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Notifica al portiere: valida anche se ha perso il posto

La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di un avviso di accertamento al portiere di un condominio è valida, anche se il rapporto di lavoro di quest’ultimo era formalmente cessato da pochi giorni. Secondo la Corte, la semplice cessazione del contratto non esclude la persistenza di una presenza non occasionale nello stabile. Spetta al contribuente, che contesta la notifica, fornire la prova contraria, dimostrando che la presenza del consegnatario era del tutto occasionale. Il ricorso del contribuente è stato quindi respinto.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica al portiere: cosa succede se ha appena terminato il suo incarico?

La notifica al portiere di un atto fiscale, come un avviso di accertamento, rappresenta una modalità di consegna molto comune. Ma cosa accade se il rapporto di lavoro del portiere è cessato poco prima della consegna? La notifica è ancora valida? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, chiarendo i confini della validità della notifica e l’onere della prova a carico del contribuente.

I Fatti del Caso: Una Notifica Contestata

Un contribuente impugnava una cartella di pagamento relativa a Irpef, Irap e Iva, sostenendo di non aver mai ricevuto il presupposto avviso di accertamento. Inizialmente, il giudice di primo grado gli dava ragione, poiché l’Amministrazione Finanziaria non aveva prodotto in giudizio la prova dell’avvenuta notifica. In appello, la situazione si ribaltava: l’Agenzia delle Entrate depositava la documentazione, dimostrando che l’atto era stato notificato al portiere dello stabile di residenza del contribuente. Quest’ultimo, però, non si arrendeva e ricorreva in Cassazione, sostenendo che la notifica era invalida perché, tra le altre cose, la persona che aveva ricevuto l’atto non rivestiva più la qualifica di “portiere” da circa quindici giorni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la validità della notifica. Gli Ermellini hanno affrontato due questioni principali sollevate dal ricorrente.

Analisi della validità della notifica al portiere

Il contribuente lamentava che la notifica fosse nulla per diversi vizi formali, tra cui la mancata prova dell’invio della raccomandata informativa e, soprattutto, la presunta mancanza di qualifica del consegnatario. La Corte ha respinto queste argomentazioni, ribadendo principi consolidati:

1. Prova della notifica: La relata di notifica redatta dal messo fa piena fede, fino a querela di falso, delle attività svolte, inclusa la spedizione della raccomandata informativa (c.a.n.). Non sono necessarie formule sacramentali per attestare tale adempimento.
2. Tipo di raccomandata: Per la notifica al portiere, è sufficiente l’invio di una raccomandata “semplice”, senza necessità di avviso di ricevimento. Questo perché si presume che la consegna a persone con un rapporto riconosciuto con il destinatario (come il portiere) garantisca di per sé la conoscenza dell’atto.

L’Onere della Prova sulla Qualifica del Consegnatario

Il punto cruciale della controversia era la cessazione del rapporto di lavoro del portiere, avvenuta solo quindici giorni prima della notifica. Il contribuente sosteneva che la Commissione Tributaria Regionale avesse omesso di considerare questo fatto decisivo. La Cassazione, tuttavia, ha ritenuto il motivo infondato, stabilendo un principio di diritto molto importante.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la qualifica di “portiere”, così come quella di familiare o addetto alla casa, si presume iuris tantum dalle dichiarazioni contenute nella relata di notifica. Ciò significa che tale qualità è presunta come vera fino a prova contraria.

L’onere di fornire questa prova contraria ricade interamente sul destinatario dell’atto che ne contesta la validità. Non è sufficiente dimostrare la mera cessazione formale del rapporto di lavoro. Il fatto che il contratto fosse terminato da soli quindici giorni non esclude, secondo la Corte, “la sostanziale persistenza delle ragioni della oggettiva presenza non occasionale del portiere, consegnatario, nello stabile”. In altre parole, il contribuente avrebbe dovuto dimostrare l’assoluta occasionalità della presenza di quella persona nel luogo di residenza, un onere probatorio molto più gravoso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza rafforza la validità della notifica al portiere e pone un accento significativo sull’onere della prova a carico del contribuente. La semplice prova documentale della fine di un contratto di lavoro non è, di per sé, sufficiente a invalidare una notifica avvenuta poco tempo dopo. Il destinatario deve andare oltre e provare che la presenza del consegnatario nello stabile era meramente casuale e sporadica. La decisione sottolinea una presunzione di affidabilità a favore delle persone legate da un rapporto (anche se recentemente cessato) con l’abitazione del destinatario, rendendo più difficile per quest’ultimo contestare la regolarità della notifica basandosi su aspetti formali.

È valida la notifica di un atto fiscale al portiere se il suo contratto di lavoro è cessato da poco?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la notifica è valida. La cessazione formale del rapporto di lavoro, specialmente se molto recente (nel caso di specie, 15 giorni), non è di per sé sufficiente a invalidare la notifica, poiché non esclude una persistenza non occasionale della sua presenza nello stabile.

Su chi ricade l’onere di provare che la persona che ha ricevuto l’atto non era più qualificata a farlo?
L’onere della prova ricade interamente sul destinatario dell’atto (il contribuente). Egli deve dimostrare non solo la cessazione del rapporto formale, ma anche che la presenza del consegnatario nel luogo della notifica era “assolutamente occasionale”.

Quale prova è sufficiente per dimostrare l’invio della raccomandata informativa dopo la consegna al portiere?
La relata di notifica redatta dal messo, che attesta l’avvenuta spedizione della raccomandata informativa, è considerata prova sufficiente fino a querela di falso. Non è necessario produrre l’avviso di ricevimento, essendo sufficiente una raccomandata semplice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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