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Motivazione per relationem: quando è nulla?

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di accertamento fiscale su compravendite immobiliari. L’ordinanza chiarisce due punti fondamentali: l’inammissibilità di un ricorso che chiede un riesame delle prove e la nullità di una sentenza d’appello la cui motivazione per relationem è meramente apparente e non affronta specificamente i motivi di gravame. Il ricorso del contribuente è stato dichiarato inammissibile, mentre quello dell’Agenzia delle Entrate è stato accolto, con rinvio del caso al giudice di merito.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione per Relationem: Guida alla Sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è intervenuta su un caso di accertamento tributario, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del giudizio di legittimità e sui requisiti di validità della motivazione per relationem nelle sentenze. Questa pronuncia sottolinea come una motivazione che si limiti a un generico rinvio a un’altra decisione, senza un’analisi critica e specifica, possa portare alla nullità della sentenza.

I Fatti del Caso: Una Disputa Fiscale su Valori Immobiliari

La vicenda trae origine da un accertamento fiscale nei confronti della socia di una società immobiliare. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato un maggior reddito derivante dalla vendita di tre immobili a un prezzo ritenuto inferiore a quello di mercato. Per una delle compravendite, il valore reale era stato desunto dall’importo, più elevato, dichiarato alla banca per ottenere un mutuo. Per le altre due, in assenza di mutuo, l’Ufficio aveva applicato per analogia il “prezzo normale” calcolato sulla prima operazione.

Nei primi due gradi di giudizio, i giudici tributari avevano confermato l’accertamento solo per la vendita assistita da mutuo, annullando invece le riprese fiscali per le altre due. La decisione d’appello, in particolare, aveva rigettato sia le doglianze della contribuente che quelle dell’Agenzia, confermando la sentenza di primo grado.

I Ricorsi in Cassazione: Due Prospettive Opposte

Entrambe le parti hanno proposto ricorso per cassazione.

L’Appello della Contribuente

La contribuente lamentava la violazione di diverse norme procedurali e sostanziali. Sosteneva che i giudici di merito non avessero correttamente valutato il suo disconoscimento della copia di una promessa di vendita, documento su cui si basava parte dell’accertamento fiscale.

Il Ricorso Incidentale e la Motivazione per Relationem

L’Agenzia delle Entrate, con ricorso incidentale, ha invece denunciato la nullità della sentenza d’appello per carenza di motivazione. Secondo l’Agenzia, i giudici di secondo grado non avevano spiegato adeguatamente perché le due compravendite senza mutuo non fossero comparabili con quella usata come riferimento. La sentenza si era limitata ad affermare che non vi era una “più precisa corrispondenza”, senza analizzare gli argomenti specifici proposti dall’Ufficio, come la contestualità temporale, l’identità tipologica e l’appartenenza al medesimo complesso edilizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato una decisione netta, accogliendo il ricorso dell’Agenzia e dichiarando inammissibile quello della contribuente.

le motivazioni

Il ricorso della contribuente è stato ritenuto inammissibile perché, in sostanza, chiedeva alla Corte di Cassazione una nuova valutazione delle prove, un compito che esula dalle sue funzioni di giudice di legittimità. La Corte non può riesaminare il merito della vicenda, ma solo controllare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione.

Di contro, il ricorso dell’Agenzia è stato accolto. La Cassazione ha stabilito che la motivazione della sentenza d’appello era meramente apparente. I giudici di secondo grado, utilizzando una motivazione per relationem, si erano limitati a un generico rinvio alla sentenza di primo grado, senza però dimostrare di aver esaminato e valutato criticamente i motivi specifici dell’appello dell’Agenzia. Una motivazione è legittima solo se riproduce i contenuti a cui fa rinvio e li sottopone a un’autonoma valutazione critica nel contesto della nuova causa. In questo caso, la formula laconica utilizzata non permetteva di comprendere l’iter logico-giuridico seguito per rigettare le argomentazioni dell’Ufficio, rendendo la sentenza nulla per vizio di motivazione.

le conclusioni

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata limitatamente al motivo accolto e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, in diversa composizione, per un nuovo esame. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: il giudice d’appello ha l’obbligo di fornire una motivazione completa ed effettiva, che dia conto dell’analisi di tutte le censure mosse dalle parti. Un semplice rinvio a decisioni precedenti non è sufficiente se non è accompagnato da una valutazione critica che dimostri l’effettivo esame del caso.

Quando una sentenza può essere annullata per motivazione insufficiente?
Una sentenza può essere annullata quando la motivazione è nulla, ad esempio se è meramente apparente o laconica e non consente di comprendere le ragioni della decisione. Questo accade quando il giudice non esamina e non valuta adeguatamente i motivi di gravame, le allegazioni difensive e gli elementi di prova, come nel caso della motivazione per relationem che si limita a un mero rinvio senza un’analisi critica.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove?
No, la Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può riesaminare le prove o la veridicità dei fatti. Il suo compito è controllare la corretta applicazione del diritto e la coerenza logico-formale delle argomentazioni del giudice di merito. Chiedere una diversa valutazione delle prove rende il ricorso inammissibile.

Quali sono i limiti della motivazione per relationem?
La motivazione per relationem è legittima solo se a) si riferisce a una sentenza già passata in giudicato tra le parti, oppure b) riproduce la motivazione di riferimento, la recepisce autonomamente e la vaglia criticamente nel contesto della nuova causa. Un semplice riferimento generico, senza un’analisi specifica dei motivi di appello, rende la motivazione nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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