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Notifica art. 140 c.p.c.: la prova della consegna

Un contribuente ha impugnato una cartella esattoriale sostenendo di non averla mai ricevuta. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16725/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla notifica art. 140 c.p.c.: per considerare perfezionata la notifica, il giudice deve verificare l’effettiva consegna della raccomandata informativa al destinatario. La semplice spedizione non è sufficiente. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente che si era limitata a constatare la tardività del ricorso senza questo accertamento cruciale.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica art. 140 c.p.c.: Perché la prova di consegna della raccomandata è decisiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di notifiche degli atti impositivi, in particolare per quanto riguarda la procedura della Notifica art. 140 c.p.c. Questo meccanismo, utilizzato quando il destinatario è temporaneamente assente, richiede una serie di formalità precise, la cui omissione può rendere nullo l’intero procedimento. La Suprema Corte ha chiarito che non basta spedire la raccomandata informativa; è indispensabile che il giudice verifichi l’effettiva ricezione o il tentativo di consegna. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un contribuente si è visto recapitare una cartella di pagamento emessa a seguito di un controllo automatizzato. Egli ha immediatamente impugnato l’atto, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica originaria e che, di conseguenza, il diritto dell’Agenzia delle Entrate di riscuotere il credito fosse ormai decaduto.
Sia in primo grado (CTP) che in appello (CTR), i giudici hanno respinto le ragioni del contribuente. In particolare, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado ha ritenuto che le formalità previste dalla legge per la notifica fossero state correttamente eseguite e che l’impugnazione del contribuente fosse tardiva, essendo decorsi i termini dal perfezionamento della notifica stessa. Il contribuente, non soddisfatto, ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando una “motivazione apparente” e la violazione della legge sulla notifica.

La Decisione della Cassazione sulla Notifica art. 140 c.p.c.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della controversia ruotava attorno all’interpretazione e applicazione dell’art. 140 del codice di procedura civile. Questa norma disciplina la notifica a persone temporaneamente irreperibili e prevede tre passaggi fondamentali:
1. Deposito di una copia dell’atto presso la casa comunale.
2. Affissione di un avviso di avvenuto deposito alla porta dell’abitazione.
3. Invio di una raccomandata con avviso di ricevimento per informare il destinatario del deposito (la cosiddetta “raccomandata informativa”).

I giudici di secondo grado si erano limitati a constatare l’esecuzione di queste formalità, concludendo che il ricorso fosse stato presentato oltre il termine di dieci giorni dalla spedizione della raccomandata. Tuttavia, la Cassazione ha sottolineato un errore fondamentale in questo ragionamento.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha chiarito che il perfezionamento della notifica non dipende solo dalla spedizione della raccomandata informativa, ma richiede un elemento ulteriore e indispensabile: la prova della sua consegna al destinatario o, quantomeno, del tentativo di consegna. Il giudice di merito aveva omesso di verificare se la raccomandata fosse stata effettivamente consegnata, un aspetto che era stato specificamente contestato dal contribuente in appello. Affermare la tardività dell’impugnazione senza questo accertamento fondamentale rende la motivazione della sentenza viziata, poiché manca un presupposto essenziale per considerare la notifica valida e produttiva di effetti.
In altre parole, la verifica della ricezione della raccomandata è un elemento costitutivo della fattispecie notificatoria. Senza tale prova, non si può stabilire con certezza il momento a partire dal quale decorrono i termini per impugnare l’atto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza le tutele del contribuente nei confronti del Fisco. Stabilisce in modo inequivocabile che, in caso di Notifica art. 140 c.p.c., non è sufficiente per l’ente impositore dimostrare di aver spedito la raccomandata informativa. È necessario che vi sia prova dell’avvenuta consegna o, almeno, del suo tentativo. Per i contribuenti, ciò significa che è sempre possibile contestare la validità di una notifica se non vi è certezza sulla ricezione della comunicazione. Per i giudici, impone un dovere di accertamento più rigoroso, che non può fermarsi a un controllo meramente formale degli adempimenti burocratici, ma deve entrare nel merito della prova della effettiva conoscibilità dell’atto da parte del destinatario.

Quando una notifica ai sensi dell’art. 140 c.p.c. si considera perfezionata?
La notifica si perfeziona solo quando viene verificata la consegna della raccomandata informativa al destinatario o, quantomeno, il relativo tentativo. La semplice spedizione della raccomandata non è sufficiente a completare il procedimento.

Perché la decisione di secondo grado è stata annullata?
È stata annullata perché il giudice si è limitato ad affermare la tardività dell’impugnazione basandosi sulla data di spedizione della raccomandata, senza però accertare se questa fosse stata effettivamente consegnata al destinatario, un elemento che il contribuente aveva specificamente contestato.

Qual è l’elemento indispensabile per la validità di una notifica ex art. 140 c.p.c. secondo questa ordinanza?
L’elemento indispensabile è la verifica della consegna della raccomandata o del suo tentativo. Questo passaggio è costitutivo e imprescindibile per il perfezionamento della notifica, e la sua mancanza rende la pronuncia del giudice viziata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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