LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica atti fiscali: il CAD senza ricevuta

Una società ha impugnato un avviso di accertamento, ma il ricorso è stato giudicato tardivo nei primi due gradi di giudizio. La questione centrale riguarda la notifica atti fiscali: l’Agenzia delle Entrate non ha prodotto la ricevuta di ritorno della Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD), essenziale per provare il perfezionamento della notifica in assenza del destinatario. La Corte di Cassazione, pur riconoscendo un precedente delle Sezioni Unite, ha ritenuto la questione meritevole di approfondimento e ha rinviato la causa a pubblica udienza per chiarire se il ricorso del contribuente possa considerarsi tempestivo se basato sulla data di effettivo ritiro dell’atto, in mancanza della prova di ricezione del CAD.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica Atti Fiscali: Il Dubbio della Cassazione sul CAD Senza Ricevuta di Ritorno

La corretta notifica atti fiscali è un pilastro fondamentale per la validità delle pretese del Fisco e per la tutela del diritto di difesa del contribuente. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha sollevato un’importante questione sulla tempestività del ricorso quando manca la prova cruciale della ricezione della Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD). Analizziamo questa ordinanza interlocutoria per capire le sue implicazioni.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Dichiarato Tardivo

Una società immobiliare si è vista recapitare un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate contestava l’utilizzo di fatture fittizie, richiedendo il versamento di IVA, sanzioni e interessi. La società ha impugnato l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, ma il suo ricorso è stato respinto per tardività.

La decisione è stata confermata anche in secondo grado dalla Commissione Tributaria Regionale. Secondo i giudici di merito, il ricorso era stato presentato oltre i termini di legge. La società, non arrendendosi, ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un vizio fondamentale nel processo di notifica dell’atto impositivo.

La Questione della Notifica e la Prova del Perfezionamento

Il cuore del problema risiede nelle modalità con cui l’avviso di accertamento è stato notificato. La notifica era stata tentata presso la residenza del legale rappresentante della società, che risultava temporaneamente assente. In questi casi, la legge (art. 8 della L. 890/1982) prevede una procedura specifica: l’agente postale deposita l’atto presso l’ufficio postale e invia al destinatario una seconda raccomandata, la cosiddetta Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD), per informarlo.

La notifica si considera perfezionata dopo dieci giorni dall’invio del CAD. Tuttavia, le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 10012/2021) hanno stabilito un principio cardine: per dimostrare che la notifica si è completata, l’ente notificante deve produrre in giudizio non solo la prova della spedizione del CAD, ma anche l’avviso di ricevimento dello stesso.

Nel caso di specie, l’Agenzia delle Entrate non aveva depositato agli atti tale avviso di ricevimento. Per questo motivo, la società sosteneva che il termine per ricorrere non poteva decorrere dalla data presunta di perfezionamento, ma dalla data in cui aveva effettivamente ritirato l’atto presso l’ufficio postale.

La Notifica Atti Fiscali e il Nuovo Interrogativo della Corte

Di fronte a questa situazione, la V Sezione della Cassazione non ha applicato meccanicamente il principio delle Sezioni Unite. Ha invece identificato una sfumatura di grande rilevanza pratica e giuridica, tale da richiedere un ulteriore approfondimento.

La Corte si è chiesta: se manca la prova della ricezione del CAD, ma il contribuente ritira comunque l’atto e presenta un ricorso tempestivo rispetto alla data del ritiro (ma tardivo rispetto al termine dei dieci giorni dalla spedizione del CAD), questo ricorso può essere considerato ammissibile? In altre parole, il comportamento attivo del contribuente può sanare il vizio procedurale della mancata prova da parte dell’Amministrazione Finanziaria, fissando un nuovo e diverso termine per l’impugnazione?

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

Le motivazioni che hanno spinto il Collegio a non decidere immediatamente sono legate alla ‘rilevanza nomofilattica’ della questione. Si tratta di un problema di diritto che ha un impatto potenziale su un numero molto elevato di casi e che necessita di una risposta chiara e uniforme per garantire la certezza del diritto.

Rinviare la causa alla pubblica udienza significa sottoporre la questione a un dibattito più ampio e approfondito, consentendo una ponderazione completa di tutti gli interessi in gioco: da un lato, l’esigenza dell’Amministrazione di avere termini certi per la definitività dei propri atti; dall’altro, il diritto inviolabile alla difesa del contribuente, che non può essere pregiudicato da un’incompletezza nella procedura di notifica. La Corte vuole chiarire se, in assenza della prova regina (l’avviso di ricevimento del CAD), il fatto storico del ritiro dell’atto possa assumere valore legale ai fini della decorrenza dei termini per l’impugnazione.

Le Conclusioni: In Attesa di un Chiarimento Definitivo

L’ordinanza interlocutoria lascia la questione aperta, ma delinea un percorso di grande interesse. La futura sentenza che verrà emessa a seguito della pubblica udienza avrà il compito di stabilire un principio di diritto cruciale. La decisione finale influenzerà direttamente la gestione del contenzioso tributario, definendo con maggiore precisione gli oneri probatori a carico dell’Agenzia delle Entrate e le tutele a disposizione del contribuente nel complesso ambito della notifica atti fiscali. Per ora, resta l’importante segnale di una Corte attenta a bilanciare le esigenze di efficienza amministrativa con la pienezza del diritto di difesa.

Qual è il problema principale affrontato dall’ordinanza?
Il problema è stabilire se un ricorso contro un avviso di accertamento sia tempestivo quando, a causa della mancanza della prova di ricezione della Comunicazione di Avvenuto Deposito (CAD), il contribuente lo presenta entro i termini calcolati dalla data di effettivo ritiro dell’atto, anziché dalla data di presunto perfezionamento della notifica.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che la questione avesse una ‘rilevanza nomofilattica’, cioè fosse così importante per l’interpretazione uniforme della legge da meritare una discussione più approfondita in una pubblica udienza, anziché una decisione in camera di consiglio. Si vuole evitare di creare incertezza su un punto fondamentale della procedura di notifica.

Cosa aveva stabilito la giurisprudenza precedente (Sez. Unite 10012/2021) su questo tema?
La sentenza precedente aveva stabilito che, per provare il corretto perfezionamento di una notifica in caso di assenza del destinatario, l’ente notificante deve obbligatoriamente produrre in giudizio l’avviso di ricevimento della raccomandata contenente il CAD. La sola prova della spedizione non è sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati