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Mutuo dissenso donazione: nuova imposta in arrivo?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16681/2024, ha stabilito che l’atto di ‘mutuo dissenso’ con cui si annulla una precedente donazione immobiliare non è un’operazione neutra, ma costituisce un nuovo trasferimento di proprietà. Tale atto, qualificato come ‘contrarius actus’, deve essere tassato come una nuova donazione, applicando l’imposta sul valore totale del bene al momento del ritrasferimento, e non solo sull’eventuale incremento di valore. La Corte ha cassato la decisione precedente per un errore nella determinazione della base imponibile e per non aver risposto alle contestazioni del contribuente sulla perizia di stima dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Mutuo Dissenso Donazione: Si Paga di Nuovo? La Cassazione Spiega

L’annullamento consensuale di un atto precedente, noto come mutuo dissenso, è una pratica comune nel diritto civile. Ma cosa succede quando si decide di annullare una donazione già perfezionata? Si tratta di un’operazione fiscalmente neutra o scatta una nuova imposta? Con la recente sentenza n. 16681 del 17 giugno 2024, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, affermando che il mutuo dissenso di una donazione con effetti reali già prodotti costituisce un nuovo atto imponibile.

I Fatti di Causa: Dalla Donazione all’Annullamento

La vicenda trae origine da due donazioni immobiliari avvenute in passato. Anni dopo, le parti coinvolte decidevano di comune accordo di annullare tali donazioni stipulando un atto notarile denominato “Risoluzione per mutuo dissenso di donazioni”. Nel frattempo, gli immobili oggetto delle donazioni erano stati significativamente ristrutturati e trasformati, con un conseguente aumento del loro valore.

L’Agenzia delle Entrate, analizzando l’atto di risoluzione, lo ha riqualificato non come un semplice annullamento, ma come un nuovo contratto di donazione. Di conseguenza, ha emesso un avviso di liquidazione per l’imposta di donazione, calcolandola sul valore aggiornato degli immobili al momento del nuovo atto e non su quello originario.

I contribuenti hanno impugnato l’avviso, sostenendo che l’Ufficio avesse erroneamente interpretato la loro volontà e che l’atto dovesse essere tassato in misura fissa, non essendo un nuovo trasferimento di ricchezza. Sostenevano inoltre che mancasse l’elemento essenziale della donazione, ovvero l’animus donandi (l’intenzione di donare).

L’Analisi della Cassazione sul Mutuo Dissenso della Donazione

La Corte di Cassazione è stata chiamata a dirimere la controversia, focalizzandosi su due aspetti principali: la qualificazione giuridica dell’atto di mutuo dissenso e la corretta determinazione della base imponibile.

La Natura Giuridica del “Contrarius Actus”

Secondo gli Ermellini, quando gli effetti di un contratto (come il trasferimento di proprietà in una donazione) si sono già pienamente realizzati, il mutuo dissenso non può semplicemente cancellare il passato. Esso si configura, invece, come un nuovo negozio giuridico, un contrarius actus, con effetti uguali e contrari a quello precedente.

In pratica, si realizza un nuovo trasferimento di proprietà dal donatario originario al donante originario. Questo nuovo trasferimento, anche se motivato dalla volontà di ripristinare la situazione precedente, costituisce un autonomo passaggio di ricchezza e, come tale, è soggetto a tassazione proporzionale in base alla sua natura intrinseca, come previsto dall’art. 20 del Testo Unico sull’imposta di registro.

La Determinazione della Base Imponibile

Una volta stabilito che l’atto è imponibile, il punto cruciale diventa come calcolare l’imposta. La Corte ha chiarito che la base imponibile deve essere il valore del bene nella sua consistenza oggettiva al momento del ritrasferimento (cioè al momento dell’atto di mutuo dissenso). È errato, come aveva fatto il giudice di merito, tassare solo l’incremento di valore maturato tra la prima donazione e la risoluzione. L’imposta va applicata sul valore complessivo del bene trasferito, così come avviene per qualsiasi altra donazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sulla natura autonoma dell’interpretazione fiscale rispetto a quella civilistica. Ai fini fiscali, ciò che conta è l’effetto giuridico ed economico dell’atto presentato per la registrazione. Un atto che trasferisce la proprietà di un immobile a titolo gratuito è una donazione, a prescindere dal nome che le parti gli hanno dato (“risoluzione”) o dalle motivazioni sottostanti.

Tuttavia, la Corte ha accolto uno specifico motivo di ricorso dei contribuenti. Essi avevano contestato, nel merito, la perizia di stima dell’Agenzia delle Entrate, definendola inidonea e basata su elementi insufficienti (un sopralluogo esterno). I giudici di appello avevano omesso di pronunciarsi su questo punto cruciale. Tale omissione ha portato la Cassazione a cassare la sentenza e a rinviare la causa a un’altra sezione della Corte di giustizia tributaria, che dovrà non solo ricalcolare l’imposta sul valore totale del bene, ma anche e soprattutto valutare nel merito le contestazioni dei contribuenti sulla stima effettuata dall’Ufficio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale in materia fiscale: la forma non prevale sulla sostanza. Annullare una donazione tramite mutuo dissenso non è un’operazione fiscalmente indolore. Tale atto viene considerato un nuovo trasferimento di ricchezza e come tale tassato. I contribuenti devono essere consapevoli che l’imposta sarà calcolata sul valore di mercato del bene al momento dell’annullamento, che potrebbe essere significativamente superiore a quello originario. Infine, la decisione sottolinea l’importanza per i giudici di merito di esaminare attentamente tutte le contestazioni sollevate, incluse quelle relative alle metodologie di valutazione immobiliare utilizzate dall’amministrazione finanziaria.

Annullare una donazione con un successivo accordo di mutuo dissenso è un’operazione fiscalmente neutra?
No. Secondo la Corte di Cassazione, quando gli effetti della donazione si sono già prodotti (cioè la proprietà è già stata trasferita), l’atto di mutuo dissenso non è un semplice annullamento, ma un nuovo contratto di ritrasferimento della proprietà. Come tale, è soggetto all’imposta di donazione in misura proporzionale.

Su quale valore viene calcolata l’imposta in caso di mutuo dissenso di una donazione?
L’imposta deve essere calcolata sul valore complessivo del bene nella sua consistenza oggettiva al momento dell’atto di mutuo dissenso (il ritrasferimento). È errato calcolarla solo sull’incremento di valore che il bene ha avuto tra la donazione originaria e la sua risoluzione.

L’assenza di una nuova intenzione di donare (animus donandi) impedisce la tassazione dell’atto di mutuo dissenso come donazione?
No. Ai fini fiscali, ciò che rileva è l’effetto giuridico dell’atto. Se l’atto produce un trasferimento di ricchezza senza corrispettivo, viene tassato come donazione. Inoltre, la legge prevede una presunzione relativa di liberalità per i trasferimenti a titolo gratuito che, nel caso di specie, i contribuenti non avevano superato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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