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Motivazione parvente: sentenza annullata dalla Cassazione

Una società di trasporti e il suo socio ricorrono contro una sentenza della Commissione Tributaria Regionale che confermava un accertamento fiscale. La Cassazione accoglie il ricorso, annullando la sentenza per motivazione parvente, in quanto il ragionamento dei giudici di secondo grado era talmente oscuro, contraddittorio e incomprensibile da risultare, di fatto, inesistente.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Sentenza Annullata per Motivazione Parvente: Quando il Giudice non Spiega la Decisione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 34673/2024) ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento: una decisione giudiziaria deve essere comprensibile. Se il ragionamento del giudice è oscuro, illogico o contraddittorio, si parla di motivazione parvente, una patologia che porta alla nullità della sentenza. Questo caso, nato da una controversia fiscale, offre un chiaro esempio di come una ricostruzione dei fatti incomprensibile possa invalidare un intero provvedimento.

I Fatti del Caso: un Complesso Rapporto Commerciale

La vicenda ha origine da un accertamento dell’Agenzia Fiscale nei confronti di una società di trasporti e del suo socio. L’Agenzia contestava la deducibilità di costi derivanti da fatture ricevute da un’altra società, operante nel settore della logistica. Secondo l’amministrazione finanziaria, si era verificata una mera ‘traslazione di reddito’ attraverso un complesso schema di fatturazione.
In sintesi:
1. La società di trasporti fatturava servizi di trasporto alla società di logistica.
2. Quest’ultima, a sua volta, emetteva fatture per servizi di logistica di pari importo, annullando di fatto il costo.
3. I documenti di trasporto indicavano che i carichi avvenivano presso clienti terzi, senza passaggi o soste documentate presso la sede della società di logistica, rendendo difficile verificare l’effettività delle operazioni.

Sulla base di queste irregolarità, l’Agenzia aveva ripreso a tassazione redditi per oltre 900.000 euro per l’anno d’imposta 2012. La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva confermato la pretesa fiscale con una sentenza unica, impugnata sia dalla società che dal socio.

La Decisione della Cassazione: una Motivazione Parvente e Contraddittoria

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, concentrandosi sul secondo motivo, ritenuto assorbente e decisivo: la nullità della sentenza per motivazione parvente. I giudici di legittimità hanno rilevato che la ricostruzione dei rapporti ‘trilateri’ tra le società, così come descritta dalla CTR, era talmente confusa da risultare incomprensibile.

La sentenza impugnata tentava di spiegare un contratto d’appalto tra le due aziende, ma cadeva in palesi contraddizioni:
* Descriveva ‘clienti terzi’ che fatturavano prestazioni alla società di trasporti, quando in realtà erano i beneficiari dei servizi e, semmai, avrebbero dovuto ricevere le fatture.
* Parlava di fatture emesse dalla società di trasporti a quella di logistica ‘per la restituzione degli importi percepiti in eccedenza’, un’affermazione priva di logica commerciale, dato che era la prima a eseguire i trasporti e a dover essere pagata.

Queste incertezze e incongruenze, definite dalla stessa Cassazione come un ‘disallineamento’ tra chi emetteva e chi riceveva le fatture, rendevano la ratio decidendi della sentenza della CTR non solo oscura, ma di fatto inesistente. Non era possibile, neppure tramite congetture, dare un senso logico al ragionamento seguito dai giudici di merito.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che una motivazione è ‘parvente’ quando, pur essendo materialmente presente, è inficiata da contraddizioni insanabili e invincibili che derivano da una totale incomprensione dei rapporti tra le parti. In questo caso, i giudici di appello avevano ammesso implicitamente la loro perplessità, definendo lo schema contabile ‘del tutto oscuro’. Tuttavia, anziché approfondire e chiarire, avevano emesso una decisione basata su una ricostruzione dei fatti illogica.
La motivazione non è solo un requisito formale, ma la garanzia che la decisione sia frutto di un percorso logico-giuridico nachvollziehbar. Quando questo percorso è indecifrabile, il diritto di difesa viene leso, poiché la parte soccombente non può comprendere le ragioni della sua condanna e, di conseguenza, non può contestarle efficacemente. Per questo motivo, una motivazione solo apparente equivale a una motivazione assente, determinando la nullità della sentenza.

Le Conclusioni

L’accoglimento del motivo relativo alla motivazione parvente ha portato alla cassazione della sentenza impugnata. La Corte ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, in diversa composizione, che dovrà riesaminare il merito della controversia, questa volta basandosi su una corretta e comprensibile ricostruzione dei fatti e dei rapporti commerciali. La nuova corte dovrà anche provvedere alla liquidazione delle spese di lite. Questa decisione sottolinea l’importanza per i giudici di merito di redigere sentenze chiare, coerenti e logicamente argomentate, pena la loro invalidità.

Quando una motivazione di una sentenza viene considerata ‘parvente’?
Quando il ragionamento del giudice, pur essendo graficamente presente, è talmente contraddittorio, oscuro o incomprensibile da non permettere di capire il percorso logico-giuridico che ha portato alla decisione.

Quali sono le conseguenze di una sentenza con motivazione parvente?
La sentenza viene considerata nulla e, come in questo caso, la Corte di Cassazione può annullarla (cassarla), rinviando la causa a un altro giudice perché decida nuovamente sulla questione.

Perché la ricostruzione dei rapporti commerciali è stata giudicata incomprensibile dalla Corte?
Perché la sentenza impugnata descriveva un sistema di fatturazione tra le parti che era illogico e incoerente con le operazioni commerciali, parlando di fatture emesse da soggetti sbagliati e per ragioni (restituzione di eccedenze) che non avevano senso nel contesto del contratto d’appalto descritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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