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Notifica a società incorporata: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1672/2025, ha stabilito che la notifica di una cartella di pagamento a una società già estinta a seguito di fusione per incorporazione è nulla. Questo principio si fonda sulla recente giurisprudenza delle Sezioni Unite, secondo cui la fusione comporta l’estinzione della società incorporata e una successione universale in capo alla società incorporante. Di conseguenza, una notifica a società incorporata, se effettuata dopo la fusione, non è idonea a interrompere i termini di decadenza per la riscossione del tributo.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica a società incorporata: la Cassazione ne sancisce la nullità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di riscossione tributaria e operazioni societarie. L’argomento centrale è la validità della notifica a società incorporata di atti impositivi, come una cartella di pagamento, dopo che la fusione è stata completata. Con la sentenza in esame, la Suprema Corte ha stabilito che tale notifica è da considerarsi nulla, con importanti conseguenze per i termini di decadenza del credito erariale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una società che aveva impugnato una cartella di pagamento relativa a tributi erariali per l’anno 2007. La particolarità della vicenda risiedeva nel fatto che la cartella era stata notificata alla società originaria (la società incorporata) in un momento successivo alla sua fusione per incorporazione in un’altra società (l’incorporante).

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva respinto l’appello della società, ritenendo valida la notifica. Secondo i giudici di merito, la fusione per incorporazione non comporterebbe una vera e propria estinzione della società incorporata, ma solo una vicenda modificativa. Pertanto, la notifica all’indirizzo della società, sebbene già fusa, era stata considerata legittima. La società contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando, tra gli altri motivi, proprio la nullità della notifica in quanto indirizzata a un soggetto giuridico ormai estinto.

La questione giuridica e la validità della notifica a società incorporata

Il cuore della controversia ruota attorno alla natura giuridica della fusione per incorporazione e ai suoi effetti sulla soggettività giuridica della società incorporata. Il quesito fondamentale è: la società incorporata cessa di esistere oppure continua a vivere in una forma diversa? La risposta a questa domanda determina a chi debbano essere notificati validamente gli atti successivi alla fusione.

La società ricorrente sosteneva che la notifica fosse inesistente o nulla, poiché indirizzata a un’entità non più esistente. Questo vizio avrebbe impedito l’interruzione della decadenza, rendendo il credito tributario non più esigibile. L’Agenzia della Riscossione, al contrario, si basava su un orientamento precedente che vedeva la fusione come una semplice modifica organizzativa.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ribaltando la decisione della CTR. I giudici di legittimità hanno fondato la loro decisione su un più recente e consolidato orientamento delle Sezioni Unite (in particolare la sentenza n. 26970/2021). Secondo questo principio, la fusione per incorporazione determina l’estinzione della società incorporata a partire dalla sua cancellazione dal registro delle imprese.

L’operazione di fusione non è più vista come una mera vicenda evolutiva, ma come un fenomeno che realizza una successione a titolo universale. In pratica, la società incorporante subentra in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, della società estinta, diventando il nuovo e unico centro di imputazione di tali rapporti.

Di conseguenza, qualsiasi atto notificato alla società incorporata dopo la sua estinzione è giuridicamente nullo. La notifica, per essere valida, deve essere indirizzata alla società incorporante, che è l’unico soggetto legittimato a riceverla. La Corte ha precisato che questo principio, già affermato per gli avvisi di accertamento, si estende pienamente anche all’ipotesi di notifica della cartella di pagamento.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un punto fermo con implicazioni pratiche significative. Per le imprese, sottolinea l’importanza di verificare la corretta intestazione e notifica degli atti fiscali a seguito di operazioni straordinarie come le fusioni. Una notifica errata può determinare la nullità dell’atto e la conseguente decadenza del diritto dell’Amministrazione Finanziaria alla riscossione.

Per l’Agenzia delle Entrate e l’Agente della Riscossione, emerge la necessità di un’attenta verifica della situazione giuridica del contribuente prima di procedere alla notifica. È indispensabile indirizzare gli atti impositivi e di riscossione alla società incorporante, quale unico soggetto giuridico esistente e successore universale della società estinta, per evitare di incorrere in vizi procedurali che possono compromettere l’intera pretesa tributaria.

È valida la notifica di una cartella di pagamento a una società che è stata incorporata da un’altra società?
No, la notifica effettuata nei confronti di una società dopo la sua fusione per incorporazione in un’altra è nulla. L’atto deve essere notificato alla società incorporante, che è l’unico soggetto giuridico esistente.

Cosa succede a una società dopo una fusione per incorporazione secondo la Cassazione?
La società incorporata si estingue a partire dalla data di cancellazione dal registro delle imprese. Si realizza una successione a titolo universale, in cui la società incorporante subentra in tutti i rapporti giuridici, attivi e passivi, della società estinta.

Qual è la conseguenza di una notifica nulla alla società incorporata?
Una notifica nulla non produce effetti giuridici. In particolare, non è idonea a interrompere il termine di decadenza previsto per la riscossione del tributo. Se tale termine scade, il credito erariale non può più essere preteso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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