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Motivazione apparente: la Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale a causa di una motivazione apparente. Il caso riguardava accertamenti ICI e la Corte ha stabilito che una decisione è nulla se il suo percorso logico-giuridico non è comprensibile, limitandosi a un generico rinvio agli atti. È stato invece respinto il motivo di ricorso sulla nullità della notifica all’avvocato cancellato dall’albo ma eletto come domiciliatario.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione Apparente: Quando una Sentenza è Nulla per Mancanza di Ragioni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento: ogni decisione giudiziaria deve essere supportata da un percorso logico chiaro e comprensibile. Se così non è, la sentenza è affetta da motivazione apparente e deve essere annullata. Questo caso, nato da una controversia fiscale, offre spunti cruciali sull’obbligo di motivazione che incombe su ogni giudice.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale sull’ICI

La vicenda trae origine da alcuni avvisi di accertamento per l’ICI, relativi agli anni dal 2008 al 2011, notificati a un contribuente. Dopo una prima decisione favorevole, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) del Veneto aveva riformato la sentenza, dando ragione al Comune e respingendo le ragioni del cittadino. Gli eredi del contribuente, nel frattempo deceduto, hanno impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, lamentando due vizi procedurali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I ricorrenti hanno basato il loro appello su due punti principali:

1. Nullità della notifica: Sostenevano che la notifica dell’atto di appello fosse nulla perché effettuata presso il domicilio di un avvocato che, al momento della notifica, era già stato cancellato dal proprio albo professionale.
2. Motivazione meramente apparente: Lamentavano che la sentenza della CTR fosse priva di una reale motivazione, non rendendo possibile comprendere l’iter logico seguito dai giudici per arrivare alla loro decisione.

L’Analisi della Corte: Notifica Valida ma Motivazione Apparente

La Suprema Corte ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a una decisione divisa. Ha rigettato il primo motivo, relativo alla notifica, ma ha accolto il secondo, annullando la sentenza per motivazione apparente.

Per quanto riguarda la notifica, la Corte ha chiarito che nel processo tributario l’elezione di domicilio (la scelta di un luogo dove ricevere le comunicazioni legali) è un atto distinto dal mandato professionale. Pertanto, anche se l’avvocato domiciliatario viene cancellato dall’albo, l’elezione di domicilio presso il suo studio resta valida, e con essa i suoi doveri di ricevere gli atti, a meno che non sia stata espressamente revocata.

Il punto cruciale della decisione, però, risiede nell’accoglimento del secondo motivo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondata la censura relativa alla motivazione apparente. I giudici di legittimità hanno osservato come la sentenza della CTR fosse del tutto carente nell’esplicitare le ragioni della decisione. La motivazione si limitava a una frase generica e di stile, del seguente tenore: “Esaminata la documentazione esistente, prodotta, richiamata; le doglianze del ricorrente, peraltro non nuove; tenuto conto di quanto motivato e deciso dai Giudici di prima istanza… il riferimento alle sentenze della Cassazione risulta plausibile esaustivo per motivare l’accoglimento del ricorso”.

Secondo la Cassazione, una simile argomentazione non costituisce una motivazione valida. Richiamando consolidati principi espressi anche dalle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che una motivazione è solo “apparente” quando, pur essendo graficamente presente, non rende percepibile il fondamento della decisione. In altre parole, essa contiene argomentazioni così generiche, stereotipate o tautologiche da non far capire perché il giudice abbia deciso in un certo modo. Questo vizio, definito error in procedendo, viola il diritto a una giusta decisione e rende la sentenza nulla.

Le Conclusioni: L’Importanza di una Motivazione Chiara e Comprensibile

In conclusione, la Corte ha annullato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Veneto, in diversa composizione, perché decida nuovamente la controversia, questa volta fornendo una motivazione completa ed effettiva. La pronuncia sottolinea che non è sufficiente per un giudice limitarsi a un mero rinvio a decisioni precedenti o agli scritti di una parte. È necessario che espliciti il proprio percorso logico-giuridico, analizzando le censure specifiche sollevate e spiegando perché le ha ritenute fondate o infondate. Solo in questo modo viene garantito il diritto di difesa e la trasparenza della funzione giurisdizionale.

Quando una motivazione di una sentenza è considerata ‘apparente’?
Una motivazione è ‘apparente’ quando, pur essendo scritta, è talmente generica, contraddittoria o illogica da non far comprendere il ragionamento seguito dal giudice. Ad esempio, quando si limita a confermare una decisione precedente o a richiamare gli atti delle parti senza un’analisi critica.

La notifica a un avvocato cancellato dall’albo è valida?
Sì, secondo questa ordinanza, la notifica è valida se l’avvocato era stato indicato come ‘domiciliatario’. Nel processo tributario, l’elezione di domicilio è un atto separato dal mandato professionale e i doveri del domiciliatario (come ricevere gli atti) persistono anche dopo la cancellazione dall’albo, salvo revoca espressa.

Cosa accade quando una sentenza viene annullata per motivazione apparente?
La Corte di Cassazione annulla (cassa) la sentenza e rinvia il caso a un altro giudice dello stesso grado (in questo caso, un’altra sezione della Corte di Giustizia Tributaria). Questo nuovo giudice dovrà riesaminare la questione ed emettere una nuova sentenza, questa volta con una motivazione completa e comprensibile, seguendo i principi indicati dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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