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Notifica al curatore: quando inizia l’impugnazione?

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di fallimento, la notifica di un avviso di accertamento fiscale effettuata solo presso la sede legale della società fallita, e non al curatore, è inefficace per far decorrere il termine di impugnazione. Il ‘dies a quo’, ovvero il giorno da cui parte il termine per ricorrere, coincide con la data in cui l’atto viene correttamente notificato al curatore fallimentare, unico soggetto legittimato a rappresentare l’impresa in giudizio. La Corte ha quindi accolto il ricorso della curatela, ritenendo tempestiva l’impugnazione.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica al Curatore: la Cassazione Fissa il Termine per Impugnare

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nelle procedure concorsuali: dopo la dichiarazione di fallimento, la notifica al curatore è l’unico atto idoneo a far decorrere i termini per l’impugnazione di un avviso di accertamento fiscale. Una notifica inviata unicamente alla sede della società fallita è inefficace e non può pregiudicare il diritto di difesa della massa dei creditori. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Notifica Contestata

Una società, già dichiarata fallita, riceveva un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per il recupero di IVA indebitamente detratta. La notifica dell’atto veniva effettuata presso la sede legale della società, nonostante questa fosse già assoggettata alla procedura fallimentare da diversi mesi.

La curatela fallimentare, una volta venuta a conoscenza dell’atto (a seguito di una successiva notifica indirizzata correttamente al curatore), provvedeva a impugnarlo dinanzi alla Commissione Tributaria. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate eccepiva la tardività del ricorso, sostenendo che il termine per l’impugnazione fosse decorso dalla data della prima notifica, quella effettuata presso la sede della società.

La Commissione Tributaria Regionale dava ragione all’Amministrazione Finanziaria, dichiarando inammissibile il ricorso del fallimento. Secondo i giudici di merito, il fallimento non comporta una modifica della sede legale e, pertanto, la prima notifica era da considerarsi valida per far scattare i termini. La curatela, non accettando tale conclusione, ricorreva in Cassazione.

La Decisione della Cassazione: la Notifica al Curatore è Decisiva

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del fallimento, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al giudice di merito. I giudici hanno chiarito in modo inequivocabile che, a seguito della dichiarazione di fallimento, la legittimazione processuale, cioè la capacità di stare in giudizio, si trasferisce interamente al curatore per tutte le controversie relative al patrimonio del fallito, incluse quelle tributarie.

Di conseguenza, qualsiasi atto impositivo, per essere efficace e opponibile alla procedura fallimentare, deve essere notificato direttamente al curatore fallimentare. La notifica effettuata presso la sede legale dell’impresa ormai fallita è da considerarsi inidonea a far decorrere il termine perentorio per l’impugnazione da parte della curatela.

Le Motivazioni della Corte: Tutela del Fallimento e Certezza del Diritto

La Corte ha fondato la sua decisione su principi consolidati. Con la sentenza di fallimento, l’imprenditore perde la capacità di disporre dei propri beni e di agire in giudizio per le questioni patrimoniali. Questa capacità viene assunta dal curatore, che agisce nell’interesse della massa dei creditori. L’Amministrazione Finanziaria non può ignorare questo cambiamento, poiché la sentenza di fallimento è un atto pubblico conoscibile da chiunque tramite i registri pubblici.

La Cassazione ha specificato che l’evento del fallimento è conosciuto “ex lege” (per legge) una volta espletati gli adempimenti pubblicitari previsti, come il deposito in cancelleria. Non è quindi necessario che il curatore invii una comunicazione formale (come il modello AA7710) all’Agenzia delle Entrate per rendere obbligatoria la notifica al curatore.

L’atto notificato al solo soggetto fallito è, pertanto, “semplicemente inopponibile al fallimento”. Ciò significa che non produce effetti nei confronti della procedura e, soprattutto, non è idoneo a far scattare il conto alla rovescia per l’impugnazione. Il dies a quo per il ricorso del curatore inizia a decorrere solo ed esclusivamente dal momento in cui l’atto viene notificato a lui personalmente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Fisco e Procedure Concorsuali

Questa pronuncia rafforza la tutela della curatela fallimentare e della massa dei creditori. Impone all’Amministrazione Finanziaria un onere di diligenza, obbligandola a verificare lo stato dell’impresa prima di procedere con le notifiche. Per le curatele, conferma che il diritto di difesa non può essere compromesso da notifiche irregolari, garantendo il tempo necessario per valutare e impugnare gli atti fiscali. In sintesi, la regola è chiara: in caso di fallimento, l’unico destinatario valido per la notifica degli atti impositivi è il curatore.

Dopo la dichiarazione di fallimento, a chi deve essere notificato un avviso di accertamento fiscale per essere efficace?
L’avviso di accertamento deve essere notificato al curatore fallimentare. La notifica effettuata unicamente presso la sede legale della società fallita è considerata inefficace (inopponibile) nei confronti della procedura fallimentare.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per impugnare un atto fiscale in caso di fallimento?
Il termine per l’impugnazione da parte della curatela inizia a decorrere non dalla data di notifica alla società, ma dalla data in cui l’atto viene correttamente notificato personalmente al curatore fallimentare.

Il curatore è obbligato a comunicare formalmente il fallimento all’Agenzia delle Entrate perché la notifica debba essere indirizzata a lui?
No. Secondo la Corte, il fallimento è un evento conosciuto “ex lege” una volta pubblicata la sentenza. L’Amministrazione Finanziaria è tenuta a conoscere tale stato e a notificare gli atti al curatore, indipendentemente dalla presentazione di modelli specifici da parte di quest’ultimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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