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Motivazione per relationem: quando è nulla la sentenza?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria che si limitava a richiamare un’altra decisione senza un’analisi critica. Il caso riguardava un accertamento fiscale a un socio, basato su quello della sua società. La Corte ha stabilito che la motivazione per relationem è valida solo se il contenuto del provvedimento richiamato viene riprodotto e valutato autonomamente, altrimenti la sentenza è nulla per carenza di motivazione.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione per Relationem: La Cassazione Annulla Sentenza Fiscale per Difetto di Motivazione

La motivazione per relationem è uno strumento processuale che consente ai giudici di redigere una sentenza richiamando le argomentazioni contenute in un altro atto o provvedimento. Tuttavia, il suo utilizzo non è privo di limiti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire quando una sentenza che utilizza questa tecnica rischia di essere annullata per carenza di motivazione, specialmente in ambito tributario.

I Fatti del Caso: L’Accertamento al Socio

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Amministrazione Finanziaria a un contribuente, socio al 98% di una società a responsabilità limitata. L’Ufficio contestava al socio un maggior reddito ai fini IRPEF per l’anno 2008, derivante dalla presunta distribuzione di utili extracontabili. Questo accertamento era una diretta conseguenza di un altro avviso, emesso nei confronti della società stessa, con cui era stato accertato un maggior reddito d’impresa.

Il contribuente impugnava l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, che accoglieva il ricorso. L’Amministrazione Finanziaria proponeva appello, ma la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado respingeva il gravame, confermando l’annullamento dell’accertamento.

Il Giudizio di Secondo Grado e la Motivazione Insufficiente

Il punto cruciale della controversia risiede proprio nella motivazione adottata dalla Corte di secondo grado. I giudici d’appello si erano limitati a affermare che “il reddito del socio deve seguire quello societario che è stato annullato”, facendo riferimento a una coeva sentenza che aveva annullato l’accertamento presupposto, quello emesso nei confronti della società.

L’Amministrazione Finanziaria ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando, tra gli altri motivi, la violazione di legge per totale carenza di motivazione. Secondo la ricorrente, la sentenza d’appello era nulla perché non conteneva un’autonoma e reale argomentazione, ma si limitava a un mero e acritico rinvio a un’altra decisione.

Le Motivazioni della Cassazione: I Limiti della Motivazione per Relationem

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ritenendo fondato il motivo relativo al difetto di motivazione.

La Regola Generale

Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: nel processo tributario, la motivazione per relationem a un’altra sentenza, anche se emessa contestualmente e non ancora passata in giudicato, è ammissibile. Tuttavia, affinché sia valida, non è sufficiente un semplice rinvio formale. È necessario che la sentenza che opera il rinvio:

1. Riproduca i contenuti essenziali della decisione richiamata.
2. Sottoponga tali contenuti a una valutazione critica e autonoma nel contesto della causa specifica che sta decidendo.

In altre parole, il giudice non può semplicemente “prendere in prestito” la conclusione di un altro giudizio, ma deve farla propria, spiegando perché quelle argomentazioni sono pertinenti e decisive anche nel caso di specie. Questo processo serve a garantire la verifica della coerenza logico-giuridica del ragionamento e il diritto di difesa delle parti.

L’Applicazione al Caso Concreto

Nel caso esaminato, la Corte di secondo grado si era limitata a un’affermazione apodittica, senza riprodurre neanche sinteticamente le ragioni per cui l’accertamento societario era stato annullato e senza spiegare come e perché tale annullamento incidesse sulla posizione del socio. Questo modo di procedere ha svuotato la sentenza di qualsiasi contenuto motivazionale effettivo, riducendola a un guscio vuoto e rendendola, di fatto, nulla.

Le Conclusioni: Un Monito per i Giudici

La decisione della Cassazione rappresenta un importante monito sull’obbligo di motivazione che grava su ogni organo giudicante. La motivazione per relationem è uno strumento di economia processuale, non una scorciatoia per eludere il dovere di esporre in modo chiaro e comprensibile l’iter logico-giuridico che ha portato alla decisione. Una sentenza priva di una motivazione reale ed effettiva viola il principio del giusto processo e il diritto di difesa. Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, in diversa composizione, per un nuovo esame che rispetti i canoni di una corretta motivazione.

Una sentenza può basare la sua decisione semplicemente richiamando un’altra sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è sufficiente un mero richiamo a un’altra decisione. È necessario che la sentenza riproduca i contenuti essenziali del provvedimento richiamato e li sottoponga a una valutazione critica e autonoma.

Quali sono i requisiti per una valida motivazione per relationem in ambito tributario?
Per essere valida, la motivazione per relationem deve riprodurre i contenuti mutuati dall’altra decisione e renderli oggetto di un’autonoma valutazione critica nel contesto della specifica causa, consentendo di verificare la compatibilità logico-giuridica del ragionamento.

Cosa accade se una sentenza è priva di una reale ed effettiva motivazione?
Una sentenza con una motivazione carente o meramente apparente è considerata nulla. In tal caso, la Corte di Cassazione la annulla (la ‘cassa’) e rinvia il giudizio a un altro giudice per una nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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