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Notifica a società fallita: la nullità dell’atto

L’Amministrazione Finanziaria ha impugnato una sentenza sfavorevole emessa nei confronti di una società contribuente. Tuttavia, prima della notifica del ricorso per cassazione, la società è stata dichiarata fallita. L’atto è stato erroneamente notificato al procuratore del precedente grado di giudizio anziché al curatore fallimentare, unico soggetto legittimato a rappresentare la società. La Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità della notifica a società fallita, ordinandone la rinnovazione entro 60 giorni direttamente al curatore.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica a Società Fallita: l’Errore Procedurale che Costa Caro

Nel complesso mondo del contenzioso, la correttezza delle procedure è fondamentale. Un semplice errore formale può compromettere l’esito di un intero giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio su un tema delicato: la notifica a società fallita. La pronuncia sottolinea una regola inderogabile: se la controparte viene dichiarata fallita, ogni atto processuale deve essere notificato esclusivamente al curatore fallimentare, pena la nullità insanabile dell’atto stesso.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento per IVA indebitamente detratta, emesso dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di una società operante nel settore energetico. Dopo un esito parzialmente favorevole in primo grado, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva pienamente le ragioni della società, annullando integralmente l’atto impositivo.

L’Amministrazione Finanziaria, non soddisfatta della decisione, proponeva ricorso per cassazione. Qui, però, si è verificato l’intoppo procedurale. Tra la data della sentenza di secondo grado e la data di notifica del ricorso, la società contribuente veniva dichiarata fallita con sentenza del tribunale competente. Ciononostante, il ricorso veniva notificato all’avvocato che aveva difeso la società nel precedente grado di giudizio e non al curatore fallimentare.

La questione giuridica: a chi notificare l’atto?

Il nodo centrale della questione è: una volta che una società è dichiarata fallita, chi è il soggetto legittimato a ricevere gli atti giudiziari che la riguardano? L’Amministrazione Finanziaria ha agito notificando l’atto al procuratore domiciliatario del giudizio di appello, confidando forse nel principio di ultrattività del mandato. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha seguito un orientamento consolidato e rigoroso, ritenendo tale notifica radicalmente nulla.

Le Motivazioni della Cassazione sulla notifica a società fallita

La Corte ha ribadito un principio cardine del diritto fallimentare e processuale. Ai sensi dell’art. 43 della Legge Fallimentare, a seguito della dichiarazione di fallimento, la parte perde la capacità processuale e l’unica figura legittimata a rappresentarla in giudizio è il curatore fallimentare. Di conseguenza, qualsiasi ricorso o atto di impugnazione deve essere proposto e notificato nei confronti della curatela.

I giudici hanno chiarito che il ricorso proposto nei confronti del soggetto ‘in bonis’ (ovvero la società prima del fallimento) e notificato al suo precedente avvocato è nullo. La Corte ha inoltre specificato, richiamando una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite, che il principio di ultrattività del mandato difensivo non trova applicazione quando il fallimento interviene nel corso del processo e non viene dichiarato. La dichiarazione di fallimento interrompe automaticamente il legame tra la società e il suo precedente difensore.

Le Conclusioni: la Notifica è Nulla ma Sanabile

La Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità della notificazione del ricorso. Tuttavia, anziché dichiarare inammissibile l’impugnazione, ha applicato l’articolo 291 del codice di procedura civile. Questa norma permette di sanare la nullità ordinando la rinnovazione della notifica.

In conclusione, l’Amministrazione Finanziaria ha ricevuto un termine perentorio di sessanta giorni per notificare nuovamente il ricorso, questa volta correttamente indirizzato al curatore fallimentare. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo, in attesa che la procedura venga correttamente ripristinata. Questa ordinanza serve da monito: la dichiarazione di fallimento di una delle parti processuali è un evento che modifica radicalmente la legittimazione processuale e impone un’attenzione scrupolosa nelle notifiche, per evitare di incorrere in vizi che possono ritardare o compromettere la tutela dei propri diritti.

A chi deve essere notificato un atto di impugnazione se la società controparte è stata dichiarata fallita?
L’atto deve essere notificato esclusivamente al curatore fallimentare, che è l’unico soggetto legalmente autorizzato a rappresentare la società in giudizio dopo la dichiarazione di fallimento.

Cosa succede se la notifica viene erroneamente inviata all’avvocato che difendeva la società prima del fallimento?
La notifica è considerata nulla. L’avvocato precedente non ha più il potere di rappresentare la società, poiché il suo mandato si interrompe con la dichiarazione di fallimento.

Una notifica nulla a una società fallita può essere corretta?
Sì, la Corte può sanare il vizio ordinando la rinnovazione della notificazione. Concede alla parte notificante un nuovo termine perentorio per ripetere la notifica, questa volta indirizzandola correttamente al curatore fallimentare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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