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Memoria illustrativa: limiti e funzioni nel processo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18160/2025, ha ribadito che la memoria illustrativa non può essere utilizzata per introdurre nuovi motivi di ricorso nel processo tributario. Nel caso esaminato, un contribuente aveva inizialmente contestato un’ingiunzione di pagamento per la mancata notifica degli atti presupposti. Successivamente, solo con una memoria illustrativa, aveva sollevato una nuova e più specifica doglianza sull’incompletezza della prova di notifica. La Corte ha dichiarato inammissibile tale motivo tardivo, chiarendo che la memoria illustrativa serve solo ad approfondire le argomentazioni già presentate nel ricorso originario, senza poter ampliare il thema decidendum.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Memoria Illustrativa: Nuovi Motivi di Ricorso Esclusi

Nel processo tributario, la precisione e la tempestività sono fondamentali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine: la memoria illustrativa non è lo strumento idoneo per introdurre nuove contestazioni o motivi di ricorso. Questo atto ha una funzione ben definita, che è quella di argomentare e approfondire le doglianze già esposte nel ricorso introduttivo, non di ampliare l’oggetto della causa. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa: Dall’ingiunzione di pagamento al ricorso in Cassazione

Un contribuente si vedeva recapitare un’ingiunzione di pagamento per il mancato versamento dell’ICI relativa agli anni dal 2006 al 2009. Decideva di impugnare l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, basando il suo ricorso su due motivi principali: l’illegittimità dell’ingiunzione per notifica effettuata da un soggetto non abilitato e la nullità della stessa per inesistenza degli atti presupposti, ovvero gli avvisi di accertamento, che a suo dire non erano mai stati notificati.

L’ente impositore, costituendosi in giudizio, depositava la documentazione attestante l’avvenuta notifica, inclusa la cartolina di ritorno del plico. A questo punto, il contribuente, in sede di memorie illustrative depositate a ridosso dell’udienza, cambiava strategia: non sosteneva più la radicale inesistenza della notifica, ma ne contestava l’incompletezza. A suo avviso, la prova fornita dal Comune non dimostrava che il plico contenesse tutti e quattro gli avvisi di accertamento.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale respingevano le ragioni del contribuente, ritenendo inammissibile questa nuova contestazione perché introdotta tardivamente con la memoria illustrativa. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La Funzione della Memoria Illustrativa nel Processo Tributario

La Corte Suprema ha colto l’occasione per chiarire, ancora una volta, la natura e i limiti della memoria illustrativa. I giudici hanno spiegato che il processo tributario ha una natura impugnatoria: l’oggetto del giudizio (thema decidendum) è circoscritto ai motivi di contestazione specificamente dedotti dal contribuente nel ricorso iniziale.

L’articolo 32 del D.Lgs. 546/1992 consente di depositare memorie illustrative fino a dieci giorni prima dell’udienza. Tuttavia, la loro funzione è, come suggerisce il nome, puramente “illustrativa”. Servono a sviluppare argomentazioni giuridiche, a commentare le difese avversarie e ad approfondire le questioni già sollevate. Non possono, in alcun modo, modificare o integrare i motivi di ricorso originari.

Distinzione Cruciale: Memoria Illustrativa vs. Motivi Aggiunti

La Corte ha sottolineato la netta differenza tra la memoria illustrativa e i “motivi aggiunti”, previsti dall’articolo 24 dello stesso decreto. I motivi aggiunti rappresentano l’unica via per ampliare il thema decidendum in corso di causa, ma la loro presentazione è ammessa solo in una circostanza molto specifica e restrittiva: quando, dopo la proposizione del ricorso, vengono depositati documenti non conosciuti in precedenza ad opera delle altre parti o su ordine della commissione.

In tal caso, la parte interessata ha 60 giorni dalla notizia del deposito per integrare i propri motivi. Questa procedura garantisce il diritto al contraddittorio, consentendo alla controparte di difendersi adeguatamente sulle nuove questioni sollevate. La memoria illustrativa, invece, depositata a ridosso dell’udienza, non offre le stesse garanzie e presuppone che l’attività difensiva volta a definire l’oggetto della causa sia già esaurita.

Le Motivazioni

Sulla base di questi principi, la Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente. La Corte ha osservato che la contestazione relativa all’inidoneità della ricevuta di ritorno a provare il contenuto del plico costituiva un motivo di ricorso nuovo rispetto alla generica deduzione di omessa notifica. Essendo stato introdotto per la prima volta con la memoria illustrativa e non tramite lo strumento dei motivi aggiunti, era irrimediabilmente inammissibile.

La statuizione della Commissione Tributaria Regionale è stata quindi ritenuta corretta. Il contribuente ha tentato di modificare la propria linea difensiva in una fase processuale in cui ciò non era più consentito, violando le regole procedurali che definiscono l’oggetto del giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per contribuenti e difensori. Il ricorso introduttivo deve essere redatto con la massima cura e completezza, delineando fin da subito tutti i possibili vizi dell’atto impugnato. Affidarsi alla memoria illustrativa per sollevare nuove eccezioni o contestazioni è una strategia processualmente errata e destinata al fallimento. La distinzione tra illustrare argomenti già presenti e introdurne di nuovi è netta e invalicabile. La corretta gestione degli strumenti processuali è essenziale per tutelare efficacemente i propri diritti nel contenzioso tributario.

È possibile introdurre nuove contestazioni con una memoria illustrativa nel processo tributario?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la memoria illustrativa ha la sola funzione di approfondire e argomentare i motivi di ricorso già presentati nell’atto introduttivo. Non può essere utilizzata per introdurre nuovi motivi o ampliare l’oggetto del giudizio (thema decidendum).

Qual è la differenza tra ‘memoria illustrativa’ e ‘motivi aggiunti’?
La ‘memoria illustrativa’ serve a illustrare le ragioni già esposte. I ‘motivi aggiunti’ sono l’unico strumento per introdurre nuove contestazioni in corso di causa, ma solo nella specifica ipotesi in cui vengano depositati documenti nuovi e non conosciuti in precedenza, e devono essere presentati entro 60 giorni dalla conoscenza di tali documenti.

Cosa succede se un contribuente solleva una nuova eccezione solo in una memoria depositata poco prima dell’udienza?
L’eccezione o il nuovo motivo di ricorso viene dichiarato inammissibile. Come nel caso di specie, il tentativo di contestare la prova del contenuto di un plico notificatolo solo tramite memoria illustrativa, dopo aver inizialmente lamentato la totale assenza di notifica, è stato considerato un motivo nuovo e tardivo, e quindi non è stato esaminato nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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