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Notifica all’estero: Cassazione annulla l’avviso

La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di accertamento perché la notifica all’estero a un cittadino italiano iscritto all’AIRE era avvenuta con una procedura errata. Nel 2009, anno della notifica, l’Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto seguire le complesse regole dell’art. 142 c.p.c., come imposto da una sentenza della Corte Costituzionale del 2007, e non procedure semplificate. Di conseguenza, la notifica è stata dichiarata illegittima e l’atto presupposto nullo, invalidando anche la successiva cartella di pagamento.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica all’estero per iscritti AIRE: la Cassazione fa chiarezza sulle regole pre-2010

La notifica all’estero di atti fiscali è un tema delicato che richiede il rispetto di procedure rigorose per garantire il diritto di difesa del contribuente. Con l’ordinanza n. 21340 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso emblematico, chiarendo quali regole dovessero essere applicate per notificare un avviso di accertamento a un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’AIRE in un periodo di transizione normativa, segnato da un’importante sentenza della Corte Costituzionale.

I Fatti di Causa

La vicenda riguarda un contribuente italiano residente in un paese africano, regolarmente iscritto all’AIRE. Egli impugnava una cartella di pagamento notificatagli nel 2010, sostenendo di non aver mai ricevuto il presupposto avviso di accertamento relativo all’anno d’imposta 2004. L’Agenzia delle Entrate affermava di aver notificato tale avviso nel dicembre 2009 tramite deposito presso la casa comunale dell’ultimo domicilio conosciuto in Italia e con l’invio di una raccomandata all’indirizzo estero, che tuttavia non era mai pervenuta al destinatario. Sia il tribunale di primo grado che la commissione tributaria regionale avevano respinto le ragioni del contribuente, ritenendo la procedura di notifica valida.

La Decisione della Corte e la corretta procedura di notifica all’estero

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del contribuente. Il punto cruciale della controversia era stabilire la corretta procedura di notifica da seguire nel dicembre 2009. La Corte ha ricostruito l’evoluzione normativa, evidenziando un momento chiave: la sentenza n. 366 del 2007 della Corte Costituzionale. Con tale pronuncia, la Consulta aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme (in particolare l’art. 60 del d.P.R. 600/1973) che, per i cittadini iscritti all’AIRE con residenza estera nota, escludevano l’applicazione dell’art. 142 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che, al momento della notifica (2009), la sentenza della Corte Costituzionale era pienamente efficace, ma non era ancora intervenuta la modifica legislativa del 2010 che avrebbe introdotto procedure alternative semplificate. Pertanto, in assenza di una scelta del contribuente (come l’elezione di domicilio in Italia), l’Amministrazione Finanziaria non poteva utilizzare la vecchia procedura basata sul deposito in Comune, dichiarata incostituzionale, ma era obbligata ad applicare l’articolo 142 c.p.c.

Questa norma prevede una procedura più complessa e garantista, che include la spedizione di una copia dell’atto al destinatario tramite raccomandata e la consegna di un’altra copia al Pubblico Ministero per la trasmissione attraverso i canali diplomatici. L’Agenzia delle Entrate, non avendo seguito questa procedura, ha effettuato una notifica radicalmente viziata.

La Cassazione ha inoltre precisato che la portata della sentenza della Corte Costituzionale del 2007 non era limitata alle sole cartelle di pagamento, ma si estendeva a tutti gli atti tributari, inclusi gli avvisi di accertamento. Di conseguenza, la notifica dell’atto presupposto era illegittima e, data la sua invalidità, anche la successiva cartella di pagamento risultava nulla.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale a tutela dei contribuenti residenti all’estero: la validità degli atti impositivi dipende dal rigoroso rispetto delle procedure di notifica previste dalla legge. Nel periodo intercorso tra la sentenza della Corte Costituzionale del 2007 e la riforma del 2010, l’unica via percorribile per una corretta notifica all’estero a un cittadino AIRE era quella, più garantista, dell’art. 142 c.p.c. Una notifica eseguita con modalità diverse è da considerarsi illegittima, con conseguente nullità dell’atto e di tutti quelli successivi che su di esso si fondano.

Qual era la procedura corretta per la notifica all’estero di un avviso di accertamento a un cittadino AIRE nel 2009?
Secondo la Corte di Cassazione, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 366 del 2007 e prima della modifica legislativa del 2010, la procedura corretta era quella prevista dall’art. 142 del codice di procedura civile, che impone l’invio di una raccomandata e la trasmissione di una copia tramite il Pubblico Ministero e i canali diplomatici.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 366 del 2007 si applicava solo alle cartelle di pagamento o a tutti gli atti tributari?
La Corte chiarisce che la pronuncia della Corte Costituzionale aveva una portata applicativa estesa a tutti gli atti tributari, inclusi quindi gli avvisi di accertamento, e non solo alle cartelle di pagamento.

Perché la procedura di notifica con deposito in casa comunale e invio di raccomandata all’estero è stata considerata errata in questo caso?
Questa procedura è stata ritenuta errata perché la Corte Costituzionale, nel 2007, l’aveva dichiarata illegittima per i cittadini con residenza estera conosciuta (iscritti AIRE), in quanto non garantiva adeguatamente il diritto di difesa. L’amministrazione avrebbe dovuto utilizzare la procedura più tutelante dell’art. 142 c.p.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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