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Notifica atti fiscali: le regole per PEC e posta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28297/2025, ha chiarito importanti aspetti sulla notifica atti fiscali. L’Amministrazione Finanziaria non deve provare la ricezione della raccomandata informativa (CAN) quando l’atto è consegnato a un familiare, ma solo l’invio. Inoltre, la notifica di una cartella esattoriale via PEC è valida anche se l’allegato è in formato PDF, non essendo necessarie le formalità previste per gli atti giudiziari.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Atti Fiscali: La Cassazione Semplifica le Regole per Posta e PEC

La corretta notifica atti fiscali è un presupposto fondamentale per la validità delle pretese dell’Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su due modalità di notifica molto comuni: quella a mezzo posta e quella tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). La decisione semplifica l’onere della prova per l’ente impositore, stabilendo principi chiari che cittadini e professionisti devono conoscere.

I Fatti del Caso: Un Contribuente Contesta le Notifiche

Un contribuente si opponeva a un’intimazione di pagamento, lamentando l’illegittimità sia dell’atto stesso sia di sette atti presupposti (avvisi di accertamento e cartelle esattoriali). Il nocciolo della questione era la presunta irregolarità nella loro notifica. I giudici di primo e secondo grado avevano parzialmente accolto le ragioni del contribuente, ritenendo che l’Amministrazione Finanziaria non avesse fornito una prova adeguata dell’avvenuta notifica in alcuni casi specifici. In particolare, veniva contestata la mancata prova della ricezione della raccomandata informativa e le modalità di notifica via PEC. L’ente impositore ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Notifica a Mezzo Posta e la Prova della CAN

Il primo motivo di ricorso riguardava la notifica atti fiscali effettuata tramite il servizio postale. Secondo i giudici di merito, l’ente avrebbe dovuto dimostrare non solo l’invio ma anche l’effettiva ricezione della Comunicazione di Avvenuta Notifica (CAN), ovvero la raccomandata semplice che informa il destinatario che un atto è stato consegnato a una persona diversa da lui ma abilitata a riceverlo (es. un familiare convivente).

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, affermando che è stato applicato erroneamente l’art. 8 della L. 890/1982 (relativo alla temporanea assenza del destinatario) invece dell’art. 7. Quest’ultimo, che disciplina la consegna a persona diversa dal destinatario, richiede unicamente l’invio della CAN. La spedizione di questa raccomandata semplice, e non la prova del suo ricevimento, è sufficiente a perfezionare la notifica. Si presume che la comunicazione giunga a destinazione; spetta al destinatario, se mai, dimostrare il contrario, ovvero il mancato recapito per causa non imputabile a sé.

La Validità della Notifica Atti Fiscali via PEC in Formato PDF

Il secondo motivo di ricorso verteva sulla prova della notifica di una cartella esattoriale avvenuta tramite PEC. I giudici d’appello avevano richiesto all’ente di rispettare le rigide formalità previste per la notifica degli atti giudiziari, che impongono il deposito dei file in formati specifici (come .eml o .msg) per provare l’avvenuta trasmissione.

Anche su questo punto, la Cassazione ha dato ragione all’Amministrazione Finanziaria. La Corte ha chiarito che la notificazione di una cartella esattoriale o di un avviso di pagamento è un atto che appartiene a una fase stragiudiziale. Pertanto, le regole tecniche previste per le notifiche all’interno del processo civile non si applicano. La notifica di tali atti via PEC è perfettamente valida anche se l’allegato è in formato .pdf. Il protocollo di trasmissione PEC è di per sé idoneo ad assicurare la riferibilità e l’integrità del documento, salvo che il ricevente sollevi contestazioni specifiche e concrete.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte si fonda su una distinzione netta tra le diverse procedure di notifica. Per le notifiche postali ai sensi dell’art. 7 della L. 890/1982, la legge presume la conoscenza dell’atto una volta spedita la CAN, alleggerendo l’onere probatorio dell’ente notificante. Confondere questa ipotesi con quella della irreperibilità relativa (art. 8) costituisce un errore di diritto. Analogamente, per le notifiche via PEC di atti stragiudiziali, la Corte ha riconosciuto che imporre le stesse formalità degli atti processuali sarebbe un’applicazione errata della normativa, poiché il sistema PEC offre già sufficienti garanzie di autenticità e tracciabilità.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al giudice di merito per una nuova valutazione basata sui principi enunciati. Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche: da un lato, semplifica il compito dell’Amministrazione Finanziaria nel dimostrare la regolarità delle notifiche; dall’altro, chiarisce ai contribuenti che, per contestare una notifica, non è sufficiente invocare formalismi non richiesti dalla legge. La validità di una notifica via PEC in formato PDF per atti come le cartelle esattoriali è ora un principio consolidato, così come lo è la sufficienza della sola spedizione della CAN nei casi di consegna a terzi.

Quando un atto fiscale viene notificato per posta a un familiare, quale prova deve fornire l’Amministrazione Finanziaria?
Secondo la Corte, l’Amministrazione Finanziaria deve solo dimostrare di aver spedito la raccomandata informativa semplice (CAN), non è tenuta a provare che il destinatario l’abbia effettivamente ricevuta. Opera una presunzione di conoscenza.

La notifica di una cartella esattoriale via PEC in formato PDF è valida?
Sì, la notifica è valida. La cartella esattoriale è un atto stragiudiziale e non richiede le rigide formalità previste per gli atti del processo civile, come il deposito di file in formato .eml o .msg. Il formato .pdf è sufficiente.

Chi deve dimostrare che la raccomandata informativa (CAN) non è mai arrivata?
L’onere della prova grava sul destinatario dell’atto. È lui che deve dimostrare il mancato recapito della CAN per una causa non a lui imputabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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