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Notifica atti fiscali: il termine per l’opposizione

Una società ha impugnato un’intimazione di pagamento, sostenendo di non aver mai ricevuto la cartella esattoriale originale. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché tardivo, chiarendo che in caso di notifica atti fiscali tramite deposito presso la Camera di Commercio (per PEC non valida), il termine per opporsi decorre dal quindicesimo giorno dalla pubblicazione dell’avviso, e non dalla data di ricezione della successiva raccomandata informativa.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica atti fiscali: attenzione al dies a quo per l’opposizione

La corretta gestione della notifica atti fiscali è un aspetto cruciale per imprese e professionisti. Ricevere un atto e comprendere da quale momento esatto partono i termini per un’eventuale impugnazione può fare la differenza tra poter difendere le proprie ragioni e vedersi preclusa ogni possibilità di ricorso. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione torna su un punto fondamentale: la decorrenza dei termini per l’opposizione quando la notifica avviene tramite deposito telematico presso la Camera di Commercio, a causa dell’impossibilità di usare la Posta Elettronica Certificata (PEC) del destinatario.

I Fatti di Causa

Una società in liquidazione proponeva opposizione avverso un’intimazione di pagamento notificatale dall’Agente della Riscossione. La società sosteneva di non aver mai ricevuto la notifica della cartella esattoriale prodromica, sulla quale si fondava la richiesta di pagamento. L’opposizione veniva presentata il 25 febbraio 2019, a seguito della ricezione dell’intimazione avvenuta il 5 febbraio dello stesso anno.

Il Tribunale di primo grado, tuttavia, dichiarava l’opposizione inammissibile perché tardiva. Secondo il giudice, la notifica della cartella originaria si era perfezionata secondo una procedura speciale e il termine di venti giorni per l’opposizione agli atti esecutivi (ex art. 617 c.p.c.) era già scaduto. La società, non condividendo tale interpretazione, ricorreva in Cassazione, sostenendo che il termine dovesse decorrere dalla data di ricezione della raccomandata informativa che la avvisava del deposito telematico dell’atto.

La Procedura di Notifica Atti Fiscali Analizzata dalla Corte

Il fulcro della questione riguarda la speciale procedura di notifica atti fiscali prevista dall’art. 60 del D.P.R. 600/1973 (nella versione applicabile ratione temporis). Questa modalità si attiva quando la notifica tramite PEC non va a buon fine (ad esempio, per casella piena o non più attiva). In tali casi, la legge prevede un iter alternativo che consiste in:

1. Deposito telematico dell’atto nell’area riservata del sito internet della Camera di Commercio.
2. Pubblicazione di un avviso relativo al deposito sul medesimo sito per una durata di quindici giorni.
3. Invio di una successiva lettera raccomandata al destinatario per informarlo dell’avvenuta pubblicazione.

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno chiarito che questo procedimento costituisce una deroga esplicita alla notifica standard via PEC e non ricalca lo schema della notifica agli irreperibili.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte si basa su un’interpretazione letterale e sistematica della norma. Il testo di legge, infatti, stabilisce espressamente che ‘la notificazione si intende comunque perfezionata… nel quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione dell’avviso nel sito internet’ della società che gestisce il registro delle imprese. Questo significa che il perfezionamento della notifica per il destinatario è un effetto legale che si produce automaticamente allo scadere dei quindici giorni di pubblicazione, a prescindere da qualsiasi altro adempimento. La raccomandata informativa, inviata successivamente, ha solo lo scopo di dare notizia di una notifica ‘già avvenuta’ e perfezionata. Non è, quindi, l’atto che fa decorrere i termini per l’impugnazione. Nel caso di specie, la pubblicazione era avvenuta il 18 gennaio 2019. Di conseguenza, la notifica si era perfezionata il 2 febbraio 2019 (cioè 15 giorni dopo). Il termine di 20 giorni per proporre opposizione scadeva quindi il 22 febbraio 2019. L’opposizione, notificata il 25 febbraio, era irrimediabilmente tardiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica per tutte le imprese. La gestione della casella PEC è un onere a carico dell’azienda, e le conseguenze di una sua inefficienza ricadono sulla stessa. La sentenza sottolinea che non è sufficiente attendere la ricezione di una comunicazione cartacea per attivarsi. Le imprese devono monitorare diligentemente non solo la propria PEC, ma anche il sito della Camera di Commercio per verificare la presenza di eventuali avvisi di deposito di atti che le riguardano. Affidarsi unicamente alla ricezione della raccomandata informativa può comportare la perdita irrimediabile del diritto di contestare un atto impositivo, con tutte le conseguenze economiche che ne derivano. La corretta gestione della notifica atti fiscali richiede quindi un approccio proattivo e un controllo costante dei canali di comunicazione telematici previsti dalla legge.

Quando si perfeziona la notifica di un atto fiscale se la PEC del destinatario è inattiva o piena?
La notifica si perfeziona per il destinatario nel quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione dell’avviso di deposito dell’atto nel sito internet della Camera di Commercio competente.

La data di ricezione della raccomandata informativa avvia il termine per l’opposizione?
No. Secondo la Corte, la raccomandata ha una funzione meramente informativa di una notifica già avvenuta e perfezionata. Il termine per l’opposizione decorre dal perfezionamento della notifica, che avviene con lo scadere dei 15 giorni di pubblicazione dell’avviso online.

Qual è la conseguenza di un’opposizione presentata oltre il termine di venti giorni?
L’opposizione presentata oltre il termine perentorio di venti giorni previsto dall’art. 617 c.p.c. è dichiarata inammissibile e tardiva. Ciò comporta l’impossibilità di contestare i vizi formali dell’atto di riscossione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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