LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Motivazione apparente: la Cassazione annulla la sentenza

Una disputa sorge da due avvisi di accertamento ICI emessi da un Comune contro due diverse società per lo stesso immobile. La Corte di Cassazione rileva che la decisione del giudice di merito è viziata da motivazione apparente, non avendo analizzato i contratti per determinare il reale soggetto passivo del tributo. La sentenza viene annullata con rinvio per un nuovo esame delle clausole contrattuali, essenziali per distinguere tra diritto di superficie e diritto personale di godimento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione Apparente: La Cassazione Interviene su un Complesso Caso di Tassazione Immobiliare

Il principio di una giusta ed equa tassazione si fonda non solo su norme chiare, ma anche sulla capacità dell’amministrazione e dei giudici di applicarle correttamente. Un caso emblematico è quello della motivazione apparente, un vizio che rende nulla una sentenza perché non permette di comprendere le ragioni della decisione. Con la sentenza n. 2929 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta proprio su questo punto, in una complessa vicenda relativa all’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) che vedeva contrapposti un Comune e due società.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da un avviso di accertamento per l’ICI relativa a un polo integrato per il trattamento di rifiuti. La particolarità del caso risiede nel fatto che il Comune, trovandosi in una situazione di incertezza su chi fosse il reale soggetto passivo del tributo, ha notificato due distinti avvisi di accertamento per la stessa imposta, sullo stesso immobile e per la medesima annualità, a due diverse società: la Società Alfa, gestore dell’impianto, e la Società Beta, proprietaria del suolo.

I giudici di primo grado avevano annullato entrambi gli atti, ritenendo che il Comune avesse illegittimamente delegato al giudice il proprio compito di accertamento. In appello, la situazione si è ribaltata: la Commissione Tributaria Regionale ha confermato l’annullamento per la Società Beta, ma ha dichiarato legittimo l’avviso notificato alla Società Alfa, individuandola come titolare di un diritto di superficie e quindi come soggetto passivo d’imposta.

L’Identificazione del Contribuente e la Motivazione Apparente

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella censura mossa alla sentenza di appello. La Società Alfa ha lamentato che i giudici di secondo grado avessero fondato la loro decisione su una motivazione apparente. La Corte Suprema ha accolto questa doglianza, evidenziando come la sentenza impugnata si fosse limitata a un generico riferimento ai “patti contrattuali siglati tra i vari soggetti” per concludere che il soggetto passivo fosse la Società Alfa, senza però:

* Descrivere il contenuto di tali patti.
* Precisare quali fossero i contratti di riferimento, le date o le parti coinvolte.
* Analizzare le clausole specifiche da cui sarebbe emersa la costituzione di un diritto di superficie.

Questa omissione ha reso impossibile controllare la logicità e la correttezza del ragionamento del giudice, trasformando la motivazione in un guscio vuoto, una mera affermazione priva di supporto argomentativo.

Diritto Reale vs. Diritto Personale: Il Criterio Decisivo

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale per distinguere un diritto reale di superficie da un semplice diritto personale di godimento (come una locazione). Il criterio decisivo, che il giudice di rinvio dovrà applicare, è la sorte delle opere costruite alla cessazione del rapporto contrattuale:

1. Diritto di Superficie (Reale): Se, al termine del contratto, le opere passano in proprietà del soggetto che le ha realizzate, si è in presenza di un diritto reale di superficie. In questo caso, il soggetto passivo ICI è il costruttore/gestore.
2. Diritto di Godimento (Personale): Se, al contrario, le opere tornano nella disponibilità del proprietario del suolo, il rapporto ha natura meramente obbligatoria. In questo scenario, il soggetto passivo ICI resta il proprietario del terreno.

Sarà compito del giudice di merito, in sede di rinvio, effettuare questa delicata analisi contrattuale per individuare finalmente il corretto debitore d’imposta.

La Questione della Doppia Notifica

Un altro aspetto rilevante affrontato dalla Corte riguarda la legittimità del comportamento del Comune. La Cassazione ha chiarito che l’emissione di due avvisi di accertamento a soggetti diversi non viola il divieto di doppia imposizione. Si tratta, piuttosto, di una prassi consentita quando vi è un’obiettiva incertezza sull’identità del contribuente. In questo modo, l’ente impositore evita di incorrere in decadenze o prescrizioni, demandando al processo tributario il compito di fare chiarezza. Il giudice, quindi, non svolge una funzione consultiva, ma decide nel merito della pretesa, stabilendo a chi spetti l’obbligazione tributaria.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha cassato la sentenza di secondo grado perché affetta dal vizio di motivazione apparente. I giudici di legittimità hanno ritenuto che il riferimento generico a non meglio specificati “patti contrattuali”, senza un’analisi dettagliata del loro contenuto, non soddisfa il requisito minimo costituzionale di una motivazione comprensibile. Tale vizio impedisce di verificare l’iter logico-giuridico seguito per individuare nella società ricorrente il soggetto passivo del tributo. La Corte ha quindi affermato che, per distinguere un diritto di superficie da un diritto personale, è cruciale esaminare la disciplina contrattuale relativa alla sorte delle opere costruite alla fine del rapporto. Poiché la sentenza di appello ha omesso completamente questa analisi fondamentale, la sua motivazione è stata giudicata inesistente sul piano sostanziale.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza viene annullata e la causa rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame. Questa decisione rafforza un principio cardine del giusto processo: ogni provvedimento giurisdizionale deve essere supportato da una motivazione reale, completa e verificabile. Per le amministrazioni, conferma la possibilità di agire contro più soggetti in caso di incertezza, ma sottolinea che sarà poi il giudice a dover dipanare la matassa, basandosi su un’analisi rigorosa dei fatti e dei documenti. Per i contribuenti, rappresenta una garanzia fondamentale del diritto di difesa e del diritto a comprendere le ragioni di una decisione che incide sul proprio patrimonio.

Quando la motivazione di una sentenza può essere considerata ‘apparente’?
Secondo la Corte, la motivazione è apparente quando, pur essendo graficamente esistente, non permette di ricostruire il percorso logico e giuridico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione. Un esempio è il riferimento generico a documenti o contratti senza analizzarne il contenuto specifico.

Un Comune può emettere due avvisi di accertamento per lo stesso tributo e immobile a due soggetti diversi?
Sì. La sentenza chiarisce che, in caso di oggettiva incertezza su chi sia il reale soggetto passivo del tributo, l’Amministrazione può notificare l’atto a tutti i possibili debitori per evitare la decadenza o la prescrizione del proprio diritto. Non si tratta di una violazione del divieto di doppia imposizione.

Qual è il criterio per distinguere un diritto di superficie da un diritto personale di godimento ai fini fiscali?
Il criterio decisivo, indicato dalla Corte, è la sorte delle opere costruite sul terreno alla fine del rapporto contrattuale. Se le opere diventano di proprietà di chi le ha costruite, si tratta di un diritto di superficie (diritto reale). Se invece tornano nella disponibilità del proprietario del suolo, si è in presenza di un rapporto di natura personale (obbligatorio).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati