LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Minusvalenza: onere della prova e calcolo corretto

Un’impresa edile ha generato una minusvalenza dalla vendita di un immobile a una società correlata. L’Agenzia delle Entrate ha contestato l’operazione, ritenendola antieconomica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la minusvalenza si calcola sulla differenza tra corrispettivo e costo storico, non sul valore di mercato. In caso di operazioni antieconomiche tra parti correlate, l’onere di provare la legittimità economica dell’operazione spetta al contribuente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Minusvalenza e Operazioni Infragruppo: La Cassazione Chiarisce le Regole

La gestione della minusvalenza derivante dalla cessione di beni aziendali, specialmente quando l’operazione avviene tra parti correlate, è un terreno complesso e spesso oggetto di contenzioso con l’amministrazione finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su due aspetti cruciali: il metodo corretto per il calcolo della perdita e la ripartizione dell’onere della prova in caso di presunta antieconomicità. Vediamo nel dettaglio come la Suprema Corte ha affrontato il caso.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore delle costruzioni impugnava un avviso di accertamento relativo all’anno d’imposta 2003. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato la deducibilità di una significativa minusvalenza generata dalla vendita di un immobile. L’immobile, acquistato per 2.350.000 euro, era stato rivenduto dopo pochi mesi per soli 1.200.000 euro, creando una perdita di oltre un milione di euro. Secondo il Fisco, questa operazione era servita unicamente ad abbattere una cospicua plusvalenza derivante da un’altra vicenda, e risultava quindi priva di una reale giustificazione economica, anche in considerazione del fatto che le società coinvolte erano tra loro correlate.

La Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto le ragioni del contribuente. Pur riconoscendo l’esistenza di legami tra le società, aveva ritenuto il prezzo di cessione sostanzialmente in linea con il valore di mercato, basandosi su una perizia. Di conseguenza, aveva ricalcolato la plusvalenza (e non la minusvalenza) sulla differenza tra il valore di perizia e il corrispettivo pattuito, di fatto legittimando in parte l’operazione. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sul Calcolo della Minusvalenza

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. La decisione si fonda su due pilastri fondamentali.

Le motivazioni

In primo luogo, la Corte ha ribadito il corretto metodo di calcolo della minusvalenza. Ai sensi della normativa fiscale applicabile (l’allora vigente art. 54 del TUIR), la plusvalenza o la minusvalenza è data dalla differenza tra il corrispettivo conseguito e il costo originario del bene, al netto degli ammortamenti. La Commissione Tributaria Regionale ha errato nel fare riferimento al “valore normale” o di mercato, basato su una perizia, per ricalcolare la perdita. La legge non prevede questa modalità: il calcolo deve essere rigorosamente ancorato ai valori storici contabili (costo di acquisto rettificato e prezzo di vendita).

In secondo luogo, e questo è il punto più critico, la Corte ha affrontato la questione dell’onere della prova nelle operazioni tra parti correlate ritenute antieconomiche. La sentenza chiarisce che, quando l’amministrazione finanziaria contesta l’antieconomicità di un’operazione, specialmente in un contesto di parti correlate, può utilizzare presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, per rettificare il reddito dichiarato. In questo scenario, l’onere della prova si inverte: non è più il Fisco a dover dimostrare l’evasione, ma spetta al contribuente dimostrare la correttezza delle proprie dichiarazioni e, soprattutto, la validità economica e la logica imprenditoriale sottostante all’operazione contestata. La sentenza di secondo grado è stata cassata proprio perché non ha applicato correttamente questo principio, non valutando adeguatamente l’inversione dell’onere probatorio a carico della società.

Le conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre un importante monito per le imprese. Le operazioni infragruppo, soprattutto quelle che generano componenti negativi di reddito come una minusvalenza, devono essere supportate da una solida e documentabile ragione economica. Non è sufficiente che un’operazione sia formalmente corretta; deve anche avere una sua logica di business. In caso di contestazione da parte del Fisco, la mera esistenza di una perizia che attesti la congruità del prezzo potrebbe non essere sufficiente. L’impresa dovrà essere in grado di provare in modo convincente che l’operazione non è stata posta in essere al solo scopo di ottenere un indebito risparmio d’imposta. Il calcolo della minusvalenza, inoltre, deve attenersi scrupolosamente alla differenza tra il corrispettivo di vendita e il costo storico fiscalmente riconosciuto, senza ricorrere a stime di valore di mercato.

Come si calcola correttamente una minusvalenza da cessione di un bene d’impresa?
Secondo la Corte, la minusvalenza va determinata come differenza tra il costo originario rettificato del bene e il corrispettivo effettivamente conseguito dalla vendita. Non è corretto utilizzare il “valore normale” o di mercato desunto da una perizia per calcolarla.

Cosa succede se un’operazione che genera una minusvalenza è ritenuta “antieconomica” e avviene tra parti correlate?
In questi casi, l’amministrazione finanziaria può utilizzare presunzioni per contestare la deducibilità della minusvalenza. L’onere della prova si inverte: spetta al contribuente dimostrare la correttezza della propria dichiarazione e la reale sostanza economica dell’operazione, provando che non è stata fatta al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale.

Può un giudice tributario basarsi su una perizia per rideterminare il valore di un bene e la relativa minusvalenza in un’operazione tra parti correlate?
No, la sentenza chiarisce che il giudice ha errato nel basarsi su una perizia per ricalcolare la minusvalenza. Il calcolo deve fondarsi sui dati storici e contabili (costo di acquisto e prezzo di vendita), mentre la valutazione dell’antieconomicità dell’operazione attiene alla ripartizione dell’onere della prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati