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Motivazione per relationem: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8002/2024, si è pronunciata sul principio di motivazione per relationem degli avvisi di accertamento fiscale. Il caso riguardava una società e i suoi soci destinatari di avvisi fiscali basati su un processo verbale di constatazione (PVC) relativo a una società terza, non allegato agli atti. La Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia Fiscale, stabilendo che in appello non si possono introdurre eccezioni nuove e che il giudice di merito deve verificare se l’atto impositivo, pur senza allegare il documento richiamato, ne riproduca il contenuto essenziale, garantendo così il diritto di difesa del contribuente.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione per relationem: quando l’atto fiscale è valido anche senza allegati?

L’obbligo di motivazione degli atti fiscali è un pilastro fondamentale dello Statuto del Contribuente, garantendo il diritto alla difesa. Un aspetto cruciale è la cosiddetta motivazione per relationem, ovvero quando l’avviso di accertamento fonda le sue ragioni su un altro documento. La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 8002/2024 offre chiarimenti essenziali su quando un atto richiamato debba essere fisicamente allegato e quando, invece, sia sufficiente riprodurne il contenuto essenziale.

I Fatti alla base della controversia fiscale

Una società e i suoi soci impugnavano una serie di avvisi di accertamento per gli anni d’imposta 2006, 2007 e 2008. L’Agenzia Fiscale contestava il presunto coinvolgimento della società in una frode fiscale, basando le proprie pretese su un Processo Verbale di Constatazione (PVC) redatto nei confronti di una terza società.

In primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva parzialmente i ricorsi. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) accoglieva l’appello dei contribuenti, annullando gli accertamenti. La CTR motivava la sua decisione sul fatto che il PVC relativo alla società terza, fondamento dell’accertamento, non era stato né allegato agli avvisi né conosciuto dal contribuente. L’Agenzia Fiscale, ritenendo errata tale decisione, proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e la motivazione per relationem

La Corte di Cassazione ha riformato la sentenza della CTR, accogliendo il secondo e il terzo motivo di ricorso dell’Agenzia Fiscale. La Corte ha stabilito due principi di diritto fondamentali per la gestione del contenzioso tributario.

Il divieto di eccezioni nuove in appello

Il primo punto chiarito dalla Corte riguarda l’inammissibilità di eccezioni nuove in appello. I giudici hanno osservato che, in primo grado, i contribuenti avevano contestato la mancata allegazione del PVC solo in relazione a specifiche fatture. In appello, invece, avevano ampliato la contestazione a tutti i rilievi derivanti da quel PVC.

Secondo la Cassazione, questa è un’eccezione “nuova” e, come tale, inammissibile ai sensi dell’art. 57 del d.lgs. 546/1992. Si tratta di un’eccezione in senso stretto, che doveva essere sollevata in modo completo fin dal primo grado di giudizio. Introdurla o ampliarla in appello modifica il thema decidendum (l’oggetto del contendere), violando le regole processuali.

L’obbligo di allegazione e il contenuto essenziale nella motivazione per relationem

Il secondo e più rilevante principio affermato riguarda proprio la motivazione per relationem. La Corte ha ribadito che, secondo l’art. 7 dello Statuto del Contribuente e l’art. 42 del D.P.R. 600/1973, se la motivazione di un atto fa riferimento a un altro documento non conosciuto dal contribuente, questo deve essere allegato.

Tuttavia, la stessa norma prevede un’importante eccezione: l’allegazione non è necessaria se l’atto impositivo “ne riproduca il contenuto essenziale”. La CTR aveva sbagliato nel limitarsi a constatare la mancata allegazione del PVC, senza compiere il passo successivo: verificare se gli avvisi di accertamento riportassero le parti essenziali del PVC in modo tale da consentire al contribuente di comprendere le accuse e di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa.

Le Motivazioni Giuridiche

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un’interpretazione rigorosa delle norme processuali e sostanziali.

Per quanto riguarda il divieto di eccezioni nuove, i giudici hanno richiamato il principio secondo cui le preclusioni processuali non sono nella disponibilità delle parti. Il thema decidendum viene fissato in primo grado e può essere modificato solo nei limiti previsti dalla legge. L’ampliamento di un’eccezione d’invalidità dell’atto tributario in appello costituisce una violazione di tale principio.

Sulla motivazione per relationem, la Corte ha specificato che il concetto di “contenuto essenziale” non significa una riproduzione integrale. Si intende l’insieme di quelle parti (oggetto, contenuto, destinatari) del documento richiamato che sono necessarie e sufficienti a sostenere la pretesa fiscale. Il giudice di merito ha il dovere di effettuare questa valutazione caso per caso, accertando se, in concreto, il diritto di difesa del contribuente sia stato salvaguardato.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Per i contribuenti, sottolinea l’importanza di formulare tutte le contestazioni in modo completo e specifico fin dal ricorso introduttivo, per non vedersi precludere la possibilità di farle valere in appello. Per l’Amministrazione Finanziaria, conferma che la mancata allegazione di un documento richiamato non comporta l’automatica nullità dell’atto, a patto che ne sia stato trascritto il contenuto essenziale in modo da garantire la piena comprensibilità delle ragioni della pretesa. La causa è stata quindi rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare il caso applicando correttamente questi principi.

Un avviso di accertamento è nullo se non allega un documento che richiama?
Non necessariamente. Secondo la Corte, l’atto non è nullo se, pur non allegando il documento, ne riproduce il “contenuto essenziale”, ovvero quelle parti sufficienti a permettere al contribuente di comprendere le accuse e difendersi adeguatamente.

È possibile sollevare per la prima volta in appello una contestazione non avanzata in primo grado?
No. La Corte ha chiarito che l’eccezione di carenza di motivazione per mancata allegazione di un atto è un’eccezione in senso stretto. Se non viene sollevata in primo grado (o viene sollevata solo parzialmente), non può essere introdotta o ampliata per la prima volta nel giudizio di appello.

Cosa si intende per ‘contenuto essenziale’ di un documento richiamato?
Si intende l’insieme delle parti del documento (come oggetto, contenuto e destinatari) che sono indispensabili per sostenere la motivazione dell’atto impositivo e per consentire al contribuente e al giudice di individuare i punti specifici su cui si fonda la pretesa fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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