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Motivazione per relationem: Cassazione annulla sentenza

Una società logistica contesta una tassazione sui rifiuti, sostenendo l’esenzione per le aree destinate alla produzione di rifiuti speciali. La Corte di Giustizia Tributaria, dopo un primo annullamento da parte della Cassazione, emette una nuova sentenza errata. Questa viene nuovamente annullata dalla Cassazione per carenza assoluta di motivazione. Il giudice di merito, infatti, si era limitato a un generico riferimento alla precedente pronuncia, omettendo l’analisi fattuale richiesta sulla distinzione tra aree tassabili ed esenti. Il caso evidenzia i limiti della motivazione per relationem.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione per Relationem: Quando il Rinvio Non Basta

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, torna a bacchettare i giudici di merito sull’uso della motivazione per relationem, ribadendo un principio fondamentale: richiamare una decisione precedente non esonera il giudice dal dovere di analizzare i fatti specifici della causa. Il caso, relativo alla tassazione dei rifiuti (Tares/Tari), dimostra come una motivazione apparente possa nascondere una totale assenza di valutazione, portando all’annullamento della sentenza.

I Fatti del Caso: Tassazione dei Rifiuti e Aree Esenti

Una società operante nel settore della logistica aveva impugnato un avviso di accertamento relativo alla tassa sui rifiuti. La contribuente sosteneva che una vasta porzione dei suoi locali era adibita alla produzione di rifiuti speciali, smaltiti autonomamente e, come tali, non soggetti al tributo comunale. Il contenzioso era già approdato una prima volta in Cassazione, la quale aveva annullato la decisione di secondo grado, incaricando la Corte di Giustizia Tributaria di procedere a un nuovo esame. Il compito del giudice del rinvio era chiaro: accertare in fatto quali superfici fossero effettivamente produttive di rifiuti speciali (da escludere) e quali, invece, producessero rifiuti urbani (da tassare).

L’Errore del Giudice del Rinvio e la Mancata Valutazione

Nonostante le precise indicazioni della Suprema Corte, il giudice del rinvio, nella nuova sentenza, si è limitato a riportare alcuni stralci della precedente decisione della Cassazione e ha accolto integralmente l’appello dell’ente impositore. In pratica, ha evitato di compiere l’indagine fattuale che gli era stata demandata. Non ha distinto le aree, non ha valutato le prove, non ha applicato i principi di diritto al caso concreto. Ha utilizzato la motivazione per relationem in modo improprio, trasformandola in una scorciatoia per evitare il compito più gravoso: l’accertamento del fatto.

La Decisione della Cassazione: Nullità per Carenza Assoluta di Motivazione

La società ha nuovamente proposto ricorso in Cassazione, lamentando proprio la totale assenza di motivazione. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando per la seconda volta la causa alla Corte di Giustizia Tributaria, ma in diversa composizione.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno spiegato che, sebbene la motivazione per relationem sia uno strumento ammissibile, non può mai tradursi in una totale abdicazione al dovere di motivare. Il giudice può richiamare un’altra pronuncia, ma il suo percorso argomentativo deve rimanere comprensibile e deve dimostrare di aver applicato i principi richiamati alla fattispecie concreta. In questo caso, la sentenza impugnata era totalmente carente di motivazione perché non conteneva alcuna analisi della situazione specifica delle aree sottoposte a tassazione. Mancava ogni riferimento ai fatti di causa e alle ragioni che fondavano la pretesa tributaria. Di conseguenza, il provvedimento è stato dichiarato nullo.

Le Conclusioni

Questa pronuncia è un importante monito per i giudici di merito. La funzione del giudizio di rinvio non è quella di recepire passivamente una decisione, ma di riesaminare la controversia alla luce dei principi di diritto vincolanti stabiliti dalla Cassazione. L’onere di accertare i fatti e di applicare ad essi il diritto non può essere eluso attraverso un generico richiamo. Per i contribuenti, la sentenza rafforza il diritto a una decisione motivata, che non sia solo apparente ma che entri nel merito delle questioni sollevate, garantendo trasparenza e comprensibilità del percorso logico seguito dal giudice.

Quando una motivazione “per relationem” rende nulla una sentenza?
Una motivazione “per relationem” è causa di nullità quando il giudice si limita a richiamare un’altra decisione senza applicare i principi di diritto in essa contenuti ai fatti specifici della causa, rendendo così impossibile comprendere il percorso logico-giuridico seguito e risultando in una carenza totale di motivazione.

Qual era l’obbligo del giudice di secondo grado in questo caso di tassazione dei rifiuti?
Il giudice di secondo grado, in sede di rinvio, aveva l’obbligo specifico di compiere un accertamento di fatto per distinguere, sulla base delle prove fornite, le superfici aziendali produttive di rifiuti speciali autonomamente smaltiti (e quindi esenti) da quelle produttive di rifiuti urbani (e quindi tassabili).

Cosa significa che un ricorso per cassazione deve essere “autosufficiente”?
Significa che l’atto di ricorso deve contenere tutti gli elementi necessari (fatti, censure, riferimenti agli atti processuali) per permettere alla Corte di Cassazione di decidere sulla questione senza dover consultare il fascicolo del giudizio di merito, garantendo così che la Corte possa comprendere pienamente la controversia basandosi solo sul ricorso stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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