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Motivazione apparente: annullata cartella IMU

Una società impugnava un avviso di accertamento IMU per terreni edificabili, il cui valore era basato su un atto notarile di molti anni prima. La Corte di Cassazione ha ritenuto legittima la motivazione dell’atto fiscale (per relationem), ma ha annullato la sentenza di merito per motivazione apparente. Il giudice di secondo grado, infatti, non aveva adeguatamente considerato le specifiche contestazioni del contribuente sul valore attuale del terreno, rendendo la sua decisione generica e non verificabile nel suo percorso logico.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Motivazione Apparente: la Cassazione Annulla un Accertamento IMU

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del processo: la necessità che la decisione del giudice sia supportata da una motivazione reale e comprensibile, e non solo da una motivazione apparente. Questo caso, relativo a un accertamento IMU su aree edificabili, distingue nettamente tra la motivazione sufficiente per un atto amministrativo e quella, ben più rigorosa, richiesta per una sentenza.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare si è vista notificare due avvisi di accertamento per il pagamento dell’IMU relativa agli anni 2015 e 2016 per alcuni terreni edificabili. L’ente concessionario della riscossione aveva determinato il valore imponibile basandosi sul prezzo stabilito in un atto di assegnazione risalente al 2007.

La società ha impugnato gli atti, sostenendo che il valore del 2007 non potesse essere applicato staticamente agli anni successivi, specialmente a fronte di mutate condizioni di mercato e di problematiche amministrative sopravvenute. Sia in primo che in secondo grado, tuttavia, i giudici hanno dato ragione all’ente impositore, ritenendo legittimo il riferimento al valore indicato nell’atto del 2007.

I Motivi del Ricorso e la Questione della Motivazione Apparente

La società ha presentato ricorso in Cassazione basato su cinque motivi. I più significativi riguardavano:

1. Violazione delle norme sulla determinazione del valore: L’uso di un valore statico e immutabile del 2007 era contrario alla legge, che prevede una valutazione basata sul valore venale corrente per ogni annualità d’imposta.
2. Carenza di motivazione dell’atto impugnato: Il semplice rinvio a un atto vecchio di anni non spiegava adeguatamente le ragioni della pretesa fiscale.
3. Nullità della sentenza per motivazione apparente: I giudici di appello avevano liquidato le complesse argomentazioni della società con affermazioni generiche, omettendo di analizzare le perizie e i documenti prodotti che evidenziavano un valore dei terreni diverso e inferiore.

La Decisione della Corte: la Motivazione Apparente del Giudice

La Corte di Cassazione ha operato una distinzione cruciale. Ha rigettato i motivi relativi alla motivazione dell’avviso di accertamento, affermando che la motivazione per relationem all’atto del 2007 era sufficiente, poiché la società era parte di quell’atto e quindi ne conosceva perfettamente il contenuto.

Tuttavia, ha accolto pienamente i motivi relativi alla nullità della sentenza di appello. I giudici di merito, infatti, erano incorsi nel vizio di motivazione apparente. Avevano ignorato le specifiche censure mosse dalla contribuente, come i costi, le preclusioni amministrative, la mancata approvazione di un progetto definitivo e il notevole lasso di tempo trascorso dal 2007. La sentenza si era limitata a frasi di stile e considerazioni generiche sulla potenziale edificabilità, senza entrare nel merito delle prove fornite.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che una motivazione è ‘apparente’ quando, pur essendo graficamente esistente, non rende percepibili le ragioni della decisione. È costituita da argomentazioni così generiche da non consentire di comprendere l’iter logico seguito dal giudice, violando così il ‘minimo costituzionale’ richiesto dall’art. 111 della Costituzione.

Nel caso specifico, il giudice di appello non ha spiegato perché le prove e le argomentazioni della società (incluse le perizie) fossero irrilevanti o infondate. Si è limitato ad affermare la congruità del valore basandosi su elementi astratti (come la previsione di ‘migliaia di appartamenti’) e su una delibera comunale del 2022, successiva e quindi irrilevante per i periodi d’imposta in questione (2015-2016). Questo comportamento equivale a un’omissione di valutazione e rende la sentenza nulla.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione ribadisce che il dovere di motivazione di una sentenza è un presidio di legalità e trasparenza. Non è sufficiente che il giudice adotti una formula generica per respingere le argomentazioni di una parte; deve, al contrario, confrontarsi con esse e spiegare in modo chiaro e logico perché non le ritiene fondate. La pronuncia è di fondamentale importanza perché cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare il merito della questione, questa volta tenendo conto di tutti gli elementi forniti dal contribuente e fornendo una motivazione completa e non apparente.

Un avviso di accertamento fiscale può basare il valore di un immobile su un vecchio atto notarile?
Sì, secondo la Corte è legittimo se l’atto è richiamato specificamente (motivazione ‘per relationem’) e se il contribuente era parte di quell’atto, avendone quindi piena conoscenza. Questo è sufficiente a informarlo della pretesa fiscale.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ di una sentenza?
Si verifica quando il giudice, pur scrivendo una motivazione, usa argomentazioni talmente generiche, astratte o evasive da non far comprendere il ragionamento logico che lo ha portato a decidere. In pratica, è una motivazione che esiste solo nella forma ma non nella sostanza.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza pur ritenendo valido l’atto di accertamento?
Perché il vizio non era nell’atto dell’ente impositore, ma nella sentenza del giudice di secondo grado. Quest’ultimo non ha esaminato e risposto in modo adeguato alle specifiche contestazioni e prove presentate dal contribuente per dimostrare che il valore del 2007 non era più attuale, rendendo la sua decisione nulla per motivazione apparente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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