteggere i contribuenti in un momento di difficoltà, ma questo bilanciamento di interessi cede di fronte alla necessità di tutelare l’erario da condotte particolarmente gravi e aggressive.

Secondo gli Ermellini, è irrilevante che un procedimento penale sia già stato avviato. L’urgenza non deriva dalla necessità di avviare le indagini, ma dalla pericolosità stessa della condotta, che genera un conseguente pericolo di perdita fiscale per lo Stato e la necessità di circoscriverne gli effetti dannosi. La gravità del fatto (come una frode fiscale) giustifica di per sé l’azione immediata dell’amministrazione, indipendentemente dal fatto che un altro organo dello Stato (la Procura) sia già stato informato.

In sostanza, la qualificazione di una condotta come penalmente rilevante è sufficiente a integrare il presupposto dell’urgenza, rendendo legittima la notifica dell’atto impositivo anche durante il periodo di sospensione.

Le Conclusioni

La sentenza chiarisce che la deroga al divieto di notifica durante il periodo pandemico non era legata alla mera funzionalità della notifica rispetto all’avvio di un’indagine penale. Al contrario, il legislatore ha inteso dare prevalenza alla tutela dell’interesse pubblico alla riscossione dei tributi quando la pretesa fiscale si fonda su condotte di particolare gravità, come le frodi. Questa decisione rafforza gli strumenti a disposizione dell’amministrazione finanziaria per contrastare i fenomeni evasivi più gravi, stabilendo che la pericolosità intrinseca della condotta è il vero metro per valutare l’urgenza dell’azione accertatrice.

La notifica di un atto fiscale durante il periodo di sospensione COVID-19 era sempre illegittima?
No, la legge prevedeva un’eccezione per i casi di ‘indifferibilità ed urgenza’. La sentenza chiarisce che la contestazione di una frode fiscale rientra in questa eccezione.

La presenza di una frode fiscale giustifica l’urgenza della notifica, anche se le indagini penali sono già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la qualificazione delittuosa e/o fraudolenta della condotta è di per sé sufficiente a integrare il requisito dell’urgenza, a prescindere dal fatto che un procedimento penale sia già stato avviato per gli stessi fatti.

Qual è lo scopo principale della deroga per urgenza nella notifica degli atti fiscali?
Lo scopo è consentire all’amministrazione di agire tempestivamente per tutelare le casse dello Stato dal pericolo di una perdita fiscale e per circoscrivere gli effetti dannosi di una condotta gravemente illecita, come una frode. La tutela del contribuente in difficoltà per la pandemia cede il passo di fronte a queste esigenze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati