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Litispendenza processo tributario: la Cassazione decide

Un contribuente impugna un avviso di accertamento dinanzi a due diverse commissioni tributarie. La Corte di Cassazione, rilevando la pendenza della medesima causa, dichiara inammissibile il secondo ricorso per litispendenza nel processo tributario. La Corte stabilisce che il giudizio introdotto per primo ha la priorità, cassando la sentenza impugnata senza rinvio e dichiarando inammissibile il ricorso originario.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Litispendenza Processo Tributario: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità del Secondo Ricorso

L’ordinanza in esame offre un chiarimento fondamentale sul principio di litispendenza nel processo tributario, un concetto cruciale per garantire l’ordine e la coerenza del sistema giudiziario. La Corte di Cassazione ha affrontato il caso di un contribuente che aveva intentato la stessa causa in due fori differenti, stabilendo con fermezza la prevalenza del principio cronologico e dichiarando l’inammissibilità del secondo giudizio. Questa decisione ribadisce l’importanza di una corretta gestione delle controversie per evitare duplicazioni e conflitti di giudicato.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento fiscale. Un contribuente, a seguito di una sentenza di primo grado a lui sfavorevole emessa dalla Commissione Tributaria Provinciale (CTP) di Napoli, riceveva un’intimazione di pagamento. Egli decideva di impugnare tale atto presentando ricorso sia dinanzi alla CTP di Napoli, il 3 maggio 2017, sia dinanzi alla CTP di Roma, pochi giorni dopo, l’8 maggio 2017. La scelta di adire il foro romano era motivata dal fatto che, nel frattempo, aveva trasferito la propria residenza in quella città.

Il giudizio romano si concludeva negativamente per il contribuente, il quale proponeva appello. Il giudice di secondo grado, tuttavia, riconosceva l’incompetenza territoriale della CTP di Roma, affermando che la competenza inderogabile spetta al giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio che ha emesso l’atto. Di conseguenza, il ricorso di primo grado veniva dichiarato inammissibile. Contro questa decisione, il contribuente proponeva ricorso per Cassazione.

La Questione della Litispendenza nel Processo Tributario

La Suprema Corte, nell’esaminare il caso, ha rilevato d’ufficio una questione preliminare e assorbente: la litispendenza. Gli Ermellini hanno constatato che il contribuente aveva introdotto due ricorsi identici, uno a Napoli e uno a Roma. Poiché il ricorso a Napoli era stato depositato il 3 maggio 2017, prima di quello romano dell’8 maggio 2017, si è configurata una situazione di pendenza della medesima causa davanti a giudici diversi.

In applicazione del principio generale della prevenzione, il giudizio iniziato successivamente deve essere dichiarato inammissibile. La Corte ha sottolineato che questa duplicazione di cause viola il principio del ne bis in idem, che impedisce di essere processati due volte per la stessa questione. La litispendenza, quindi, opera come un meccanismo di sbarramento per garantire l’unicità del processo.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda su un solido principio processuale. La Corte, agendo come giudice del fatto processuale, ha accertato che al momento dell’introduzione del giudizio a Roma, era già pendente un procedimento identico a Napoli. La priorità temporale del ricorso napoletano ha reso quello romano inammissibile fin dalla sua origine.

Questa situazione ha permesso alla Cassazione di decidere il caso “cassando senza rinvio” la sentenza impugnata. Anziché rimandare la causa al giudice di merito, la Corte ha potuto chiudere definitivamente la controversia romana, dichiarando direttamente l’inammissibilità del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado. Questa scelta è giustificata dal fatto che la questione di litispendenza è un vizio procedurale insanabile che impedisce qualsiasi esame del merito della controversia.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento offre una lezione chiara sulla gestione delle strategie processuali. L’introduzione di più ricorsi identici non solo è inutile, ma è proceduralmente scorretta e porta a una declaratoria di inammissibilità. La decisione rafforza il principio di economia processuale e il divieto del ne bis in idem, assicurando che ogni controversia venga decisa una sola volta.

Per i professionisti e i contribuenti, ciò significa che la scelta del foro competente deve essere ponderata e unica. In caso di dubbi sulla competenza territoriale, la via corretta non è la duplicazione dei ricorsi, ma una precisa identificazione del giudice competente secondo le norme vigenti, che nel contenzioso tributario è radicata presso la sede dell’ufficio impositore.

Cosa succede se un contribuente presenta lo stesso ricorso in due città diverse?
Il secondo ricorso viene dichiarato inammissibile per litispendenza. Il principio applicato è quello della prevenzione, secondo cui il procedimento avviato per primo ha la priorità e deve proseguire, mentre l’altro deve essere chiuso.

La competenza territoriale nel processo tributario dipende dalla residenza del contribuente?
No. La sentenza di appello impugnata in Cassazione aveva già chiarito, e la Cassazione non lo ha smentito, che la competenza territoriale inderogabile si determina in base alla sede dell’Ufficio fiscale che ha emesso l’atto impugnato, non in base alla residenza del contribuente.

Può la Corte di Cassazione dichiarare inammissibile un ricorso di primo grado?
Sì, quando rileva un vizio procedurale fondamentale come la litispendenza. In questo caso, la Corte può “cassare senza rinvio” la sentenza di appello e dichiarare direttamente l’inammissibilità del ricorso che ha dato origine al giudizio, risolvendo la questione in modo definitivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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