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Notifica al fallito: quando è valida per il Fisco?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9150/2024, ha stabilito che la notifica di un atto impositivo al solo curatore fallimentare non è sufficiente a far decorrere i termini per il contribuente. Il soggetto fallito, una volta tornato in bonis, può legittimamente contestare la pretesa fiscale, inclusa la prescrizione, a partire dalla notifica del successivo atto a lui direttamente indirizzato. La Corte ha quindi cassato la sentenza che riteneva preclusa l’eccezione di prescrizione, basandosi su una precedente notifica al fallito effettuata unicamente al curatore.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica al Fallito: La Cassazione Fissa il Principio della Doppia Comunicazione

La corretta notificazione degli atti tributari è un pilastro fondamentale per la tutela del diritto di difesa del contribuente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema particolarmente delicato: la validità della notifica al fallito quando questa viene effettuata esclusivamente al curatore. La decisione chiarisce che, per garantire la piena validità degli effetti verso il contribuente, l’atto impositivo deve essere notificato ad entrambe le figure, con importanti conseguenze sulla decorrenza dei termini di prescrizione.

I Fatti del Caso

Una contribuente impugnava un’intimazione di pagamento, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica della cartella esattoriale presupposta, risalente a molti anni prima. L’Agenzia della Riscossione si difendeva affermando che, all’epoca, la notifica era stata regolarmente effettuata al curatore fallimentare, poiché la contribuente era stata dichiarata fallita. Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato ragione all’ente creditore, ritenendo valida la notifica al curatore e, di conseguenza, tardive le contestazioni della contribuente, inclusa l’eccezione di prescrizione del credito.

La Questione Giuridica: la validità della notifica al fallito

Il cuore della controversia ruota attorno a una domanda precisa: la notifica di un atto impositivo effettuata unicamente al curatore fallimentare è sufficiente a produrre effetti giuridici anche nei confronti del contribuente, una volta che quest’ultimo torna in bonis (cioè riacquista la piena capacità di agire dopo la chiusura del fallimento)? La contribuente sosteneva che la notifica al solo curatore fosse inidonea a porla nella condizione di conoscere la pretesa fiscale e di potersi difendere tempestivamente, rendendo illegittima l’intimazione di pagamento notificatale anni dopo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della contribuente, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno enunciato un principio di diritto di fondamentale importanza, basato su precedenti orientamenti giurisprudenziali. La notifica dell’atto impositivo, se riferita ad anni d’imposta precedenti o contemporanei alla dichiarazione di fallimento, deve essere effettuata sia nei confronti del curatore fallimentare sia nei confronti del contribuente fallito.

Tuttavia, la Corte precisa che la mancata notifica al contribuente non determina la nullità dell’atto in sé. L’effetto è un altro: il contribuente, una volta tornato in bonis, può far valere le proprie ragioni (come l’eccezione di prescrizione) indipendentemente dalla data in cui l’atto è stato notificato al curatore. I termini per impugnare o per eccepire la prescrizione, per lui, inizieranno a decorrere solo dal momento in cui un atto successivo (come l’intimazione di pagamento nel caso di specie) gli verrà notificato personalmente.

Nel caso specifico, la Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel considerare la notifica al curatore del 2005 come un atto che avesse messo la contribuente in condizione di difendersi. Di conseguenza, aveva sbagliato a ritenere preclusa la sua possibilità di eccepire la prescrizione del tributo in sede di impugnazione dell’intimazione di pagamento ricevuta nel 2012.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione rafforza la tutela del diritto di difesa del contribuente che ha attraversato una procedura fallimentare. In pratica, si stabilisce che il Fisco non può considerare assolto il suo onere di notifica comunicando l’atto al solo curatore, se intende far decorrere i termini anche per il soggetto fallito. Quest’ultimo, una volta chiusa la procedura, conserva il diritto di essere messo a conoscenza diretta delle pretese tributarie per potersi difendere compiutamente. Per i contribuenti, ciò significa che un’intimazione di pagamento ricevuta dopo la chiusura del fallimento può rappresentare la prima occasione utile per contestare nel merito un debito fiscale risalente al periodo della procedura concorsuale, se l’atto originario non gli era mai stato notificato personalmente.

È valida la notifica di un atto fiscale al solo curatore fallimentare?
No, non è sufficiente a produrre tutti gli effetti giuridici nei confronti del contribuente. Sebbene non renda nullo l’atto, la notifica al solo curatore non fa decorrere i termini per l’impugnazione o la prescrizione a carico del soggetto fallito.

Cosa succede se l’atto fiscale non viene notificato personalmente al contribuente fallito?
Il contribuente, una volta tornato in bonis (cioè uscito dalla procedura di fallimento), può far valere tutte le sue ragioni e difese, inclusa l’eccezione di prescrizione, a partire dalla data in cui riceve la notifica personale di un atto successivo (come un’intimazione di pagamento).

Può il contribuente, una volta uscito dal fallimento, contestare un debito notificato solo al curatore anni prima?
Sì. Secondo la Corte, il contribuente può contestare la pretesa fiscale impugnando il primo atto che gli viene notificato personalmente dopo la chiusura del fallimento, facendo valere tutte le sue ragioni come se l’atto originario non fosse mai stato portato a sua conoscenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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