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Momento impositivo imposte ipotecarie: la nuova legge

Due eredi si vedono negare l’agevolazione ‘prima casa’ su un immobile ereditato perché già proprietari di un altro. La legge era cambiata tra la data del decesso e la presentazione della dichiarazione di successione. La Cassazione ha stabilito che per le imposte ipotecarie e catastali, il momento impositivo è quello dell’esecuzione delle formalità di trascrizione, non la data di apertura della successione. Di conseguenza, si applica la legge più recente e favorevole ai contribuenti.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Momento Impositivo Imposte Ipotecarie: Decide la Data delle Formalità, non quella del Decesso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un dubbio fondamentale in materia di successioni e tasse immobiliari: se la legge fiscale cambia, quale si applica? Quella in vigore al momento del decesso o quella vigente quando si presentano i documenti? La Corte ha stabilito che per le imposte ipotecarie e catastali, il momento impositivo imposte ipotecarie coincide con l’esecuzione delle formalità nei registri immobiliari, offrendo una tutela importante per i contribuenti.

I Fatti del Caso

Due fratelli ereditavano un immobile a seguito del decesso di una parente, avvenuto nell’aprile del 2015. Nel marzo del 2016, presentavano la dichiarazione di successione, richiedendo l’applicazione dell’agevolazione “prima casa” per versare le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa anziché proporzionale.

Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate notificava un avviso di liquidazione per maggiori imposte, revocando il beneficio. La motivazione era che i due fratelli risultavano già comproprietari di un’altra abitazione per la quale avevano precedentemente usufruito della stessa agevolazione. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale davano ragione all’Ufficio, respingendo i ricorsi dei contribuenti. I fratelli, quindi, si rivolgevano alla Corte di Cassazione.

La Questione sul Momento Impositivo Imposte Ipotecarie

Il cuore della controversia risiedeva in una modifica normativa entrata in vigore il 1° gennaio 2016, quindi in un momento successivo al decesso (aprile 2015) ma precedente alla presentazione della dichiarazione di successione (marzo 2016).

La nuova legge consentiva di beneficiare dell’agevolazione “prima casa” anche a chi già possedeva un altro immobile agevolato, a condizione di venderlo entro un anno dal nuovo acquisto.

Le posizioni erano contrapposte:
* Agenzia delle Entrate e Giudici di merito: Sostenevano che il momento rilevante fosse l’apertura della successione, coincidente con la data del decesso. A quella data, la nuova legge non era ancora in vigore, e quindi i contribuenti non avevano diritto al beneficio.
* Contribuenti: Argomentavano che il presupposto per l’applicazione delle imposte ipotecarie e catastali non è il trasferimento della proprietà, ma l’esecuzione delle formalità pubblicitarie (trascrizione e voltura). Poiché tali formalità erano state richieste nel marzo 2016, doveva applicarsi la nuova e più favorevole normativa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei contribuenti, ribaltando le decisioni precedenti. I giudici hanno chiarito una distinzione fondamentale tra l’imposta di successione e le imposte ipotecarie e catastali.

L’imposta di successione ha come presupposto il trasferimento di ricchezza dall’ereditando all’erede, e il suo momento impositivo coincide con l’apertura della successione.

Le imposte ipotecarie e catastali, invece, sono correlate a un servizio reso dalla pubblica amministrazione: l’esecuzione delle formalità di trascrizione, iscrizione e voltura nei pubblici registri. Non tassano il trasferimento di ricchezza in sé, ma l’attività necessaria per renderlo pubblico e opponibile a terzi.

Di conseguenza, il presupposto impositivo di questi tributi è l’esecuzione stessa di tali formalità. Il momento in cui sorge l’obbligo di pagare l’imposta è quello in cui la formalità viene richiesta e eseguita. Pertanto, la disciplina normativa da applicare è quella in vigore in quel preciso momento.

Nel caso specifico, essendo le formalità state eseguite nel marzo 2016, i contribuenti avevano pieno diritto di avvalersi della normativa entrata in vigore il 1° gennaio 2016.

Conclusioni e Principio di Diritto

La Corte ha cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha accolto il ricorso originario dei contribuenti. L’ordinanza stabilisce un principio di diritto cruciale: “in ipotesi di successione ereditaria avente ad oggetto fabbricati, ai fini della individuazione della disciplina applicabile in materia di imposta ipotecaria e catastale e della possibilità di fruizione della agevolazione prima casa, il momento impositivo va individuato non nella data di apertura della successione, bensì nell’epoca della esecuzione delle relative formalità, con la conseguenza che la misura dell’imposta è determinata sulla base delle norme a questa data vigenti.”

Questa decisione offre maggiore certezza giuridica e tutela i contribuenti dalle conseguenze di modifiche normative che intervengono durante il non breve lasso di tempo che può intercorrere tra il decesso e il completamento degli adempimenti successori.

Quando si eredita un immobile, quale legge fiscale si applica per le imposte ipotecarie e catastali se questa cambia nel tempo?
Si applica la legge in vigore al momento dell’esecuzione delle formalità di trascrizione e voltura catastale, non quella vigente alla data del decesso del de cuius.

C’è differenza tra il momento impositivo dell’imposta di successione e quello delle imposte ipotecarie e catastali?
Sì. Per l’imposta di successione, il momento impositivo è la data di apertura della successione (la morte del de cuius). Per le imposte ipotecarie e catastali, il momento impositivo è l’esecuzione delle formalità nei pubblici registri immobiliari.

La sentenza consente di usufruire dell’agevolazione ‘prima casa’ su un immobile ereditato anche se se ne possiede già un altro?
Sì, a condizione che la normativa vigente al momento della trascrizione lo consenta. Nel caso specifico, la legge applicabile (in vigore dal 1° gennaio 2016) prevedeva la possibilità di usufruire del beneficio a patto di alienare il precedente immobile entro un anno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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