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Notifica a familiare: basta la raccomandata semplice

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3278/2025, ha chiarito che la notifica di un atto a un familiare, anche se non convivente, si perfeziona con la sola prova della spedizione della raccomandata informativa semplice, senza necessità dell’avviso di ricevimento. Il caso riguardava l’annullamento di un’iscrizione ipotecaria per un presunto vizio di notifica delle cartelle esattoriali, consegnate alla madre del contribuente. La Corte ha stabilito che la legge presume che il familiare consegni l’atto, giustificando una procedura semplificata. La prova più rigorosa, con avviso di ricevimento, è richiesta solo in caso di assenza o rifiuto del destinatario.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Notifica a familiare non convivente: la Cassazione fa chiarezza sulla prova

La validità delle notifiche è un pilastro del nostro ordinamento, specialmente in ambito tributario, dove un vizio procedurale può invalidare un intero atto di riscossione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: la notifica a familiare non convivente e la prova necessaria per ritenerla perfezionata. La pronuncia stabilisce che, in questi casi, è sufficiente la prova della spedizione di una semplice raccomandata informativa, senza bisogno dell’avviso di ricevimento. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un contribuente otteneva in primo grado l’annullamento di un’iscrizione ipotecaria promossa da un Agente della Riscossione. Il motivo? Le cartelle di pagamento, presupposto dell’ipoteca, non erano state ritualmente notificate. La notifica era avvenuta a mani della madre del destinatario, la quale, però, non risultava convivente. La Commissione Tributaria Regionale, in appello, confermava la decisione, ritenendo che l’Agente della Riscossione non avesse fornito la prova della spedizione della raccomandata informativa, obbligatoria quando l’atto non viene consegnato direttamente al destinatario.

L’Agente della Riscossione ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la legge non richiede una raccomandata con avviso di ricevimento, ma una semplice raccomandata, la cui spedizione era stata provata.

La Decisione della Cassazione sulla notifica a familiare non convivente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agente della Riscossione, cassando la sentenza impugnata. Gli Ermellini hanno chiarito l’interpretazione dell’art. 60, lett. b-bis, del d.P.R. 600/1973, distinguendo nettamente le diverse modalità di notifica e le relative prove richieste.

La Differenza tra Raccomandata Semplice e Avviso di Ricevimento

Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra due scenari:

1. Consegna a ‘persona diversa’ dal destinatario: Quando l’atto viene consegnato a un familiare, un addetto alla casa o al portiere, la legge presume l’esistenza di un rapporto di fiducia tale da garantire che l’atto pervenga al destinatario. In questo caso, la procedura di notifica si perfeziona con l’invio di una raccomandata informativa ‘semplice’. L’obiettivo è informare il destinatario dell’avvenuta consegna, e per questo è sufficiente la prova di spedizione della raccomandata stessa.

2. Mancata consegna per assenza o rifiuto: Quando, invece, l’agente notificatore non trova nessuno a cui consegnare l’atto (o le persone presenti rifiutano di riceverlo), la procedura è più rigorosa (art. 140 c.p.c. e art. 8, L. 890/1982). In questo caso, l’atto viene depositato e al destinatario deve essere inviata una raccomandata con avviso di ricevimento (C.A.D.). La prova del perfezionamento della notifica richiede la produzione in giudizio dell’avviso di ricevimento, che attesta la ricezione della comunicazione di avvenuto deposito.

La validità della notifica a familiare anche se non convivente

La Corte ha inoltre ribadito un principio consolidato: la consegna a ‘persona di famiglia’ non richiede necessariamente il requisito della convivenza. L’esistenza di un vincolo di parentela o affinità è sufficiente a far scattare la presunzione iuris tantum (cioè, valida fino a prova contraria) che l’atto verrà consegnato al destinatario. Spetta a quest’ultimo dimostrare il carattere del tutto occasionale e fortuito della presenza del familiare in casa al momento della notifica.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di una ‘ragionevole aspettativa’ che il legislatore ha riposto nelle persone legate da un vincolo familiare con il destinatario. La procedura semplificata (raccomandata semplice) si giustifica perché si presume che un familiare, un addetto alla casa o un portiere abbia un rapporto con il destinatario tale da assicurare la consegna dell’atto. Questa presunzione non esiste nei casi di assenza totale, dove il destinatario è del tutto ignaro del tentativo di notifica. Per questo motivo, in tale ultima ipotesi, la legge impone la garanzia rafforzata della raccomandata con avviso di ricevimento.

Nel caso specifico, la consegna alla madre, seppur non convivente, rientra nella prima categoria. Pertanto, la Corte d’appello ha errato nel richiedere una prova più rigorosa di quella prevista dalla legge, ovvero la produzione dell’avviso di ricevimento. La semplice prova della spedizione della raccomandata informativa era sufficiente a perfezionare il procedimento notificatorio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti implicazioni pratiche:

* Per gli enti impositori e gli agenti della riscossione: Viene confermato che, in caso di notifica a familiari o portieri, è sufficiente conservare e produrre la prova di spedizione della raccomandata informativa semplice.
* Per i contribuenti: Si chiarisce che il solo fatto che il familiare ricevente non sia anagraficamente convivente non è, di per sé, motivo di nullità della notifica. Per contestarla, il contribuente deve fornire la prova rigorosa che la presenza del familiare era puramente casuale e che non vi erano le condizioni per presumere la successiva consegna dell’atto.

La notifica di un atto fiscale a un familiare non convivente è valida?
Sì, la notifica è valida. Secondo la Cassazione, la legge non richiede espressamente la convivenza, essendo sufficiente l’esistenza di un vincolo di parentela o affinità che giustifichi la presunzione che l’atto venga consegnato al destinatario. Spetta al contribuente dimostrare il contrario.

Quale prova deve fornire l’agente notificatore quando consegna un atto a un familiare del destinatario?
L’agente notificatore deve provare di aver spedito una raccomandata informativa ‘semplice’ all’indirizzo del destinatario. Non è richiesta la prova della ricezione tramite avviso di ricevimento, ma solo la prova dell’avvenuta spedizione.

In quali casi è obbligatoria la notifica tramite raccomandata con avviso di ricevimento?
La raccomandata con avviso di ricevimento (la cosiddetta C.A.D. – Comunicazione di Avvenuto Deposito) è obbligatoria quando l’agente notificatore non può consegnare l’atto per assenza temporanea del destinatario o per assenza o inidoneità di altre persone abilitate a riceverlo, oppure in caso di rifiuto a ricevere l’atto. In questi scenari, la notifica si perfeziona con l’invio di tale comunicazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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