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Notifica al portiere: quando è valida? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34684/2024, ha annullato una sentenza che riteneva valida la notifica di una cartella di pagamento al portiere. La Corte ha stabilito che se il portiere si qualifica come “custode dello stabile”, la notifica al portiere è valida solo se il messo notificatore attesta prima di aver vanamente cercato il destinatario o altre persone abilitate a ricevere l’atto. In assenza di tale attestazione, la notifica è nulla.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica al Portiere: Quando è Nulla? La Cassazione Fa Chiarezza

La notifica al portiere di un atto giudiziario o di una cartella di pagamento è una procedura comune, ma le sue regole devono essere seguite scrupolosamente per garantirne la validità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: se la notifica viene eseguita nelle mani del portiere in qualità di “custode dello stabile”, essa è nulla se il messo notificatore non attesta di aver prima cercato, senza successo, il destinatario e le altre persone abilitate a ricevere l’atto. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un professionista impugnava un atto di pignoramento presso terzi notificato dall’Agente della Riscossione. Sosteneva di non aver mai ricevuto la cartella di pagamento presupposta e di esserne venuto a conoscenza solo con l’atto esecutivo. L’Agente della Riscossione si difendeva affermando che la cartella era stata regolarmente notificata presso la residenza del contribuente, mediante consegna a una persona qualificatasi come “custode dello stabile” e “incaricata al ritiro”.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato torto al contribuente. Secondo i giudici di merito, la notifica era valida perché consegnata a una persona “incaricata al ritiro”, e il ricorso era stato presentato oltre il termine di sessanta giorni dalla notifica della cartella. Di conseguenza, l’appello veniva dichiarato inammissibile e poi rigettato, ritenendo la questione della tardività assorbente rispetto a ogni altra contestazione.

La Notifica al Portiere Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente il verdetto. I giudici supremi hanno accolto il ricorso del professionista, evidenziando un errore cruciale nell’applicazione della legge da parte della Commissione Regionale.

Il punto centrale della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 139 del Codice di Procedura Civile. La Corte ha chiarito che esiste una differenza sostanziale tra una persona che si qualifica genericamente come “addetta al ritiro” e una che si qualifica come “portiere” o “custode dello stabile”.

– Se la persona ricevente si qualifica esclusivamente come “addetta al ritiro”, si presume legalmente che sia autorizzata, e la notifica è valida ai sensi del comma 2 dell’art. 139 c.p.c.
– Se, invece, la persona si qualifica anche (o solo) come “portiere” o “custode”, si applica una procedura più stringente. In questo caso, la notifica al portiere è subordinata a una condizione precisa: il messo notificatore deve prima aver cercato il destinatario e, in sua assenza, le altre persone prioritarie indicate dalla legge (familiari conviventi, persone addette alla casa o all’ufficio).

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la qualifica di “custode dello stabile” implica la spendita della qualità di portiere. Di conseguenza, la notifica non poteva essere considerata perfezionata ai sensi del comma 2 dell’art. 139 c.p.c. (consegna a persona di famiglia o addetta), ma rientrava nell’ipotesi specifica della consegna al portiere.

Perché la notifica al portiere sia valida, è indispensabile che dalla relata di notifica emerga chiaramente che il messo ha prima tentato, senza successo, di trovare il destinatario o gli altri soggetti preferenziali. La semplice attestazione della consegna al “custode” non è sufficiente. Nel caso di specie, questa attestazione mancava, rendendo la notificazione affetta da nullità.

L’errore della Commissione Tributaria Regionale è stato quello di non distinguere le due ipotesi e di applicare in modo errato il principio giurisprudenziale relativo alla figura dell'”addetto al ritiro”, ignorando che nella relata era specificata anche la qualifica di “custode”.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Anzitutto, riafferma che le formalità della notificazione non sono meri dettagli burocratici, ma garanzie essenziali del diritto di difesa del cittadino. In secondo luogo, offre un criterio chiaro per valutare la validità di una notifica al portiere: è sempre necessario controllare che la relata di notifica dia atto delle vane ricerche delle persone prioritarie. In mancanza di tale attestazione, la notifica può essere impugnata con successo perché nulla. La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado per un nuovo esame, che dovrà attenersi a questo fondamentale principio di diritto.

Quando è nulla una notifica consegnata al portiere dello stabile?
La notifica è nulla se il messo notificatore, nel consegnare l’atto al portiere (qualificato come “custode”), non attesta nella relata di notifica di aver prima cercato senza successo il destinatario e le altre persone indicate dalla legge come prioritarie per ricevere l’atto (es. familiari conviventi).

Che differenza c’è se la persona che riceve l’atto si qualifica come “custode” o solo come “incaricato al ritiro”?
Se la persona si qualifica solo come “incaricato al ritiro”, si applica una presunzione legale di autorizzazione e la notifica è generalmente valida. Se invece si qualifica come “custode” o “portiere”, la notifica è valida solo se il messo notificatore dimostra di aver prima cercato vanamente le altre persone abilitate alla ricezione.

Cosa deve attestare il messo notificatore per una valida notifica al portiere?
Il messo notificatore deve attestare nella relata di notifica non solo il mancato rinvenimento del destinatario, ma anche le “vane ricerche” delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l’atto (persone di famiglia, addette alla casa, all’ufficio o all’azienda). In assenza di questa chiara attestazione, la notifica è affetta da nullità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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